Il nostro direttore Antonello de Gennaro, che dirige a Roma anche l’agenzia di stampa ADGNEWS24 specializzata in inchieste e reportage, è stato assolto dal Tribunale di Roma, insieme ai colleghi Malcom Pagani (ora al Fatto Quotidiano) Bruno Manfellottto all’epoca dei fatti direttore del settimanale L’Espresso, ed il giornalista-storico Pasquale Chessa, da sempre molto “vicino” al presidente Francesco Cossiga, a seguito della denuncia presentata nei loro confronti dal giornalista Renato Farina, meglio noto come “Betulla“, che era sul libro paga di Pollari-Pompa dei servizi segreti del Sismi . Farina era stato radiato dall’ Ordine dei Giornalisti e poi riabilitato grazie ad un trucchetto legale) ed agente Betulla , successivamente eletto per una legislatura parlamentare Pdl, e “trombato” alle ultime elezioni politiche aveva pubblicato un volume intitolato “Cossiga mi ha detto“. Ma secondo Pasquale Chessa, Cossiga non gli aveva detto proprio niente, avendo interrotto ogni rapporto con lui due anni prima di morire. E non voleva saperne più nulla
Alla fine dello scorso anno “Betulla” aveva annunciato che dal 1 gennaio 2015 sarebbe tornato a collaborare con il quotidiano berlusconiano Il Giornale. Ma l’assemblea di redazione della testata di via Negri si è opposta alla decisione comunicata dal direttore di includere di nuovo Renato Farina –rinominato “agente Betulla” – tra le firme del quotidiano. A spiegarlo è stato un comunicato del comitato di redazione. L’assemblea “a fronte delle vicende che hanno avuto Farina come protagonista – prosegue la nota – considera inaccettabile che si apra la porta a questo nuovo contratto di lavoro”. Il riferimento va proprio alla vicenda del rapimento dell’imam Abu Omar: l’ex vicedirettore di Libero aveva appunto svelato il suo ruolo nel Sismi. Alla vigilia di una possibile radiazione in seguito alla sua collaborazione con i servizi, si era cancellato dall’albo dei giornalisti nel 2007, ma a settembre 2014 il Consiglio della Lombardia ha accettato la sua domanda di ritorno alla professione, dopo averne respinte altre negli anni scorsi. A seguito di questa decisione il collega ed amico Carlo Bonini uno dei giornalisti di “punta” del quotidiano La Repubblica , con amarissime parole si è dimesso da consigliere nazionale dell’Ordine. E subito dopo ha divulgato lui stesso il testo della lettera, perchè “sia pubblica, a beneficio di chi questo mestiere lo fa, ma soprattutto di chi non lo fa” (leggi QUI) .
Il 28 settembre 2006 l’Ordine dei giornalisti della Lombardia gli aveva inflitto una sospensione di 12 mesi. Il Procuratore Generale di Milano aveva impugnato la decisione e ne aveva chiesto la radiazione. A quel punto fu lo stesso Farina a cancellarsi dall’Albo prima che il Consiglio nazionale si pronunciasse. Il 18 dicembre 2012 l’Ordine dei giornalisti della Lombardia aveva respinto una prima domanda di reiscrizione, ”dopo attenta valutazione del comportamento di Farina in questi ultimi anni e dopo la sua audizione”, spiegava una nota dell’Ordine. Fra le motivazioni, ”quella dell’esistenza di una sentenza di patteggiamento per la sua collaborazione con i servizi segreti, attività del tutto incompatibile con l’esclusività della professione giornalistica”. Inoltre, sottolineava l’Ordine dei Giornalisti , “Farina si è cancellato dall’Albo nell’imminenza della decisione disciplinare assunta dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, evidentemente per sottrarsi al giudizio dei colleghi“.
E non bastava: “Nonostante la cancellazione, Farina ha continuato a collaborare quotidianamente con più pezzi e per diversi anni a varie testate, di fatto continuando a svolgere la professione giornalistica, con un atteggiamento di svalutazione nei confronti dell’ente di categoria preposto alla vigilanza”. Saranno le motivazioni di quest’ultima decisione di segno contrario a chiarire quale “ostacolo” sia caduto nel frattempo. Farina ha tentato di spiegare recentemente perché non è più l’agente Betulla, dopo averlo ammesso e perfino rivendicato con un filo di compiacimento. E averci anche scritto un libro, nel 2008, che s’intitola, appunto, Alias Agente Betulla.
In ogni caso de Gennaro assistito dall’ Avv. Giuseppe Campanelli, ed i colleghi Pagani, Chessa e Manfellotto sono stati assolti. E questo è quello che conta. Per il dispiacere di “Betulla“, ed anche di qualche pennivendolo tarantino, che non aspettava altro che una sentenza di condanna per continuare nella sua attività di “ventriloquo-corvo” del Palazzo di giustizia a Taranto. Ma purtroppo, per questa gente, nel Tribunale di Roma la Legge si esercita ed applica ancora in nome del popolo italiano…