ROMA – Ricordate il “‘vigile in mutande” che all’interno del Comune di Sanremo timbrava il cartellino e se ne tornava a casa ? Si chiama Alberto Muraglia e durante l’udienza preliminare è stato assolto con rito abbreviato. Era finito sotto processo a seguito inchiesta nell’indagine della Guardia di Finanza sui “furbetti” del cartellino.
Matteo Renzi all’epoca dei fatti era Presidente del Consiglio, guardando la foto del vigile in mutande accusato di assenteismo disse: “Questa è gente da licenziare in 48 ore. E’ una questione di dignità“. Invece quattro anni dopo quello stesso vigile, simbolo di mala amministrazione per tutti, non lo è stato per il giudice per le udienze preliminari Paolo Luppi che ha assolto 10 imputati dei 42 coinvolti nell’indagine sui “furbetti del cartellino” di Sanremo perché “il fatto non sussiste“.
L’inchiesta della Guardia di Finanza sui furbetti di Sanremo era diventato uno dei casi di cronaca che all’epoca aveva fatto discutere per mesi, proprio a partire dal vigile che timbrava il cartellino in mutande ma anche per l’imponenza del blitz delle Fiamme Gialle del 22 ottobre 2015 disposto dalla Procura con cui vennero eseguite 43 misure cautelare e il Comune di Sanremo licenziò in tronco 32 degli indagati.
Nelle settimane successive su indicazione del sindaco Biancheri il segretario generale aveva avviato procedimenti disciplinari interni che si erano conclusi con numerose sanzioni e alcuni licenziamenti. Adesso con l’assoluzione – a fronte della quale la Procura presenterà ricorso – per Muraglia ed altri furbetti del cartellino potrebbero aprirsi le strade per una richiesta di reintegro. Ma molto dipenderà dalle motivazioni.
Lo stesso procedimento si è chiuso con 10 assoluzioni, 16 rinvii a giudizio e altrettanti patteggiamenti. Tra le accuse quella di truffa ai danni dello Stato.