Alessandro Cataldo, (detto Sandrino), marito dell’assessore regionale ai Trasporti Anita Maurodinoia anche lei indagata (e perquisita dai Carabinieri), ed Antonio Donatelli sindaco di Triggiano, compaiono tra le persone poste agli arresti domiciliari questa mattina nell’ambito di una inchiesta della Procura di Bari per associazione a delinquere che riguarda le elezioni a Triggiano e Grumo e le elezioni comunali di Bari. Sono in tutto dieci gli indagati raggiunti questa mattina dall’ordinanza di misura cautelare eseguita dai carabinieri del Comando provinciale di Bari su richiesta della Procura di Bari.
Le indagini, condotte dalla Procura di Bari sono state coordinate dal procuratore aggiunto Alessio Coccioli (prossimo ad insediarsi alla guida della Procura di Matera) e dai pm Claudio Pinto e Savina Toscani. Gli accertamenti condotti avrebbero consentito di disvelare “un collaudato accordo illecito che, in occasione di entrambe le consultazioni elettorali, ha orientato le preferenze di voto di numerosi elettori, attraverso il pagamento di denaro ed altre utilità nei loro confronti”. Questa nuova indagine della Procura di Bari riguarda le elezioni amministrative del 20 e 21 settembre 2020 a Grumo Appula e del 3 e 4 ottobre 2021 a Triggiano.
Gli indagati sono 72 in totale e: rispondono, a vario titolo e secondo le rispettive responsabilità, di calunnia, corruzione propria, falso, associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale “per la votazione del sindaco e del Consiglio comunale di Grumo Appula e per la votazione del presidente e del Consiglio regionale della Puglia”.
Un altro dei dettagli che emerge dall’indagine è Sandro Cataldo avrebbe acquistato voti per 50 euro per sua moglie Anita Maurodinoia (Pd) in occasione della campagna elettorale nel 2020 per l’elezione nel Consiglio regionale della Puglia,. Da quanto contenuto nell’ordinanza del Gip Paola Angela De Santis, “negli accertamenti condotti dai Carabinieri emergeva che la promessa e la consegna della somma di euro 50 erano finalizzate ad indicare quale preferenza sulle schede elettorali anche Anita Maurodinoia alle elezioni regionali che si svolgevano contemporaneamente alle comunali”.
In particolare, le attività, coordinate dalla Procura della Repubblica di Bari e condotte in più fasi dai Carabinieri del Reparto Operativo – Nucleo Investigativo di Bari, della Compagnia di Modugno e della locale Sezione di Polizia Giudiziaria, avrebbero evidenziato che il responsabile del movimento politico, destinatario dell’odierno provvedimento di sottoposizione alla misura degli arresti domiciliari, “attraverso un’associazione che riusciva a canalizzare le preferenze, ha acquisito illecitamente voti nello svolgimento delle consultazioni nel Comune di Triggiano nel 2021. Lo scopo fissato era la rielezione dell’allora Sindaco e di altri 2 consiglieri comunali”, non destinatari dell’odierna misura.
E’ stato uno dei collaboratori più stretti e fidati di Sandrino Cataldo a metterlo nei guai insieme alla moglie Anita Maurodinoia. Ad accusarli nel 2021 è stato Armando Defrancesco 39enne, già consigliere municipale di Bari, anche lui posto agli arresti domiciliari, il quale contattò un maresciallo della Guardia di finanza che conosceva a cui rivelò il sistema utilizzato dai coniugi Cataldo-Maurodinoia per manipolare in loro favore elezioni regionali e comunali. Defrancesco venne ascoltato dal Nucleo di PEF (polizia economico-finanziaria) delle Fiamme Gialle di Bari ma subito davanti ai pm della Procura di Bari aveva ritrattato le sue dichiarazioni, non immaginando che di quelle dichiarazioni iniziali esistevano delle registrazioni. Defrancesco aveva provato a ribaltare le accuse accusando persino i finanzieri che lo avevano ascoltato, a partire dal maresciallo che aveva contattato sostenendo che l’appartenente alla Guardia di Finanza avrebbe arcàhitettato tutto per una ripicca personale. Ma le successive indagini affidate ai Carabinieri hanno dimostrato la correttezza e la legalità dell’operato dei finanzieri e accertate le menzogne e falsità di Defrancesco finito ai domiciliari.
