di REDAZIONE ECONOMIA
Nell’ultimo bollettino economico della Banca Centrale Europea si osserva che “I differenziali dei titoli di Stato italiani sono diminuiti notevolmente nel periodo precedente la formazione di un nuovo governo da parte dell’ex presidente della Bce Mario Draghi e hanno brevemente raggiunto un nuovo minimo pluriennale prima di tornare a crescere“. “In particolare – si osserva nella pubblicazione – durante il periodo in esame, i differenziali di rendimento a dieci anni italiani e portoghesi si sono ridotti di 12 e 1 punti base, attestandosi allo 0,73 e allo 0,30 per cento, rispettivamente. Nello stesso periodo, i differenziali a dieci anni tedeschi, francesi e spagnoli sono lievemente aumentati di 1, 1 e 6 punti base, rispettivamente, arrivando al -0,26 per cento, al -0,01 per cento e allo 0,41 per cento“.
Il Consiglio direttivo della Bce “si attende che nel prossimo trimestre gli acquisti nell’ambito del programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP) siano condotti a un ritmo significativamente più elevato rispetto ai primi mesi di quest’anno”, si legge nel Bollettino economico della Bce. “I tassi di interesse di mercato hanno registrato un incremento a partire dall’inizio dell’anno, ponendo rischi per le condizioni di finanziamento nel loro complesso se considerevole e persistente, l’aumento dei tassi di interesse di mercato, ove non contrastato, potrebbe tradursi in un inasprimento prematuro delle condizioni di finanziamento per tutti i settori dell’economia. Un tale sviluppo sarebbe indesiderato“.
“L’incertezza continua a caratterizzare le prospettive economiche a breve termine”, tuttavia “in prospettiva, le campagne di vaccinazione in atto e il graduale allentamento delle misure di contenimento, al netto di ulteriori sviluppi avversi associati alla pandemia, sostengono le aspettative di un solido recupero dell’attività economica nel corso del 2021″, ribadisce ancora Francoforte. “Nel medio periodo, la ripresa dell’economia dell’area dell’euro dovrebbe essere sorretta dalle favorevoli condizioni di finanziamento, dall’orientamento espansivo delle politiche di bilancio e da una ripresa della domanda al graduale venir meno delle misure di contenimento“.
“L’efficacia del pacchetto per la ripresa dipenderà dal raggiungimento di un equilibrio adeguato tra investimenti e riforme, che si rafforzano reciprocamente. A tal fine, è fondamentale un esame attento dei piani nazionali per la ripresa e la resilienza, volto a verificare che i criteri valutativi stabiliti nel relativo regolamento dell’UE siano pienamente rispettati”, scrive la Bce nel Bollettino economico. “Al fine di garantire che i fondi siano impiegati in modo rapido ed efficiente per una spesa pubblica produttiva – conferma poi la Bce – si dovrebbe prestare particolare attenzione a rafforzare le competenze amministrative e a ridurre le strozzature nelle fasi attuative“
L’agenzia di rating Moody’s rivede al rialzo le prospettive sul sistema bancario italiano, migliorando l’outlook da “negativo” a “stabile” sull’ “aspettativa che l’economia italiana tornerà a crescere quest’anno dopo la forte contrazione prodotta dal coronavirus nel 2020” secondo gli analisti dell’ agenzia “il settore beneficerà di più bassi accantonamenti sulle perdite su crediti attese rispetto allo scorso anno, anche se le rettifiche resteranno alte”. Per Moody’s “i crediti problematici aumenteranno, in particolar modo dopo che le moratorie legate al coronavirus finiranno” anche se “il continuo supporto del governo nella forma di presiti garantiti, assieme al proseguimento delle cessioni di npl, compenseranno parzialmente il deterioramento della qualità degli asset“.
Moody’s aveva cambiato da “stabile” a “negativo” l’outlook sulle banche italiane lo scorso marzo, in scia allo scoppio della pandemia di coronavirus. La decisione dell’agenzia americana si basa, in primo luogo, sull’attesa di una stabilizzazione del contesto operativo “per effetto della riduzione della pressione della pandemia“, con il pil italiano “atteso in crescita del 3,7%” dopo il -8,9% del 2020, anche se le condizioni del business per le banche italiane resteranno sfidanti, caratterizzate da una domanda di prestiti calante e tassi di interesse ultra bassi, che metteranno continua pressione al margine di interesse“.
Se è “atteso un peggioramento dell’asset quality” per via dell’aumento degli npl legato alla scadenza delle moratorie, al momento fissata a giugno 2021, la presenza dei crediti garantiti dal governo ne “limiterà la crescita”, così come dovrebbero fare le cessioni e le cartolarizzazioni da parte degli istituti, attese in crescita sul 2020. “Nonostante le ampie rettifiche contabilizzate nel 2020, ci attendiamo significativi sforzi di accantonamento in scia al peggioramento della qualità dei prestiti”, rileva Moody’s. Uno scudo contro i crediti deteriorati è rappresentato dal capitale “che resterà solido”, anche se i ratio patrimoniali resteranno in gran parte “stabili” in quanto l’aumento degli asset ponderati per il rischio di alcune banche neutralizzerà la debole generazione di capitale.
“Stabile” anche la redditività, rispetto alla quale Moody’s non si attende “grandi cambiamenti nei prossimi 12-18 mesi”. Sulla sua debolezza peseranno “gli alti accantonamenti” su crediti attesi anche nel 2021 mentre le commissioni beneficeranno dell’attività di gestione del risparmio. Quanto ai costi “restano relativamente alti mentre il settore continua a consolidarsi e a ristrutturarsi” e sconta la “pressione” dei bassi tassi di interesse.