ROMA – La Corte d’appello di Lecce presieduta dal giudice Nicola Lariccia ha disposto la riapertura del dibattimento in cui è imputato l’ex procuratore capo di Bari, Antonio Laudati, che era stato assolto il 9 marzo 2016 “perché il fatto non costituisce reato” dall’accusa di abuso d’ufficio, e “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di favoreggiamento personale .
Laudati attualmente in servizio presso la D.N.A. la Direzione nazionale antimafia a Roma, è accusato di aver rallentato l’inchiesta barese sulle escort portate tra il 2008 e il 2009 nelle residenze dell’allora premier Silvio Berlusconi dal faccendiere Gianpaolo (detto Gianpi) Tarantini . La sentenza di assoluzione in primo grado è stata appellata sia dalla Procura di Lecce che dallo stesso Laudati, presente ieri in aula, il quale si è rivolto ai giudici di secondo grado di accertare la totale correttezza del suo operato.
Ieri mattina la Corte d’appello di Lecce, dopo essersi riunita in camera di Consiglio per decidere sull’applicazione del nuovo articolo 603 comma 3 bis previsto Codice di procedura penale entrato in vigore con la “riforma Orlando“, con la propria ordinanza ha disposto l’applicazione della rinnovazione in appello dell’istruzione dibattimentale. I giudici hanno ritenuto infatti, che l’applicazione del nuovo articolo costituisca un obbligo di legge e non una discrezionalità per il giudice.
La prossima udienza del processo è stato quindi fissata per il prossimo 27 novembre.