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22 Luglio 2024 16:36
22 Luglio 2024 16:36

Arrivi sulle coste del sud Italia. Gli sbarchi non si fermano.

A Bari è approdata nave Geo Barents, con 190 persone a bordo, mentre in Calabra a Roccella Jonica sono stati soccorsi 300 migranti dalla Guardia costiera. A Pozzallo altri arrivi, ma dall'hot spot partono adulti e minori

È approdata nel porto di Bari al molo fratelli Tatarella la nave Geo Barents di Medici senza frontiere. A bordo ci sono 190 persone, per la maggior parte uomini e una dozzina di minorenni non accompagnati, soccorse nei giorni scorsi nel Mediterraneo. Sul posto ci sono le forze dell’ordine, sotto il coordinamento della prefettura di Bari, oltre al personale di polizia locale, vigili del fuoco, guardia costiera, protezione civile, croce rossa, personale del 118 e operatori sanitari della Asl.

“Le 190 persone che sbarcheranno saranno sottoposte a tutti i controlli sanitari e avviati verso i centri di assistenza – ha spiegato il contrammiraglio Vincenzo Leone la situazione è abbastanza sotto controllo, grazie alla straordinaria opera di coordinamento della prefettura e della questura”. I migranti saranno identificati, fotosegnalati e smistati in strutture definite dal ministero. Il Comune di Bari ha messo a disposizione mediatori e psicologi.

I “ragazzi minori dai 14 ai 17 anni, andranno a Brindisi, dove il ministero ha riservato il centro di accoglienza. Mentre i gruppi degli adulti, tra i 40 e i 50 anni, saranno ripartiti tra Lecce, Brindisi, Bari e Lecce (un centinaio), oltre a qualcuno che andrà in Molise e nelle Marche” ha reso noto il prefetto di Bari, Antonia Bellomo, al porto di Bari per l’arrivo della nave Geo Barents di Medici senza frontiere. “Faranno lo screening sanitario e il tampone, nonostante non sia più obbligatorio, in modo che, eventualmente, isoliamo i casi positivi e faranno la visita medica per capire che tipo di patologie hanno. Ci riferiscono di persone che hanno la scabbia, ma non ci sono particolari criticità”, ha continuato il prefetto. In ultimo, “faranno operazioni di identificazione di polizia e verranno ripartiti”.

Continuano gli sbarchi di migranti anche a  Lampedusa: dalla scorsa notte sono approdati in 109 a bordo di altrettante imbarcazioni. L’ultimo barchino, in ordine di tempo, della lunghezza di 7 metri, ha portato sull’isola 46 migranti, fra cui 13 donne e 9 minori in fuga da Camerun, Costa d’Avorio, Guinea, Mali e Nigeria ed è stato soccorso, in area Sar italiana, da una motovedetta della Guardia Costiera. Il gruppo di migranti sbarcati a molo Favarolo e trasferiti all’hotspot ha riferito d’essere partito alle 17 di venerdì da Sfax, in Tunisia, e di aver pagato 2mila dinari tunisini a testa per la traversata.

A Pozzallo è in corso una serie di partenze e arrivi dall’hot spot. Dopo lo sbarco di 401 migranti da nave Diciotti di sabato, già nella stessa serata, 70 persone erano state trasferite in pullman alla volta della Toscana. Oggi, sono previste altre 130 partenze sempre via pullman ma lo stesso numero di migranti arriverà a Pozzallo in trasferimento da Lampedusa. Una motovedetta della Guardia di Finanza che sta operando per alleggerire il centro di contrada Imbriacola porterà diversi migranti.

Analoga operazione per nave Diciotti che sabato sera aveva lasciato Pozzallo per dirigersi a Lampedusa; stasera prenderà a bordo altri 600 migranti dall’isola delle Pelagie contribuendo a decongestionare l’hot spot di Lampedusa. Tornando a Pozzallo, stanotte – ricapitolando arrivi e partenze – dormiranno 331, persone mentre al centro di Cifali le presenze sono sempre circa 120 e tutti minori non accompagnati.

Gli sbarchi proseguono anche a Roccella Jonica, nel Reggino. La Guardia Costiera ha soccorso circa 300 migranti al largo del porto della cittadina della Locride, stipati a bordo di un peschereccio; tra loro anche un cadavere. Tra i profughi, di varia nazionalità, diversi minori non accompagnati. Nonostante le condizioni meteo, caratterizzate da mare forte e dal vento di ponente, gli uomini della Guardia costiera hanno avvicinato l’imbarcazione fino a condurla in sicurezza nel porto alle Grazie di Roccella.

