ROMA – Gli economisti della sede pugliese di Banca d’Italia nel presentare l’aggiornamento congiunturale dell’Economia della Puglia nel 2019 hanno reso noto che l’economia pugliese sostenuta dall’andamento dell’industria e dei servizi nel primo semestre del 2019 ha continuato a crescere a ritmi contenuti, evidenziando che la crescita potrebbe perdere colpi a causa delle vicende che riguardano lo stabilimento ArcelorMittal ( ex- Ilva) di Taranto .
Maurizio Lozzi, responsabile della Divisione analisi e ricerche economiche e territoriali di Bankitalia Bariha spiegato che “Nei primi nove mesi dell’anno il fatturato del settore industriale è ancora aumentato, soprattutto grazie alla dinamica dell’alimentare e del meccanico, mentre il siderurgico ha registrato un calo dell’attività produttiva, risentendo dell’andamento negativo dei mesi estivi” aggiungendo che “stando alle nostre stime nei mesi estivi dovrebbe essersi ridotto il prodotto dell’azienda siderurgica“.
“Un’azienda che prima dell’inizio di queste vicende giudiziarie, iniziate nel 2012, aveva un impatto abbastanza consistente sull’economia regionale. Il valore aggiunto diretto, senza effetti indiretti e sull’indotto, era dell’1,3% del Pil regionale. Secondo le stime Svimez, ha un impatto di 3 miliardi su base nazionale“. La crescita è stata modesta nel settore terziario ed il numero delle imprese attive nel commercio è diminuito. Buone notizie arrivano dai flussi turistici che “nei primi otto mesi dell’anno sono risultati ancora in aumento, soprattutto grazie alle presenze di visitatori stranieri, ed è cresciuto il numero di esercizi ricettivi e di ristorazione“.
I ritmi di crescita contenuta dell’economia pugliese hanno comportato ripercussioni sull’occupazione. L’occupazione in Puglia è cresciuta dell’1,4% nel primo semestre del 2019 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, viaggiando a un ritmo più elevato della media nazionale (0,5) ed in controtendenza rispetto al Mezzogiorno (-0,4). Pietro Sambati direttore della sede di Bari della Banca d’Italia spiega che “la Puglia continua a crescere ma a un ritmo contenuto, sostenuto dall’andamento soprattutto dei settori alimentare, meccanico e turismo. Questa crescita non basta a recuperare i livelli pre-crisi. Per quanto riguarda l’occupazione siamo ancora a 47.000 occupati sotto i livelli pre-crisi. Per quanto riguarda il Pil, mentre l’Italia è -4 punti, la Puglia è ancora -7 punti percentuali“.
L’incremento del numero degli occupati in Puglia ha riguardato solo e soprattutto gli autonomi ed in misura marginale i dipendenti, per i quali si è anche registrato un aumento del ricorso alla Cassa integrazione guadagni. Le assunzioni sono risultate superiori alle cessazioni per i contratti a termine e per quelli a tempo indeterminato.
Secondo Sambati per dare una spinta alla crescita“la risposta sta nel rilancio degli investimenti, in primo luogo pubblici. Il tema riguarda anche la vicenda che ha radici locali, quella di ArcelorMittal, ma che ha una valenza e un respiro nazionale e sovranazionale. Siamo tutti consapevoli dell’importanza di coniugare salute-lavoro, ambiente-produzione. È evidente che l’impatto va visto non soltanto con gli effetti diretti ma anche su quelli indiretti e sull’indotto, come la filiera legata agli acciai speciali prodotti dall’ex Ilva che riguarda l’automobile, gli elettrodomestici, la cantieristica, le opere pubbliche, che incide su buona parte della filiera produttiva nazionale e quindi la risposta deve arrivare in primo luogo dagli investimenti pubblici in quadro di certezza normativa“.
Per il direttore di Bankitalia di Bari in definitiva “non basta spendere i soldi, ma è necessario spenderli bene. Soprattutto bisogna sradicare quel triangolo illegale costituito da evasione, corruzione e criminalità, perché così facendo possiamo far ripartire la nostra economia“. Secondo i dati bancari disponibili l’andamento del credito in Puglia “è leggermente aumentato, in linea con la dinamica del 2018. L’incremento dei finanziamenti alle famiglie, in particolare a sostegno della spesa per l’acquisto di beni di consumo, ha controbilanciato il lieve calo dei prestiti alle imprese, concentrato tra quelle di minore dimensione. È proseguita la fase di graduale miglioramento della qualità del credito. Dal lato della raccolta, i depositi hanno registrato un’ulteriore crescita“.