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24 Agosto 2024 19:29
24 Agosto 2024 19:29

Autovelox illegali, sequestri in tutta Italia: ecco dove le multe dovrebbero essere annullate

Il ministro Matteo Salvini: "No a dispositivi che aumentano le multe e non la sicurezza"

Verranno tutti spenti e quindi sequestrati gli autovelox considerati illegali, e cioè quelli non omologati e che non hanno un prototipo del sistema di rilevamento. Il provvedimento è stato eseguito dalla Squadra di polizia giudiziaria della Sezione Polizia stradale di Cosenza, per specifica competenza normativa, al termine delle indagini delegate dalla procura dopo gli accertamenti sulla non legittimità del sistema di rilevamento delle violazioni della velocità effettuate con i velox T-EXSPEED v 2.0.

Salvini: “Interverremo: no a dispositivi che aumentano le multe e non la sicurezza”

Il ministro per i Trasporti Matteo Salvini è al lavoro per mettere ordine la situazione di caos. “La Lega, in primis il Ministro Matteo Salvini, è al lavoro per mettere ordine in una situazione di caos. La salvaguardia degli utenti della strada e dei pedoni è una priorità, ma senza tartassare i cittadini con migliaia di autovelox illegali che non aumentano la sicurezza ma solo le multe”. Così una nota della Lega dopo la notizia dei sequestri di dispositivi illegali in tutta Italia.

Ecco perché sotto sequestro gli Autovelox T-Exspeed v 2.0

Per questo motivo si sta eseguendo il decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip presso il Tribunale Ordinario di Cosenza. “Una indagine lunga, complessa ed articolata, irta di ostacoli in considerazione della delicatezza della materia e delle implicazioni economiche che riguarda il settore”, sottolineano gli investigatori.

Gli operatori della Polizia Stradale, in particolare, sono riusciti a cristallizzare elementi che hanno consentito al gip di emettere provvedimenti di sequestro che riguarda misuratori di velocità denominati T-EXSPEED V.2.0 con postazioni fisse per il rilevamento della velocità sia media che puntuale, dislocate lungo la SS 107 e la SP 234 del territorio della provincia di Cosenza, la SS.106 della Calabria. Gli accertamenti effettuati hanno consentito di appurare non solo la mancata omologazione ma anche l’assenza del prototipo del sistema di rilevamento, elementi indispensabili per accertare la legittimità delle violazioni rilevate da tali sistemi, di proprietà di società private che vengono date in noleggio a enti locali, con il rischio concreto di danno erariale nel caso di ricorso da parte di utenti a cui spesso i giudici riconoscono oltre l’annullamento del verbale anche il risarcimento delle spese.

Il sequestro riguarda apparecchiature dislocate su tutto il territorio nazionale ed in particolare quelli presenti in vari comuni e città quali Arcola, Carlentini, Cerignola, Modena, Pomarico, Pianezza, Piadena, Reggio Emilia, San Martino in Pensiliis, Venezia, Vicenza. Il legale rappresentante della società appaltatrice è stato denunciato in stato di libertà per frode nella pubblica fornitura. Questo reato si configura quando un fornitore consegna alla pubblica amministrazione beni o servizi che non rispettano le specifiche contrattualmente concordate. Nel caso in esame, i dispositivi di rilevamento della velocità risultavano non omologati e pertanto non conformi agli standard richiesti per la loro legittima utilizzazione.

Polstrada, prototipo Autovelox differente da quello in uso

“Il prototipo depositato al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è risultato differente dalla versione modificata che la società ha fornito, in un secondo momento, ai Comuni. Da qui il provvedimento. Al momento gli autovelox T-exspeed v.2.0 sono stati scollegati». Lo ha dichiarato all’ANSA Giancarlo Baiano dirigente della Polstrada di Cosenza in relazione al sequestro dei misuratori di velocità attivi in diversi comuni italiani. “Il provvedimento – ha spiegato Baianoè stato notificato alla società che fornisce questa tipologia di servizi con questo apparato e ovviamente anche ai comuni che hanno contratto d’uso con società“.

Le multe elevate da apparecchi autovelox non a norma possono essere contestate, purché la sanzione non sia stata già pagata dagli automobilisti. La legge stabilisce criteri e tempi precisi per impugnare le sanzioni: dalla data di contestazione o notifica della violazione, 60 giorni davanti al Prefetto, ricorso gratuito ma che determina il pagamento del doppio della sanzione qualora l’istanza venga respinta, o 30 giorni dinanzi al giudice di pace, ma pagando il contributo unificato. Per le multe già pagate o quelle per cui siano scaduti i termini, non è possibile proporre ricorso.

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