È cominciata la caccia ai “franchi tiratori” che dall’opposizione hanno votato per Ignazio La Russa. “Per qualcuno è già cominciata la finta opposizione fatta dei soliti giochini di palazzo.Alla prima prova il centrodestra si è già diviso” riferiscono fonti del M5S. “Non potremmo mai votare un nostalgico del fascismo” afferma Carlo Calenda. E anche nel Pd giurano: “Da noi solo schede bianche“. “Irresponsabile oltre ogni limite il comportamento di quei senatori che hanno scelto di aiutare dall’esterno una maggioranza già divisa e in difficoltà. Il voto di oggi al #Senato certifica tristemente che una parte dell’opposizione non aspetta altro che entrare in maggioranza” questo il primo commento di Enrico Letta, segretario nazionale del Pd.
“C’è la manina di Renzi, all’insaputa di Calenda”. “Avrà aiutato Casini?”. “Sono stati quelli del Pd”. “No, i 5 Stelle”. Tutti i sospettati come prevedibile negano. Renzi il principale indiziato arriva nella Sala Garibaldi proprio per smarcarsi e dice : “Fossi stato io lo avrei rivendicato”. Anche Calenda si auto-esclude seccato, e lo stesso fa il Pd, che punta il dito sui “contiani”. A loro volta i grillini ricambiano l’accusa.
I numeri sono chiari e parlano meglio delle parole: la destra poteva contare su 115 voti. Forza Italia ha 18 senatori ma solo 2, Berlusconi e Casellati, hanno ritirato la scheda per il voto. E i più, dopo il “vaffa” plateale rifilato a La Russa, nutrono dubbi sul voto del Cavaliere. La Russa ha ricevuto in tutto 116 preferenze. Vanno tolti 16/17 voti azzurri, dunque, e 2 voti per Calderoli, arrivati presumibilmente dalla Lega. La destra da sola dunque avrebbe racimolato 97/98 voti. Gli altri 18/19 sono arrivati di sicuro dal soccorso dell’opposizione.
“Sapevano che Renzi, Azione e i senatori a vita avrebbe votato La Russa”: è quanto sostiene Silvio Berlusconi intercettato all’uscita dell’aula dopo il voto per la presidenza del Senato. Il neo-senatore Berlusconi indica dunque i senatori di Azione tra i “franchi tiratori”, oltre ai senatori a vita. Che però non sono in numero sufficiente per determinare l’elezione di La Russa. Prosegue la trattativa? “No, è finita“. Silvio Berlusconi lo dice senza girarci troppo attorno lasciando il Senato. Alla domanda su che ministero avrà Licia Ronzulli ? La risposta è secca: “Nessuno. Nessun ministero alla Ronzulli — ha ribadito — e non va bene perché non si devono dare i veti“.
“Abbiamo voluto dare un segnale, perché non accettiamo veti”, spiega Silvio Berlusconi lasciando il Senato. La scelta di non partecipare al voto per l’elezione di Ignazio La Russa alla presidenza di palazzo Madama pesa sulle trattative per la formazione del nuovo governo. “Non c’è un ministero per Licia Ronzulli, questo è il problema“, avverte Berlusconi. Lui e l’ex presidente del Senato Casellati sono stati gli unici a votare, “per mostrare un’apertura, una disponibilità”. Ora aspetta un riscontro da Giorgia Meloni, perché “abbiamo un accordo su un certo numero di ministeri, ma nessuno per Ronzulli”, ribadisce. Quanto ai voti arrivati per La Russa, esterni alla maggioranza di centrodestra, Berlusconi ha un’idea precisa ed insiste: “Sono stati quelli di Renzi e del Terzo Polo e i senatori a vita“.
Adesso che cosa succede? Forza Italia esce indebolita da una prova di forza che non ha avuto esito, grazie al soccorso arrivato nell’urna da qualche “manina” occulta dell’opposizione. La trattativa sul governo vede ora Giorgia Meloni in una posizione di assoluto vantaggio. La sua dichiarazione ai cronisti è emblematica: “Dispiaciuta per il mancato voto di Forza Italia al Senato? Per me quello che contano sono i risultati e mi pare che i risultati dicano con chiarezza che sono intenzionata a dare a questa nazione, se ne avrò occasione, un governo autorevole. Non intendo fermarmi di fronte a questioni che sono secondarie”.