Alcuni degli odierni indagati si stavano anche preparando per le elezioni comunali di Bari del giugno prossimo. Il Gip riporta nella sua ordinanza un messaggio audio inviato ad una donna, non indagata, proprio da Armando De Francesco. Il messaggio audio recuperato dagli inquirenti risale al 28 maggio del 2021 e, secondo la giudice, rivela i piani di De Francesco per le comunali baresi del 2024: “Mo’ però mi sto preparando, ecco perché sto facendo questo fatto dell’ente di formazione, dei docenti, dei tutor perché questa gente mi dovrà tutta rispondere con dei voti… Mancano tre anni ma io sto già in campagna elettorale”. Dagli atti dell’inchiesta emerge che anche enti di formazione e università telematiche venivano usati per raccogliere voti alle competizioni elettorali a Bari. “Esempio eclatante”, scrive il Gip “che svela e ammette che l’impegno profuso nel campo in trattazione, quindi la disponibilità a offrire posti di lavoro in qualità di tutor e docenti, lo sforzo nel procacciare studenti, è finalizzato principalmente alla creazione di quel bacino” di elettori “quel vero e proprio elenco di potenziali elettori da cui attingere voti”. “L’attività svolta con gli enti di formazione – si legge negli atti – oltre a dare la possibilità di interagire a stretto contatto con gli Uffici della pubblica amministrazione, creando così una sorta di legame professionale tra i vari soggetti che vi operano”, ed è “redditizia per le ampie ragioni di squisito tornaconto personale”.
La schedatura dei voti “comprati”
Il “meccanismo”di compravendita dei voti elettorali contemplava l’acquisizione dei dati personali di oltre 2.000 elettori con una «schedatura» in elenchi in ordine alfabetico (nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico e sezione elettorale), ed anche attraverso la raccolta e la catalogazione di copia dei documenti d’identità e delle tessere elettorali, così formando un database informatico-anagrafico. Alessandro Cataldo il marito dell’ ormai ex-assessore Anita Maurodinoia è ritenuto dagli inquirenti “capo e promotore dell’associazione, ideatore del programma criminoso per la cui esecuzione si sarebbe accordato con Lella“.
Le preferenze sarebbero state condizionate “anche in cambio di 50 euro per voto e chi accettava l’accordo avrebbe dovuto consegnare copia dei propri documenti d’identità e della scheda elettorale per un preciso conteggio dei voti sezione per sezione. La verifica veniva effettuata nel corso delle operazioni di spoglio dove vari “gregari” degli organizzatori – che stazionavano stabilmente nei pressi delle sezioni loro assegnate – verificavano se le persone si fossero effettivamente recate al voto nonché, all’atto dello spoglio, controllavano l’effettiva corrispondenza dei voti “acquistati””. Importante è stato quanto scovato e recuperato dai Carabinieri in un cassone stradale di raccolta indifferenziata nel quartiere San Giorgio di Bari la sera del 6 ottobre 2021, e cioè un consistente numero fac- simile di schede e volantini di propaganda elettorale, parti di di fotocopie di documenti d’identità, e codici fiscali di diversi cittadini del Comune di Triggiano .
L’ avvocato Vito Perrelli, ex consigliere comunale nel Comune di Triggiano, è stato arrestato oggi e posto ai domiciliari insieme ai due figli con l’accusa di aver ideato e gestito suil “database informatico/anagrafico” dei voti da comprare, in passato è stato assessore alla Provincia di Bari ed ex vicesindaco e assessore di Triggiano, svolgendo il ruolo di mandatario elettorale (cioè amministratore n.d.r.) della campagna elettorale della Maurodinoia alle regionali, ed in seguito sua moglie Rosa Pastore (non indagata) è stata successivamente nominata su indicazione della Maurodinoia e di suo marito Alessandro Cataldo alla guida della Stp (Società Trasporti Provinciale) di Bari.
Il gruppo coordinato da “Sandrino” Cataldo avrebbe acquistato voti per 50 euro a favore del sindaco di Triggiano Antonio Donatelli e di altri due consiglieri comunali, Angela Napoletano e Antonio Fortunato (entrambi indagati). Il sindaco Donatelli e Alessandro Cataldo, referente del movimento politico “Sud al Centro” e marito dell’assessora regionale ai Trasporti della Regione Puglia Anita Maurodinoia, sono finiti ai domiciliari con l’accusa di corruzione elettorale e associazione a delinquere
L’indagine dei Carabinieri avrebbe permesso di accertare anche che “un sistema analogo era già stato applicato l’anno precedente, nel settembre 2020, durante le consultazioni svoltesi a Grumo Appula. In quel caso, il risultato da raggiungere sarebbe stata la rielezione dell’allora Assessore alla Sicurezza e alla Polizia Municipale, oggi destinatario del provvedimento di custodia cautelare in carcere. Tra i gravi indizi di colpevolezza raccolti emerge il rinvenimento di 2 fogli sui quali era riportato un elenco di cittadini/elettori già “catalogati” per cognome, nome, data di nascita, cellulare, e sezione elettorale; agli stessi doveva essere versata la somma di 50 euro, quale corrispettivo per l’avvenuto acquisto del proprio voto. In corrispondenza di più nominativi era stato già trascritto un “ok” per certificare l’avvenuto ritiro della somma pattuita”.
