La Corte d’Appello di Taranto ha confermato l’assoluzione dei fratelli Claudio e Fabio Riva (figli del defunto patron Emilio) ex presidente e vicepresidente dell’Ilva insieme ad altri 11 imputati al processo riguardante il presunto illecito monopolio dei traffici portuali da e verso l’Ilva, confermando la sentenza in primo grado emessa dal Tribunale lo scorso dicembre 2013 . Secondo la tesi accusatorio della Procura, gli imputati avrebbero sostenuto contrariamente al vero che l’Ilva fosse titolare di un terminal di scarico privato al porto di Taranto, dove potevano operare solo Anchor Shipping e la Navalsud. Società queste che, sempre secondo le tesi accusatorie della Procura, avrebbero praticato a suo tempo delle prestazioni raccomandatarie marittime dei prezzi inferiori a quelli stabiliti dalle tariffe di legge . Il Tribunale in primo grado assolse gli imputati con formula piena ai sensi dell’ art. 530 c.p. “perché il fatto non sussiste“. Ed anche la Corte d’Appello ha confermato la precedendo sentenza del Tribunale di Taranto smentendo le ipotesi accusatorie della Procura per la seconda volta.
Il sostituto procuratore generale Antonella Montanaro aveva chiesto nella sua requisitoria la condanna a quattro anni e sei mesi di reclusione per Michele Fazio, quale institore e componente del consiglio di amministrazione della Anchor Shipping, e per il manager dell’Ilva Giampiero Gallina, avente la procura a gestire i pontili dati in concessione alla stessa Ilva, e richiesto la dichiarazione di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione nei confronti di Claudio Riva e suo fratello Fabio, per i componenti del consiglio di amministrazione dell’Anchor Shipping, Ettore e Paolo Campostano, Tony Liuzzi e Giuliano Mallito, e per Vito Bisanti e Franco Sensoli, amministratore della Navalsud.