ROMA – La Guardia di Finanza, tramite le sue articolazioni del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di Roma e del Nucleo Polizia Economica Finanziaria di Bari guidato dal Colonnello Pierluca Cassano ha dato esecuzione ad un Decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Bari, su richiesta del procuratore aggiunto Roberto Rossi e dai sostituti Savina Toscani e Federico Perrone Capano, della Procura di Bari , nei confronti di tre figure apicali della Banca Popolare di Bari, per un valore di 16.001.254,29 Euro.
Il provvedimento riguarda in particolare Gianluca Jacobini, già Condirettore Generale, Nicola Loperfido, già Responsabile della Direzione Business, e Giuseppe Marella, ex Responsabile Internal Auditing della Popolare, tutti indagati per ostacolo all’esercizio delle funzioni delle
autorità pubbliche di vigilanza. Gianluca Jacobini è stato indagato anche per false comunicazioni sociali.
In particolare, il sequestro è relativo in forma diretta al denaro nella disponibilità degli indagati sino alla concorrenza dell’importo sopraindicato e, in subordine, in caso di incapienza del patrimonio ad essi riconducibile, nella forma “per equivalente”. Il contesto investigativo è riferibile al trattamento dei crediti erogati dalla banca in correlazione ad acquisti di azioni/obbligazioni emesse dalla stessa popolare; si tratta di una serie di cosiddette ‘operazioni baciate’ che hanno generato una sorta di saldatura tra taluni finanziamenti erogati dalla banca e rilevanti acquisti di azioni emesse dalla stessa Banca Popolare di Bari e, dunque, potenzialmente incidenti, in negativo, sui fondi propri dell’istituto, ai sensi della regolamentazione prudenziale di vigilanza.
Nel corso degli approfondimenti investigativi delle Fiamme Gialle, sono state rilevate gravi irregolarità dei citati dirigenti dell’Istituto di credito, finalizzate a rappresentare una situazione economico finanziaria e patrimoniale non veritiera, in occasione dell’ispezione della Banca d’ Italia avviata a giugno 2016 e conclusa nel mese di novembre 2016 – in vista della trasformazione della natura giuridica dell’Istituto da società cooperativa a responsabilità limitata in società per azioni.
Lo scopo dei tre “furbetti” della Popolare di Bari , secondo gli inquirenti, era far figurare un aumento di patrimonio della banca. Le operazioni finite sotto accusa riguardano le società Debar Costruzioni, la De Bartolomeo Srl, (che fanno capo all’imprenditore Domenico De Bartolomeo attuale presidente di Confindustria Puglia), Camassambiente Spa, Giuliani Enrico, Special media international tesoro Giulia, Rovoletto Claudia e Zaccagnini Francesco.
Gli stessi dirigenti avevano infatti posto dolosamente in essere comportamenti ostruzionistici, occultando agli ispettori di Bankitalia alcuni fascicoli di clienti e alterando alcune informazioni, al fine di evitare che emergessero posizioni tali da determinare per la banca l’obbligo di apportare rettifiche ai cosiddetti “fondi propri”