ROMA – Il Tribunale di Bari ha assolto l’imprenditore barese Dante Mazzitelli, “perché il fatto non costituisce reato” dall’ imputazione con l’accusa di corruzione nel processo su un presunto giro di tangenti in cambio di appalti dell’Arca Puglia, l’Agenzia regionale che gestisce le case popolari, che si era costituita parte civile nel processo. La sentenza è stata emessa al termine dell’udienza dal collegio della prima sezione penale del Tribunale di Bari composto dal presidente Rosa Calia di Pinto e da Antonietta Guerra e Pasquale Santoro .
Mazzitelli era stato colpito da una misura cautelare interdittiva nel dicembre 2017 nell’ambito dell’inchiesta che portò all’arresto di altre quattro persone, tra le quali Sabino Lupelli l’ex direttore generale generale dell’Arca Puglia , che nei mesi scorsi ha patteggiato la pena (come tutti gli altri).
Mazzitelli, difeso dall’avvocato Nicola Quaranta, rispondeva dell’ accusa di aver corrotto l’allora direttore generale dell’Arca regalandogli un orologio con l’obiettivo di velocizzare un pagamento relativo a un appalto per la realizzazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica nel quartiere Carbonara a Bari. L’accusa, rappresentata dal pm Savina Toscani, della Procura di Bari aveva chiesto la condanna a un anno di reclusione.
L’episodio dell’orologio fu immortalato da un video e diffuso come prova della presunta corruzione, stimata dalla Guardia di Finanza per un valore di 20mila euro . Mazzitelli aveva già negato già nel corso dell’udienza preliminare, che quell’orologio (“del valore di 95 euro”, dichiarò) sarebbe servito a ottenere favori da Lupelli, in quanto il pagamento era “legittimamente dovuto e avvenuto con oltre 6 mesi di ritardo”.
“Ho perso due anni di vita ma sono stato sempre sicuro – ha commentato dopo la sentenza Mazzitelli – come ho detto sin dal primo giorno, che alla fine la verità si sarebbe affermata. Per questo motivo sono stato l’unico degli imputati a scegliere il dibattimento, mentre gli altri hanno optato per il patteggiamento“.