Su richiesta della Procura di Bari è stato eseguito dai Carabinieri del comando provinciale di Bari, supportati da personale dei Carabinieri del Noe e Ispettorato del lavoro, un sequestro di beni per un valore di 5 milioni di euro, sulla base di un decreto preventivo finalizzato alla confisca emesso dal Tribunale Sezione Misure di Prevenzione nei confronti del pregiudicato Silvano Scannicchio, 52 anni, detto “Cicciobello” accusato per reati di estorsione aggravata dal metodo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti.
Il provvedimento disposto dal Tribunale di Bari accoglie la proposta della Procura della Repubblica di Bari, formulata sulla base degli accertamenti patrimoniali effettuati dai carabinieri di Bari, che hanno ricostruito sia la carriera criminale del 52enne sia gli introiti dell’intero nucleo familiare, fornendo un corposo quadro indiziario in ordine all’illecita provenienza della sua ricchezza, accumulata negli ultimi 20 anni e che costituirebbe il compendio di numerosi reati soprattutto contro l’ordine pubblico e l’ambiente.
Il valore dei beni sequestrati, che includono immobili, mezzi pesanti e auto di lusso è stimato in oltre 5 milioni di euro. Tra i beni sottratti c’è anche la società “Bari Metal srl“, che fattura circa 3 milioni di euro all’anno, un appartamento ed un deposito a Bari, un immobile ad uso industriale a Valenzano, numerosi beni mobili tra cui macchine operatrici, mezzi “pesanti”, autoveicoli di grossa cilindrata, tra i quali una Porsche Macan ed un’ Audi Q8.
Scannicchio è stato uno dei leader dei “Seguaci della Nord“, gruppo di tifosi organizzati del Bari Calcio, assieme ad altre persone come clan Strisciuglio genero del boss mafioso Domenico Strisciuglio, detto “La Luna“, e Giuseppe Alberga, referente provinciale a Bari di Casapound Italia.
“Cicciobello” secondo chi indaga, avrebbe avviato nel 2010 l’impresa di raccolta e gestione di rifiuti “Metal Recicle” utilizzando proventi illeciti provenienti soprattutto da estorsioni a imprenditori edili, in favore del clan Strisciuglio. L’attività criminale sarebbe poi continuata attraverso la ricettazione di rame e il traffico illecito di rifiuti. Per evitare la revoca delle autorizzazioni ambientali, nel 2013 Scannicchio avrebbe fittiziamente ceduto l’impresa a un nipote, mentre nel 2016, con il sostegno finanziario della figlia, avrebbe costituito a Capurso la “Bari Metal srl”, una società attiva nella raccolta e stoccaggio di rifiuti speciali.