di ALDO GRASSO*
Bianca Berlinguer è sempre in lotta con l’audience e non si lascia sfuggire i “numeri” che possano aiutarla nell’ impresa. Così #cartabianca ha aperto con Andrea Scanzi, nelle vesti provvisorie di Mauro Corona (Rai3, martedì). La vicenda che ha visto Scanzi esibirsi in video come panchinaro del vaccino è poco commendevole, meriterebbe soprattutto il silenzio.
E invece no: Bianca ha voluto difendere a tutti i costi il suo ospite fisso, sapendo che la polemica avrebbe portato acqua al mulino degli ascolti. L’io della personalità di Scanzi è talmente strabordante da credere che l’intero universo ruoti attorno a sé, Bianca compresa: “Ho utilizzato la mia personalità, la mia popolarità, il mio seguito sui social e nel mondo reale” per portare il buon esempio.
Forse la Berlinguer, tanto per equilibrare le parti, avrebbe potuto mostrare quel filmato di Scanzi di un anno fa in cui paragonava il Covid a un raffreddore e inveiva contro chi cercava misure restrittive con la stessa sfrontatezza compiaciuta, la stessa aggressività con cui ora chiede di essere ringraziato dal Paese per il motivo opposto. Finita la commedia all’ italiana, non ci restano che Scanzi e #cartabianca , un programma ormai surreale.
Abbiamo visto il “finanziere e scrittore” Guido Maria Brera difendere i driver, attaccare Bezos e il “capitalismo delle piattaforme”, come se la finanza fosse qualcosa di simile al soccorrevole medico di base di Scanzi. Abbiamo visto Michela Murgia presentare il suo libro “Stai zitta” (si vende anche su Amazon) e non dire una sola parola su “Stai zitta, gallina!” di Corona. Abbiamo visto Luigi Sileri (il sottosegretario alla Salute che vive in tv) dare ragione a Scanzi e Simona Ventura spiegare agli italiani come devono curarsi contro il Covid. Adesso aspettiamo con ansia la puntata di Scanzi con Lilli Gruber. Cosa sarebbe successo se al posto di Scanzi ci fosse stato in panchina un Matteo Renzi?