Via libera definitivo dell’aula della Camera al Ddl sull’autonomia differenziata. “Abbiamo scelto fin dal primo momento di impegnarci per un’Italia più forte e più giusta, assicurando più autonomia, più coesione e più sussidiarietà, che rappresentano i cardini del disegno di legge sull’autonomia differenziata, ossia l’esatto contrario delle logiche del passato incentrate su politiche meramente assistenziali, soprattutto nel Mezzogiorno”, scrive sui suoi canali social, il premier Giorgia Meloni che aggiunge: “A queste logiche, che non ci appartengono, con estrema chiarezza verso tutti gli italiani, abbiamo risposto con la programmazione di politiche attive per l’occupazione e per lo sviluppo economico delle regioni del Sud“.
“Per un’Italia più efficiente e più moderna, con meno sprechi e più servizi a tutti i cittadini, da Nord a Sud: dopo tanti anni di battaglie e di impegno, nonostante le bugie e gli attacchi della sinistra, grazie alla Lega ed al governo l’Autonomia richiesta da milioni di Italiani è stata approvata questa mattina anche alla Camera ed è finalmente legge. Una vittoria di tutti gli italiani: Grazie”. Così il ministro Matteo Salvini, segretario della Lega, su Instagram.
Incassato il via libera della Camera, Roberto Calderoli, ‘padre’ del ddl mostra sorridente in Transatlantico il testo del provvedimento. “Mi tremano le gambe per l’emozione“, scrive sui social. Presente in Aula, tra i banchi del partito, prima del voto finale, anche il vice segretario leghista, Giancarlo Giorgetti. Foto di gruppo con bandiere regionali per i deputati leghisti che hanno così festeggiato il via libera definitivo al testo. I parlamentari hanno posato con Roberto Calderoli nel cortile di Montecitorio.
“Oggi, più che mai, è chiaro che l’autonomia differenziata è la scelta migliore per il futuro dell’Italia, un sogno che diventa realtà, richiesto a gran voce da Veneti e Lombardi con i referendum del 2017. Mentre la sinistra ha continuato strumentalmente ad opporsi all’attuazione della Riforma del Titolo V della Costituzione, la Lega ed il centrodestra al Governo, dopo la seduta fiume di questa notte, hanno riscritto la storia, approvando in via definitiva il Ddl Calderoli. Un grande risultato che ora, attraverso le intese con le Regioni, potrà portare nuove materie per le amministrazioni che vorranno cogliere questa fondamentale opportunità. Maggiori competenze e responsabilizzazione degli amministratori locali sulla loro azione, razionalizzazione della spesa, costi e fabbisogni standard cancellando il criterio della spesa storica e con i Lep, garanzie nazionali per i servizi sociali essenziali per combattere le diseguaglianze sociali. Attuazione di una riforma che unisce e non divide”, ha dichiarato Massimo Bitonci (Lega), sottosegretario al Mimit, presente in aula tra i banchi del Governo durante tutti i lavori d’aula.
“Passa il Premierato al Senato e, dopo la seduta fiume anche l’ Autonomia differenziata alla Camera, i provvedimenti che hanno scatenato le opposizioni ricorse, oramai come loro consuetudine, a urla e insulti nel tentativo di bloccarli. Ciò che non vogliono o non possono accettare le sinistre, dopo anni di immobilismo con governi costruiti a tavolino, tecnici o con coalizioni innaturali, e’ che all’attuale maggioranza dagli italiani e’ stato dato il mandato del ‘fare’. Poi si giudicherà quanto realizzato, ma ciò che gli elettori certamente non perdonerebbero a questo governo sarebbe di ricadere nell’immobilsmo dei governi precedenti, condannando ancora una volta il nostro paese a quel letargo politico che si coniuga con la perdita di credibilità internazionale”. Così il deputato di Fratelli d’Italia, Mauro Malaguti.
La reazione delle opposizioni
Opposizioni unite hanno cantato l’inno di Mameli e sventolato il tricolore durante il voto finale mentre dai banchi della Lega spuntavano le bandiere della Serenissima. “Un provvedimento che divide e crea diseguaglianze che viene approvato di notte nella vergogna. Con questo voto sancite che esistono cittadine e cittadini di serie e A e serie B”, ha dichiarato la segreteria del Pd, Elly Schlein, nella dichiarazione di voto finale.
