Antonello Francavilla, classe 1977, boss della Società di Foggia. Un pezzo da novanta nella mala pugliese da anni insieme al suocero, Roberto Sinesi, a capo di una delle più potenti batterie di zona con propagazioni anche nel Gargano, che opera nel traffico internazionale e spaccio di droga ed estorsioni trasferitosi a Nettuno sul litorale a sud di Roma, dove vive da marzo 2021 da pregiudicato agli arresti domiciliari con tanto di braccialetto elettronico alla caviglia dopo la condanna a 6 anni nel processo per estorsioni “Rodolfo”, dopo aver passato otto anni come detenuto. Era stato arrestato in un blitz antidroga nel novembre del 2013, accusato di associazione mafiosa e concorso nell’importazione di 300 quintali di hashish dal Marocco in Puglia.
Francavilla viveva un piccolo appartamento ricavato da villetta anonima in via Greccio a Nettuno , è stato oggetto di un tentativo di omicidio in cui è rimasto ferito il figlio Mario di soli 15anni, ricoverato in gravissime condizioni al Policlinico Agostino Gemelli di Roma. Il “boss” è stato soccorso e trasportato all’’ospedale “Riuniti” di Anzio-Nettuno dove i chirurghi lo hanno operato, per ferite al torace, all’altezza dello sterno, all’addome, all’intestino, causando un’emorragia al pancreas, all’avambraccio destro, a uno zigomo e all’ulna.
Francavilla, finito al centro di numerosissime operazioni mentre è ancora pendente in Cassazione la condanna per estorsione contro un imprenditore agricolo foggiano ha scelto Nettuno per scontare i domiciliari, ritenendolo un posto sicuro anche in ragione di vecchie consolidate amicizie che potrebbero aver garantito all’uomo la tranquillità di una protezione . L’appartamento preso in affitto nella villetta sembrerebbe essere di proprietà di un uomo del posto, ma a collegarlo alla piccola cittadina del litorale potrebbero esserci anche altri interessi. Da una prima verifica, il suo nome non viene accostato ai clan di ‘ndrangheta recentemente smantellati dal Nucleo investigativo dei Carabinieri di via In Selci e quindi prende piede l’ipotesi di collegamenti per affari sul traffico di droga da Foggia al litorale laziale.
A metà giornata Francavilla ha sentito suonare il campanello di casa ed avvicinatosi alla porta ha chiesto “chi è ?“. Sentendo rispondere “Polizia” da pregiudicato agli arresti domiciliari sa benissimo che potrebbe trattarsi di un controllo e quindi ha aperto la porta trovandosi di fronte due uomini, con i volti coperti dalle mascherine, che gli hanno sparano a bruciapelo senza riuscire ad ucciderlo. Il figlio Mario quindicenne, sentendo gli spari ha provato a nascondersi in bagno ma i due “killer” hanno sparano anche contro di lui ferendolo al torace ed alla testa, dileguandosi dopo l’omicidio fallito. Contro il “boss” Francavilla sono stati esplosi tre colpi da una calibro 38, due dei quali hanno colpito il figlio, Mario Francavilla che è stato soccorso e trasportato in eliambulanza al Policlinico Gemelli venendo sottoposto a un primo intervento chirurgico.
La prima ad aver dato l’allarme è stata un’amica del Francavilla il quale aveva scelto Nettuno come luogo dove stare ai domiciliari probabilmente perchè conosce il piccolo Comune romano da anni ma anche perché qualsiasi richiesta per scontare la pena a Foggia, considerato il “peso” mafioso dell’uomo, sarebbe stata respinta per motivi di sicurezza. La donna che ha chiamato i soccorsi conosce Francavilla da anni e ieri mattina è stata avvisata da sua figlia, allarmata dalla moglie del Francavilla che dopo l’agguato ha trovato la forze di telefonare alla moglie per chiedere soccorso.
“Chiama qualcuno hanno provato ad ammazzarci” avrebbe detto al telefono il “boss” prima di perdere conoscenza. Di fronte alla villetta è accorsa l’amica di famiglia che ha dato l’allarme alle 12.32 di eiri quando il 112 ha ricevuto la chiamata di soccorso dirottata al 118. “L’ho visto ricoperto di sangue – ha riferito la donna – e si preoccupava solo del figlio salvate mio figlio, hanno sparato anche a lui”. Ma su chi possa essere stato il sicario a sparare a bruciapelo non ha fornito alcuna informazione mentre veniva trasportato in ospedale. Solo poche e confuse parole sono state riferite dal Francavilla agli investigatori che hanno sequestrato alcune immagini di impianti di videosorveglianza, intorno alla villetta.
I “sicari” sono arrivati alla residenza di Antonello Francavilla grazie ad una “soffiata” in quanto oltre al figlio che si era recato a Nettuno per trovare il padre in occasione della festa di carnevale, a Nettuno. L’altro figlio più grande era andato a trovarlo altre volte in passato, “non crediamo che il sicario o i sicari abbiano dovuto seguire lui per arrivare al padre, sapevano dove trovarlo e hanno agito pur sapendo che in casa c’era un ragazzino… sono mer…“, dicono gli amici e i familiari del Francavilla arrivati da Foggia al Gemelli. A indagare sul duplice tentato omicidio è la Squadra Mobile di Roma, dopo che ieri sono arrivati sul posto gli agenti della Sezione Omicidi ed i colleghi della Criminalità organizzata, insieme agli agenti del commissariato di Anzio.
Nettuno ed Anzio rappresentano ormai un territorio pesantemente infiltrato in virtù della presenza della ‘ndrangheta, rappresentata dalle famiglie Gallace, Perronace e Madaffari, nel quale nascondersi facilmente, potendo godere della protezione di esponenti della malavita organizzata. Un territorio come rivela una recente indagine della Dda di Roma che ha smantellato un’organizzazione legata alla ‘ndrangheta specializzata nel traffico internazionale di cocaina con l’emissione di 65 ordinanze di custodia cautelare. Operazione di qualche giorni fa. Così come non è un caso che ad Anzio e Nettuno nei primi anni 2000 il sistema informatico di ricerca “precedenti” e “rintraccio” la sera dopo le otto non funzionava e quindi latitanti e fuggitivi anche fermati ai controlli non venivano segnalati. E così i clan mafiosi sono cresciuti negli anni.
E’ ipotizzabile che Francavilla sappia benissimo chi è il mandante e le ragioni dell’agguato ma da boss navigato qual è, a capo di una delle più forti e potenti “batterie” di zona, abbia deciso di non parlare. Non è da escludere quindi che nelle prossime ore possano esserci delle ritorsioni nel Foggiano, motivo per cui le forze dell’ordine sono già allertate, in quanto il clan Francavilla-Sinesi, è da anni è in a guerra con un’altra “batteria” del gruppo Moretti-Pellegrino-Lanza che opera e delinque sempre con la droga, il traffico di stupefacenti e le estorsioni nello stesso territorio.
Antonello Francavilla è da tempo ritenuto il capo indiscusso della “Società Foggiana”, gli inquirenti lo ritengono un uomo molto pericoloso e determinato.La sua organizzazione, il suo clan ha delle caratteristiche paramilitari di stampo mafioso. È presente in Italia e in alcune amministrazioni pubbliche, riuscito ad infiltrarsi nel comune di Foggia durante le consiliature del sindaco Franco Landella, che ha portato lo scioglimento per mafia del consiglio comunale.
Adesso sarà compito del Procuratore Aggiunto della DDA di Roma Ilaria Calò scoprire come mai Antonello Francavilla abbia scelto proprio Nettuno per scontare i domiciliari.