Doppio rinvio a giudizio disposto dal Gup di Lecce dr.ssa Giulia Proto, nei confronti dell’ex pubblico ministero della Procura di Trani, Michele Ruggiero, attualmente in servizio presso la procura di Bari, nell’ambito di due procedimenti separati scaturiti da denunce parallele. Gli atti furono immediatamente trasmessi alla Procura Generale ed a quella di Lecce dal procuratore capo di Trani (all’epoca dei fatti) Carlo Maria Capristo. Il Tribunale di Lecce competente a trattare i procedimenti che coinvolgono magistrati in servizio nel distretto della Corte d’appello di Bari, ha fissato l’inizio dei due processi (i fascicoli sono distinti) a carico di Ruggiero per il 21 marzo e il 6 giugno 2023 davanti al giudice monocratico della sezione penale del Tribunale salentino.
Il primo è riferito all’esposto presentato da Sergio De Feudis, funzionario dell’area finanziaria del Comune di Trani, imputato nel processo “Sistema Trani” a seguito di indagine istruita dallo stesso Ruggiero nel 2014 quando furono arrestati l’allora sindaco Luigi Riserbato e altre cinque persone. De Feudis aveva denunciato il magistrato per i toni e le pressioni che avrebbe utilizzato nell’escussione di due testi, dalle quali sarebbe poi scaturito il suo arresto nella primavera 2016. La data di questo processo è stata fissata al 21 marzo 2023.
Il secondo rinvio a giudizio nasce invece dalla denuncia dell’ex vicesindaco, Giuseppe Di Marzio, arrestato il 20 dicembre 2014 insieme ad altri attuali imputati del processo Sistema Trani . Di Marzio voleva dimostrare come il verbale delle sommarie informazioni testimoniali rese durante le indagini preliminari dal consigliere comunale Beppe Corrado, fosse differente rispetto all’ effettivo contenuto dell’interrogatorio, emerso con il rilascio in udienza dei file audio contenenti le registrazioni di quelle Sit. Sulla base dell’imputazione formulata dalla pm di Lecce Roberta Licci, Ruggiero avrebbe sintetizzato le parole di un testimone “in modo del tutto distonico rispetto alle effettive dichiarazioni”, con riferimento al presunto coinvolgimento di Di Marzio in un episodio di richiesta di tangenti. Di Marzio si è costituito parte civile con l’avv. Enrico Capurso.
Nelle nuove trascrizioni del testimone sarebbe emerso che, nel precedente verbale, sarebbero state “assemblate affermazioni rese in momenti diversi nel corso della lunga escussione, in una consequenzialità logica non coerente con le effettive informazioni rese dal teste“. Si sarebbero quindi riscontrate delle difformità ed omissioni che avrebbero determinato la decisione del pm Ruggiero di arrestare Di Marzio pur nell’assenza delle condizioni oggettive per disporre la grave misura cautelatre. La data dell’udienza relativa a questo procedimento è stata fissata per il 6 giugno 2023.
Secondo l’impianto accusatorio sostenuto dalla procura di Lecce, sarebbero stati costretti “con modalità intimidatorie e violenze verbali” a dichiarare il falso minacciando un testimone di gravi conseguenze penali se non lo avesse fatto. Secondo la difesa del pm , invece, gli atti “sono perfettamente regolari e legittimi” e non ci sarebbe stato “nessun tipo di pressioni”.
Sempre secondo l’accusa Ruggiero avrebbe detto nei confronti di uno di loro, che affermava di non essere a conoscenza del pagamento di tangenti,”ti stavamo per arrestare“, “anche la sola indagine a tuo carico ti creerebbe un casino di problemi per la laurea, per il tuo futuro”, “stai attento a quello che dici“, “io le cose le so già e te ne andrai in carcere pure tu“. “Ci vedremo tra un mesetto, però in una diversa posizione, tu stai dietro alle sbarre e io sto da un’altra parte… non ti sto impaurendo“. Ed ancora: “Ma perché devo minacciarti di arrestarti per farti dire la verità porca p…”. Ad un’altra testimone, sempre secondo l’accusa, Ruggiero avrebbe contestato un “atteggiamento omertoso e mafioso”.
Uno dei capi d’accusa per falso è contestato al pm in concorso con un poliziotto della Digos di Bari, Michele Tisci che era consigliere comunale a Trani. Il pm Ruggiero ha commentato “Ritengo totalmente infondata le accusa e sono certo di poter ottenere giustizia all’esito del dibattimento. Ho sempre lavorato e continuo a lavorare con serietà, ho fiducia nella giustizia”.
Per fatti analoghi, Ruggiero che ha sempre respinto ogni accusa, è già stato condannato a 6 mesi di reclusione dalla Corte di Appello di Lecce (in primo grado era stato condannato ad un anno) per “concorso in tentata violenza privata” per fatti dell’ottobre 2015. Su questa vicenda pende attualmente ricorso per Cassazione. L’indagine in questo caso riguardava delle presunte pressioni fatte da due pm tranesi (l’altro è il pm ora in servizio a Bari Alessandro Donato Pesce, condannato anch’egli in appello a 4 mesi) su tre testimoni di un’inchiesta, per costringerli ad ammettere di essere a conoscenza del pagamento di tangenti all’ex comandante della polizia municipale di Trani, Antonio Modugno, nella fornitura di photored.
Sa a dir poco di incredibile che due magistrati condannati in primo e secondo grado possano continuare a fare i sostituti procuratori della repubblica, persino “promossi” dalla procura di Trani a quella del capoluogo pugliese, a Bari. Resta da chiedersi come sia possibile e sopratutto come mai il Csm consenta una situazione del genere.