Su disposizione della Prefettura di Reggio Calabria, i migranti sono stati momentaneamente sistemati nella tensostruttura gestita dai volontari della Croce Rossa, della Protezione Civile comunale e da una equipe di Medici senza frontiere. Quello di oggi, è il terzo arrivo di migranti in tre giorni nella Locride in Calabria.

Dopo lo sbarco a Lampedusa, la nave di soccorso Louise Michel è stata posta in stato di fermo, per violazione del nuovo decreto italiano, dopo il salvataggio di 180 persone. A darne notizia sui social sono gli stessi attivisti della Louise Michel, ex imbarcazione della marina francese acquistata con i proventi della vendita delle opere d’arte di Banksy.

“Ci è stato comunicato che la nostra nave è stata trattenuta, non abbiamo ancora una giustificazione scritta ufficiale per la detenzione – si legge sui social della Louise Michel – Sappiamo di decine di barche in pericolo proprio di fronte all’isola in questo momento, eppure ci viene impedito di assistere. Questo è inaccettabile!

Non osservanza delle disposizioni impartite e un comportamento, “che già di per sé complicava il delicato lavoro di coordinamento dei soccorsi, si sommavano le continue chiamate dei mezzi aerei Ong che hanno sovraccaricato i sistemi di comunicazione del centro nazionale di coordinamento dei soccorsi, sovrapponendosi e duplicando le segnalazioni dei già presenti assetti aerei dello Stato“, sottolinea in una nota la Guardia Costiera spiegando i motivi del fermo. “L’unità era giunta ieri nel porto dell’isola con a bordo 178 migranti, soccorsi su 4 diverse imbarcazioni (il primo evento avvenuto in aera Sar libica, i successivi 3 in area Sar maltese) – spiega la Guardia CostieraIl provvedimento è stato emesso a seguito degli accertamenti effettuati da Imrcc Roma – autorità coordinatrice dei soccorsi – in base al dl 1/2023, convertito nella legge 15/2023 e recante ‘disposizioni urgenti in materia di transito e sosta nelle acque territoriali delle navi non governative impegnate nelle operazioni di soccorso in mare’

L’unità, nello specifico, dopo aver effettuato il primo intervento di soccorso in acque libiche, come riporta la Guardia Costiera, ha contravvenuto “all’impartita disposizione di raggiungere il porto di Trapani, dirigendo invece su altre tre unità di migranti sulle quali, peraltro, sotto il coordinamento di Imrcc Roma, stavano già dirigendo in soccorso i mezzi della Guardia Costiera italiana. Le disposizioni impartite alla nave Ong, valutate le sue piccole dimensioni, erano altresì tese a evitare che la stessa prendesse a bordo un numero di persone tale da pregiudicare sia la sua sicurezza che quella delle imbarcazioni di migranti a cui avrebbe prestato soccorso“.

“La non osservanza delle disposizioni, inoltre, ha rallentato il raggiungimento di un porto di sbarco per i migranti salvati nel primo intervento, inizialmente individuato in quello di Trapani dal ministero dell’Interno, inducendo così a ridisegnare la decisione in modo da far convergere l’arrivo della Ong, per motivi di sicurezza e di urgenza, nel porto di Lampedusa, già peraltro sollecitato dai numerosi arrivi di migranti di questi ultimi giorni“, continua la Guardia Costiera.

“A tale comportamento che già di per sé complicava il delicato lavoro di coordinamento dei soccorsi, si sommavano le continue chiamate dei mezzi aerei Ong che hanno sovraccaricato i sistemi di comunicazione del centro nazionale di coordinamento dei soccorsi, sovrapponendosi e duplicando le segnalazioni dei già presenti assetti aerei dello Stato”, osserva ancora la Guardia Costiera.

Allo stesso modo, l’episodio citato da Ong Ocean Viking e riferito ai presunti spari della guardia costiera libica avvenuto in area Sar ricadente nella responsabilità di un altro centro di coordinamento nazionale, non veniva riportato al Paese di bandiera come sarebbe previsto dalle norme sulla sicurezza della navigazione, bensì al centro di coordinamento italiano, in modo continuativo, finendo anche questo col sovraccaricare l’Imrcc in momenti particolarmente intensivi di soccorsi in atto“, conclude.

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