Le dimissioni della Maurodinoia e la “carriera” nel Pd
Dell’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale avrebbe fatto parte anche il candidato consigliere comunale a Grumo, Nicola Lella, inseguito diventato assessore alla Sicurezza e alla Polizia municipale e oggi arrestato e finito in carcere. 7 indagati so no stati agli arresti domiciliari (fra i quali Giovanni Lavacca, Alberto Leo Perrelli, Piergiorgio Andrea Perrelli, Vito Perrelli). Agli arresti domiciliari anche un consigliere circoscrizionale di Bari della lista “Sud al Centro”, Armando De Francesco , consigliere municipale tra il 2014 e il 2019, secondo gli inquirenti in qualche modo collegato a Sandro Cataldo .
A seguito della perquisizione l’assessore Maurodinoia si è dimessa anche dagli organi del Partito Democratico. Il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano ha immediatamente accettato le sue dimissioni rendendo il tutto pubblico con un “freddo” comunicato stampa. La perquisizione delegata ai Carabinieri è stata ritenuta necessaria dalla Procura per reperire elementi potenzialmente utili alle indagini. Nel dicembre 2021 era già stata perquisita l’abitazione di Triggiano dei coniugi Cataldo-Maurodinoia e l’assessora che a quell’epoca non era indagata si era affrettata a prendere le distanze dal movimento Sud al centro, iscrivendosi al Pd.
La Maurodinoia fu eletta in consiglio comunale nella lista Schittulli con 3.080 voti entrando nel consiglio della Città metropolitana nel 2014 ricoprendo in seguito un breve incarico da consigliera delegata alla Polizia metropolitana nel 2020, dopo aver fatto parte del consiglio nazionale Anci, dal 2017 al 2019. Nel 2018 entro in consiglio regionale a seguito dell’elezione alla Camera dei Deputati di Marco Lacarra prendere il suo posto anche nella maggioranza di Michele Emiliano.
Nelle elezioni comunali del 2019, a Bari, la Maurodinoia ricevette ben 6.234 voti con la sua lista “Sud al Centro” che appoggiava la candidatura di Antonio Decaro a sindaco. L’anno dopo, si è candidata alle Regionali del 2020 venendo eletta in consiglio regionale con circa 20mila voti di preferenza diventando assessora regionale ai Trasporti nella giunta di Michele Emiliano, fra non poche polemiche in quanto era già imputata in altro processo. Nel 2022 si è candidata per il PD alla Camera dei Deputati nel collegio di Bari-Molfetta, arrivando al secondo posto (non venendo eletta) dietro Lacarra.
La Maurodinoia è indagata anche nella maxioperazione della DDA di Bari del 26 febbraio scorso per voto di scambio politico-mafioso a Bari che ha portato all’arresto di 130 persone . Il nipote del “boss” di Japigia Savinuccio Parisi, Tommaso Lovreglio, raccontava di aver incontrato e preso un caffè per due volte con la Maurodinoia ed il marito Cataldo, e di aver ricevuto da loro calorosi saluti per il padre Battista Lovreglio, da anni in carcere venendo considerato uno dei “luogotenenti” più fidati di Parisi. Ma secondo il Gip Marco Galesi, la Polizia non aveva reperito “sufficienti indizi” per intercettare la Maurodinoia, e fu così che le intercettazioni disposte d’urgenza il giorno precedente dalla Procura furono bloccate. Ma i fatti odierni dimostrano che è stato solo “un ritardo”, perchè prima o poi le prove emergono quasi sempre galla. Adesso “Lady Preferenze” come veniva chiamata la Maurodinoia siederà in Consiglio regionale come “indipendente”.
Il sindaco Decaro: “La questione non mi sorprende”
“Rispetto al voto di scambio, è una questione che non mi sorprende. Per primo, durante le ultime elezioni, ho fatto delle denunce circostanziate, ne ho fatte tre. Due di quelle erano per persone che votavano per me, per liste legate al mio nome – ha dichiarato il sindaco Antonio Decaro – l’inquinamento del voto la corruzione, la compravendita del voto ci sono e sono cose che dobbiamo attenzionare tutti. Come ho detto più volte va alzato il livello di guardia, vanno aumentati gli anticorpi, lo devono fare tutte le forze politiche a cominciare da chi amministra. Su questa nuova inchiesta, aspetto di capire l’evoluzione delle indagini e degli arresti di stamattina“.
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