di REDAZIONE POLITICA
Le proiezioni flash Swg per La7 non lasciavano molti dubbi: a Roma, Roberto Gualtieri veniva dato tra il 57,2 e il 59,2%, contro il 37–41% di Enrico Michetti con 20 punti di distacco ; invece a Torino Stefano Lo Russo veniva accreditato del 58,6% contro il 41,4% di Paolo Damilano. Il risultato di Roma è la punta dell’iceberg di un turno elettorale che ha visto prevalere chiaramente il centrosinistra, impostosi anche a Torino (dove ha vinto Stefano Lo Russo) e, complessivamente, in otto dei dieci capoluoghi di provincia che sono andati al ballottaggio. Dopo Milano, Bologna e Napoli conquistate già al primo turno – riconfermati Beppe Sala e Matteo Lepore, Gaetano Manfredi eletto nel capoluogo campano – anche le due grandi città governate fino a ieri dal Movimento 5Stelle sono state quindi aggiudicate ai candidati espressione del Pd e dei suoi alleati. Gualtieri non a caso ha ringraziato pubblicamente i romani: “Sono onorato della fiducia che mi è stata accordata Metterò tutto il mio impegno per onorarla” ha detto l’ex ministro dell’Economia del governo Conte Bis.
Il centrosinistra ha vinto quindi la sfida delle elezioni comunali 2021, almeno nei principali comuni. Dopo aver già conquistato al primo turno Milano, Bologna e Napoli dove sono stati riconfermati Beppe Sala e Matteo Lepore, e Gaetano Manfredi eletto nel capoluogo campano, anche Roma e Torino, che sino ad oggi erano state governate dal Movimento 5 Stelle, sono state conquistate dai candidati espressione del Pd e dei suoi alleati.
L’esito politicamente più rilevante è quello registrato all’ombra del Campidoglio. Dove Gualtieri – che aveva chiuso il primo turno con un ritardo di tre punti su Michetti – ieri si è imposto con uno scarto superiore al 20 per cento: il nuovo inquilino di Palazzo Senatorio ha superato quota 60 per cento, mentre il suo rivale si è fermato al 39,8. E il centrosinistra si è aggiudicato anche 14 Municipi della Capitale su 15, con il M5S che, dopo l’ondata gialla di cinque anni fa, sparisce completamente dal panorama amministrativo cittadino. Un successo della linea del segretario dem Enrico Letta, che a Roma ha scelto di non tentare alleanze con i pentastellati o con Carlo Calenda, ma di attrarne i voti: tanto che Gualtieri ha ottenuto un ampio consenso nelle aree centrali della città, quelle che al primo turno avevano dato la maggiore linfa elettorale al leader di Azione.
Anche altri capoluoghi di provincia erano al voto. A Savona il candidato del centrosinistra Marco Russo è diventato sindaco con il 62,25 dei voti, a Benevento si va invece verso la conferma di Clemente Mastella, candidato di una coalizione centrista, che sta prevalendo con il 53,13% contro il 46,87% del candidato del centrosinistra Luigi Diego Perifano.
Anche a Latina il sindaco non cambierà: Damiano Coletta, del centrosinistra, ha recuperato il distacco del primo turno e superato il candidato del centrodestra Vincenzo Zaccheo: al momento i dati parlano di 53,3% contro 46,7%. Al Nazareno sede del Partito Democratico si festeggia anche per Cosenza, dove Francesco Caruso è stato eletto con il 57,59% dei voti, e per Isernia, dove Pietro Castrataro è al 59,4%, nettamente avanti rispetto a Gabriele Melogli (40,6%). Anche a Caserta il centrosinistra è in vantaggio: Carlo Marino ha il 2,43%, il suo avversario Gianpiero Zinzi il 47,57%.
In Puglia, in provincia di Taranto, confermato a Massafra il sindaco uscente “civico” Fabrizio Quarto sostenuto dal centrosinistra che ha prevalso sul candidato Domenico Santoro, appoggiato da Forza Italia, dagli esponenti locali di FdI, e secondo molte voci ricorrenti dall’imprenditore Antonio Albanese che già alle precedenti Elezioni Politiche aveva inutilmente candidato alla Camera una sua dirigente.