“Abbiamo appena finito una lunga nottata in Parlamento per approvare l’autonomia differenziata. Noi ovviamente ci siamo opposti in tutti i modi: un’autonomia differenziata che divide il Paese. Ci saranno più burocrazia e più diseguaglianze”, scrive al termine della seduta fiume Maria Elena Boschi, deputata di Italia Viva , in un post su Facebook ed aggiunge: “La maggioranza ha approvato questo testo di notte con un atteggiamento da caterpillar: più dimostravamo che le cose non avevano senso, più andavano avanti. Peccato, un’occasione persa. Buongiorno a tutti voi. Buona notte alle istituzioni”, conclude.
“Azione ha fatto un’opposizione seria, costruttiva, senza però trovare nessuno spazio di dialogo da parte della maggioranza, che si è arroccata su una proposta chiusa e che riteniamo dannosa per il Paese. Ma a fronte di questo la risposta non è andare in piazza e usare contro gli slogan della maggioranza quelli delle opposizioni. Noi abbiamo fatto un lavoro parlamentare serio e messo in evidenza tutte le contraddizioni di questa maggioranza, che ci sono e sono emerse. Questa legge sarà un danno per il Paese e noi continueremo a cercare di cambiarla, perché siamo pagati non per andare in piazza ma per lavorare in Parlamento”, ha commentato Elena Bonetti vicepresidente di Azione, ad Agorà.
Cos’è l’autonomia differenziata e come funziona
L’autonomia differenziata è il riconoscimento, da parte dello Stato, dell’attribuzione a una Regione di una autonomia legislativa su materie di competenza concorrente e, in tre casi, di materie di competenza esclusiva dello Stato. Insieme alle competenze, le Regioni possono anche trattenere il gettito fiscale, che non sarebbe più distribuito su base nazionale a seconda delle necessità collettive. La legge appena approvata dalla Camera su ‘Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione‘, firmata dal ministro Roberto Calderoli, offre la possibilità di riconoscere livelli di autonomia alle Regioni italiane a statuto ordinario e speciale e alla Provincia Autonoma di Trento e Bolzano, ed è legge procedurale attuativa della riforma del Titolo V della Costituzione approvata nel 2001.
In 11 articoli, la nuova norma definisce le procedure legislative e amministrative per l’applicazione di quanto previsto dalla Carta, regolando le procedure per intese tra Stato e quelle Regioni che decideranno di chiedere una autonomia differenziata in 23 materie. Prima di presentare la richiesta, ogni singola Regione dovrà acquisire pareri di Comuni, Province ed enti regionali del suo territorio. Le materie per cui è possibile questa richiesta sono: salute, istruzione, sport, ambiente, energia, trasporti, cultura e commercio con l’estero. Per 14 di queste materie vanno definiti i Lep, Livelli Essenziali di Prestazione.
Lo Stato e la Regione richiedente l’autonomia differenziata avranno tempo 5 mesi dalla richiesta della Regione per arrivare a un accordo. Le intese potranno durare fino a 10 anni e poi essere rinnovate, e potranno anche essere interrotte prima della scadenza da Stato o Regione con preavviso di almeno 12 mesi. Cuore della riforma sono appunto i Lep, il servizio minimo che deve essere garantito in modo uniforme sull’intero territorio nazionale. La determinazione dei costi e dei fabbisogni standard avviene sulla base di una ricognizione della spesa storica dello Stato in ogni Regione nell’ultimo triennio.
L’esecutivo entro 24 mesi dall’entrata in vigore della legge approvata oggi dovrà varare uno o più decreti legislativi per determinare livelli e importi dei Lep. Il trasferimento di funzioni da Stato a Regione sarà possibile solo successivamente alla determinazione dei Lep e nei limiti delle risorse rese disponibili in legge di bilancio. Una cabina di regia del governo nazionale dovrà effettuare periodica ricognizione del quadro normativo in relazione a ciascuna funzione amministrativa statale e delle regioni ordinarie e individuare materie o ambiti di materie riferibili ai Lep sui diritti civili e sociali che devono essere garantiti allo stesso modo in tutto il territorio nazionale.
Ne fanno parte tutti i ministri competenti, assistiti da una segreteria tecnica presso il Dipartimento Affari Regionali e Autonomie della Presidenza del Consiglio. Il governo può sostituirsi a organi di Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni quando verifichi loro inadempienze rispetto a trattati internazionali, normative comunitarie oppure riscontri un pericolo grave per la sicurezza pubblica inclusa la garanzia di diritti civili e sociali e occorra tutelare l’unita’ giuridica o quella economica del Paese.
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