BARI – Questa mattina al termine dell’ inchiesta denominata “Ragnatela” partita a marzo del 2015 , le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari su delega della Direzione Distrettuale Antimafia barese hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 5 persone per usura ed il sequestro di un ingente patrimonio. Tra gli arrestati il noto pregiudicato Domenico Capodiferro del quartiere San Girolamo di Bari.
Nel corso delle investigazioni svolte dal GICO è stata documentata, anche mediante intercettazioni telefoniche ed ambientali, e emersa l’illecita attività usuraria posta in essere dal pregiudicato barese Domenico Capodiferro, operante principalmente nei quartieri di San Girolamo e San Paolo, il quale – nel periodo di detenzione in carcere per armi e droga – si avvaleva della concreta collaborazione di alcuni familiari – ai quali durante i colloqui in carcere impartiva disposizione a moglie e figlia sull’attività di usura da svolgere. Capodiferro al momento dell’arresto era ristretto ai domiciliari, ma secondo quanto documentato e sostenuto dagli investigatori delle Fiamme Gialle attraverso le sue attività illecite, aveva accumulato tanto di quel tanto denaro da poterlo prestare a tassi di usura a titolari di aziende in grave crisi di liquidità, fra cui commercianti di auto o di prodotti petroliferi, imprenditori edili, che di fatto erano ormai dipendenti finanziariamente dai prestiti usurai ricevuti.
La rete di usurai infatti operava dall’abitazione di un pregiudicato del quartiere, , che è stato arrestato insieme ad altre quattro persone. Secondo i magistrati della Dda, il Capodiferro reinvestiva nelle attività usuraie i guadagni illegali provenienti delle attività illecite di vendita di armi e droga. Arrestati anche la moglie Lucia Mininni, la figlia Ivana Capodiferro, il genero Giuseppe Farella e il fiduciario Ugo Montelli.
La Direzione distrettuale antimafia di Bari ha anche disposto il sequestro di un ingente patrimonio, accumulato a seguito dell’ attività di prestito di soldi in maniera usuraia. Il sequestro preventivo è finalizzato alla confisca e riguarda beni fra i quali la lussuosa caffetteria ‘Bar dello Sport’ intestata ad Anna Mininni, moglie di Andrea Montani e sorella della moglie di Capodiferro, un compendio aziendale con relativo immobile , un’abitazione con annessa autorimessa di nuova costruzione, 3 autovetture , un motoveicolo e 35 rapporti finanziari (conti correnti, contratti assicurativi, fondi pensione) per un valore complessivo stimato di circa Euro 1.305.390,00 , riconducibili a Domenico Capodiferro ed Andrea Montani (noto negli ambienti malavitosi come “Malagnac“) .