di Antonello de Gennaro
E’ un parlamentare presente dietro le quinte del palco della kermesse grillina “Italia 5 Stelle” a svelare alcuni retroscena raccontando la scena dell’imbarazzo generale: “Mentre parlava Beppe Grillo a Luigi Di Maio scendevano gocce gelide di sudore dalla fronte” . Una situazione imbarazzante che subito dopo si è trasformato nel dover prendere le distanze dal proprio leader-garante. In una sola parola: scaricarlo !
Ascoltando gli attacchi di Grillo al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Grillo vuole togliere poteri, poi quelli al presidente francese Emmanuel Macron “violentato da un anziano” per finire con la squallida battuta sull’alleato di governo Matteo Salvini “era meglio se sua mamma prendeva la pillola“, in un momento così difficile per l’Italia sotto osservazione dai mercati finanziari e dai commissari europei, sul palco è calato il gelo con le facce impietrite dei ministri a 5 Stelle.
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per fortuna era già andato via, dopo aver aveva parlato soltanto mezz’ora prima su quello stesso palco. Il Movimento ha dovuto prendere le distanze. Fonti ben qualificate interne al M5S hanno immediatamente precisato che “né le forze di maggioranza né il governo intendono riformare i poteri del Presidente della Repubblica. Tale proposito non è infatti presente nel contratto di governo“.
Il comico Grillo come al solito è stato fiume in piena, ma ha dato una scossa agli attivisti che hanno partecipato a “Italia 5 Stelle”. La scossa emotiva di un tempo quando non c’erano le auto blu, le giacche e le cravatte ministeriali, che la gente sotto al palco desiderava per rivivere i tempi passati, o meglio, volati via nella valle dei ricordi sbiaditi . Una kermesse che non è stata di lotta al potere come quelle delle scorse edizioni, adesso il potere lo rappresentano quelli che stavano sopra il palco, quelli che hanno sistemato, amici, parenti e collaboratoti dell’ultima ora sulle varie poltrone ministeriali
I cartelli No-Tap, No-Tav erano presenti, ma esposti a fatica, scomparsi quelli a favore della chiusura dell’ ILVA, L’immagine che si è valuta dare è quella di” governo” e come ha sostenuto proprio Di Maio nell’annunciare l’intervento del premier Conte: “Non era mai accaduto che un presidente del consiglio dei ministri salisse sul nostro palco“. E forse potrebbe essere anche l’ultima. Il Presidente del consiglio non ha commentato gli attacchi di Grillo sostenendo che “il leader M5s non è un componente del governo“.
Gelida anche la reazione del ministro dalla Difesa, Elisabetta Trenta che al termine della manifestazione si limita a un “no comment” mentre persone del suo staff poco più tardi si affannano nel confermare la sua “massima fiducia nel Capo dello Stato“. Il Movimento, ha cercato di smussare, di mettere la sordina alle parole di Grillo, definendole come “esternazioni personali”, confermando piena e totale fiducia al Presidente Mattarella nel suo ruolo di Garante della Costituzione .
Nonostante tutto ciò al Circo Massimo Beppe Grillo si è preso la scena scaldando la piazza, quelli che ancora ci credono, ben distanti dai propri ministri in giacca e cravatta ed auto blu, dopo averli etichettati per anni come “privilegi da cancellare“.
Grillo ha mostrato una ‘manina‘ di plastica, con un chiaro riferimento alle polemiche degli ultimi giorni sulla presunta manipolazione denunciata (solo a parole) da Luigi Di Maio del decreto fiscale . Ha preso le distanze dal leader della Lega, anche se riconoscendogli la capacità di mantenere la parola data. Ma rispetto a Salvini ha detto Grillo “noi siamo strutturalmente diversi come Dna… L’etica della politica è la lealtà, Salvini è uno che dice una parola e la mantiene” e “questo è un miracolo“.
Grillo ha scatenato però una bufera politica, con il suo intervento e l’attacco riferito ai ‘troppi’ poteri del Capo dello Stato: “Mi hanno accusato di vilipendio per una “battutina” che ripeto anche qui. Poi c’è stata la storia dell’impeachment. Noi – ha gridato il fondatore del M5S – dobbiamo riformare” il ruolo del Presidente della Repubblica, “nomina 5 senatori a vita, è capo delle forze armate e del Csm. Bisogna togliere questi poteri“. Di cattivo gusto ed inopportune le sue battute contro Salvini e Macron.
La folla si diverte ed applaude. Subito dopo tocca a Dino Giarrusso ed al senatore Pierpaolo Sileri parlare dei “mutui che si sono già alzati perché i mercati fanno paura“, ed allora questa volta i ministri M5s iniziano a sudare freddo prendendo le distanze come mai accaduto sinora dal loro “garante” cofondatore del M5S. Una distanza che ormai sembra molto più di una semplice separazione. Il cambiamento si è completato. Il Movimento 5 Stelle vuole essere un partito come gli altri.
Il fondatore può essere scaricato.