ROMA – Il comico di professione e di fatto Beppe Grillo, “garante” del M5S, deve pagare 50mila euro al docente universitario di chimica ed editorialista professore Franco Battaglia, “negazionista” del cambiamento climatico e sostenitore dell’energia nucleare, per averlo attaccato con “espressioni offensive” durante un comizio alla vigilia del referendum ‘pro atomo’ del 2011.
Lo ha stabilito la Corte Cassazione che ha annullato per prescrizione la condanna penale inflitta al ‘padre’ dei Cinquestelle, come si apprende dalle motivazioni depositate nella sentenza 29489 della Suprema Corte e relative all’udienza svoltasi lo scorso 3 aprile alla Quinta Sezione Penale. In primo grado invece Grillo era stato condannato, dal Tribunale di Ascoli Piceno, a un anno di reclusione, oltre al risarcimento del danno in favore di Battaglia, con concessione della provvisionale a carico di Grillo da 50 mila euro, che è stata confermata dalla Cassazione
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In appello, la condanna al carcere era stata sostituita dalla multa mentre veniva confermato l’indennizzo per il professore universitario anche perchè – sostengono gli ermellinì della Suprema Corte – la difesa di Grillo non aveva contestato né l’entità del risarcimento né il suo fondamento con “specifici motivi di ricorso”, come richiede la legge.
“Non puoi permettere a un ingegnere dei materiali e neanche a un ingegnere nucleare, parlo di Battaglia, consulente delle multinazionali, di andare in televisione e dire così, con nonchalance, che a Cernobyl non è morto nessuno: io ti prendo a calci nel c… e ti sbatto fuori dalla televisione, prendo un avvocato e ti denuncio e ti mando in galera. Quale dialogo, non ne voglio più di dialogo“, aveva detto Grillo nella sua polemica a distanza con Battaglia.
Nel corso dei vari gradi di processo le cose sono andate diversamente e si sono concluse con un cospicuo risarcimento, oltre alla condanna di Grillo a pagare anche 2200 euro di spese legali all’avversario costituitosi parte civile. Per la Cassazione, quanto attribuito da Grillo al ‘prof’ è vero e di interesse pubblico “tuttavia le espressioni usate sono offensive in quanto, pur rispondendo alle frasi pronunciate dal Battaglia, stante l’esigenza di porre l’opinione pubblica a conoscenza di tale censurato orientamento, si sono sostanziate, almeno per una parte in attacchi personali“.