BARI – Nella mattinata odierna i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Bari hanno dato esecuzione ad una misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Bari, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti dei fratelli Domenico Alba, di anni 71, e Luca Alba, di anni 69, amministratori di una società di Monopoli (BA) operante nel settore della “costruzione di edifici residenziali e non”, entrambi residenti in Monopoli (BA). I due fratelli arrestati sono accusati, in concorso tra loro, di bancarotta fraudolenta aggravata patrimoniale nonché di bancarotta documentale. in quanto avrebbero portato al fallimento una società immobiliare di Monopoli, facendo scomparire circa 6 milioni di euro dalle casse sociali attraverso il trasferimento di beni a favore di altre due società costituite per lo scopo truffaldino
Sulla base alle indagini dei finanzieri coordinate dal pm Giuseppe Dentamaro della Procura di Bari , i due amministratori grazie anche alla collaborazione del professionista depositario delle scritture contabili e di altri complici aventi specifici incarichi societari, tutti indagati, hanno attuato delle condotte finalizzate alla distrazione e scomparsa delle risorse economico-finanziarie della società per oltre 6 milioni di euro, attraverso una scissione societaria con trasferimento di beni e ricchezze per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro in favore di una società terza, costituita per lo scopo, .
Inoltre secondo gli accertamenti effettuati i fratelli Alba avrebbero trasferito a un’ulteriore società neo-costituita un patrimonio mobiliare (beni strumentali, arredi e rimanenze di magazzino) per circa 600mila euro e ceduto crediti per oltre 100mila euro. Dagli accertamenti sulla contabilità, come reso noto dalla Procura di Bari in una nota stampa è poi emersa anche “una gestione anomala della liquidità si legge nella nota della Procura che ha determinato un’ulteriore distrazione per circa 1,4 milioni di euro“.
La Procura barese sempre nell’ambito della stessa indagine eseguì un anno fa un sequestro preventivo di beni per quasi 5 milioni di euro, ponendo i sigilli all’opificio industriale con annessa palazzina per uffici, sede della società, oltre al terreno di pertinenza di oltre 12mila metri quadrati.