L’ Olgettina comasca abitava in comodato gratuito dal febbraio 2013 in un immobile a Bernareggio, nella brianza in provincia di Monza. Una delle due ville ideate dall’archistar Mario Botta era stata acquista il 12 gennaio 2012 dalla società Dueville s.r.l del Cavaliere Silvio Berlusconi “per circa 800mila euro l’una, per un totale di 1,6 milioni” da un società dell’architetto Ivo Redaelli.
La comunicazione di sfratto è arrivata lo scorso 4 ottobre: “La invitiamo a prendere contatto con la scrivente per definire le modalità di restituzione dell’immobile che dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2023“. Mittente della raccomandata una società immobiliare riconducibile alla famiglia Berlusconi, destinataria è Barbara Guerra, una delle “ragazze” ospiti alle cene di Arcore.
Con la morte del fondatore e presidente di Forza Italia avvenuta lo scorso 12 giugno il contratto legalmente si è estinto e quindi la quarantacinquenne comasca dovrà uscire dalla casa entro la fine del corrente anno. È facilmente immaginare che dopo la scomparsa dell’ex presidente del Consiglio o suoi eredi abbiano deciso di non rinnovare il contratto. Non si è quindi trattato di una decisione “ad personam” in quanto anche altre cosiddette ex olgettine hanno ricevuto le stesse comunicazioni con le quali sono state invitate a lasciare nei prossimi mesi appartamenti e ville messe a loro disposizione dalla nota generosità di Berlusconi per abitarci gratuitamente. Le “olgettine” non avranno più neanche il loro assegno mensile (di 2500 euro) che Silvio Berlusconi versava per risarcirle, disse, dai danni che avevano subìto alla loro reputazione per essere state coinvolte nei vari processi Ruby. Alla morte del Cavaliere la famiglia Berlusconi ha bloccato i versamenti a tutte le Olgettine.
Era stato lo stesso “ex amico” Ivo Redaelli con la propria deposizione nel 2019 all’interno del processo Ruby Ter a raccontare che Silvio Berlusconi nove anni prima “mi chiese di selezionare degli immobili, perché voleva fare un investimento immobiliare” ed “io gli proposi quelle due ville di Botta” aggiungendo che dopo la chiusura dell’affare, “seppi che in una era andata ad abitare Barbara Guerra e nell’altra Alessandra Sorcinelli“. Redaelli ha raccontato anche che la Guerra “mi telefonava per dirmi che non funzionavano le cose, per me era una fatica, perché era successo questo scandalo (le serate ad Arcore, ndr) che l’aveva innervosita, dava in escandescenze anche per la rottura di una lampadina“.
Secondo l’ipotesi accusatoria che però non ha trovato riscontro giudiziario la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano e il sostituto procuratore Luca Gaglio la concessione in uso gratuito della villa avrebbe costituito parte del prezzo con cui il Berlusconi avrebbe ottenuto il silenzio della Guerra e della amica Sorcinelli su quanto accadeva nelle serate eleganti a Villa San Martino. Un teorema accusatorio che è venuto meno a metà febbraio quando il Tribunale di Milano ha assolto la Guerra e le altre co-imputate per “corruzione in atti giudiziari” e “falsa testimonianza“.
La Guerra e la Sorcinelli da inseparabili amiche avevano finto di arrivare ai ferri corti, con scontri velenosi via social con accuse reciproche proprio sul più bello, ossia proprio quando la Guerra aveva minacciato l’ex amica di pubblicare foto di lei a letto con un sessantenne alcolizzato.
Le due in seguito hanno svelato il loro litigio essere falso, arrivando persino a commentare: “Ci siete cascati tutti, facciamoci una risata ogni tanto. Il nostro reality sarà un successo visto il clamore mediatico che abbiamo suscitato. Altro che oche!”. Adesso però le due “signorine” dovranno trovarsi un lavoro ed una casa nuova. O in alternativa qualcuno che apra il portafoglio. La “festa” è finita.
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