ROMA – Il comico di professione e di fatto Beppe Grillo, “garante” del M5S, deve pagare 50mila euro al docente universitario di chimica ed editorialista professore Franco Battaglia, “negazionista” del cambiamento climatico e sostenitore dell’energia nucleare, per averlo attaccato con “espressioni offensive” durante un comizio alla vigilia del referendum ‘pro atomo’ del 2011.
![](http://www.ilcorrieredelgiorno.it/wp-content/uploads/2017/01/Schermata-2017-01-03-alle-12.51.52-720x540.png)
Lo ha stabilito la Corte Cassazione che ha annullato per prescrizione la condanna penale inflitta al ‘padre’ dei Cinquestelle, come si apprende dalle motivazioni depositate nella sentenza 29489 della Suprema Corte e relative all’udienza svoltasi lo scorso 3 aprile alla Quinta Sezione Penale. In primo grado invece Grillo era stato condannato, dal Tribunale di Ascoli Piceno, a un anno di reclusione, oltre al risarcimento del danno in favore di Battaglia, con concessione della provvisionale a carico di Grillo da 50 mila euro, che è stata confermata dalla Cassazione
condanna beppe grillo cassazione
In appello, la condanna al carcere era stata sostituita dalla multa mentre veniva confermato l’indennizzo per il professore universitario anche perchè – sostengono gli ermellinì della Suprema Corte – la difesa di Grillo non aveva contestato né l’entità del risarcimento né il suo fondamento con “specifici motivi di ricorso”, come richiede la legge.
“Non puoi permettere a un ingegnere dei materiali e neanche a un ingegnere nucleare, parlo di Battaglia, consulente delle multinazionali, di andare in televisione e dire così, con nonchalance, che a Cernobyl non è morto nessuno: io ti prendo a calci nel c… e ti sbatto fuori dalla televisione, prendo un avvocato e ti denuncio e ti mando in galera. Quale dialogo, non ne voglio più di dialogo“, aveva detto Grillo nella sua polemica a distanza con Battaglia.
Nel corso dei vari gradi di processo le cose sono andate diversamente e si sono concluse con un cospicuo risarcimento, oltre alla condanna di Grillo a pagare anche 2200 euro di spese legali all’avversario costituitosi parte civile. Per la Cassazione, quanto attribuito da Grillo al ‘prof’ è vero e di interesse pubblico “tuttavia le espressioni usate sono offensive in quanto, pur rispondendo alle frasi pronunciate dal Battaglia, stante l’esigenza di porre l’opinione pubblica a conoscenza di tale censurato orientamento, si sono sostanziate, almeno per una parte in attacchi personali“.