È “Movimento dei Democratici e Progressisti” anche se non c’è ancora il simbolo, il nome del nuovo movimento che nasce a sinistra del Pd. La sigla Mdp, aggiungendo la parola Movimento, per evitare l’effetto Dp di Democrazia Proletaria. Questo campeggia sullo schermo all’iniziativa di Roberto Speranza, Enrico Rossi, Arturo Scotto e Massimiliano Smeriglio in svolgimento a Roma.
“Partiamo senza effetti speciali, perché la politica ha bisogno di realtà è verità. Di illusioni ne abbiamo avute tante e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti”, dice Roberto Speranza al debutto del movimento. “Chi siete? Ci chiedono. Noi partiamo dall’articolo 1 della Costituzione – ha spiegato Speranza -. Sono le parole più belle che abbiamo, il tratto identitario più bello della comunità nazionale. Questi siamo noi, il nostro progetto e il nostro simbolo, il nostro progetto di governo è questo”.
Gli scissionisti, la sinistra che nasce dalla rottura a sinistra del Pd e a destra di Sel, hanno annunciato il nuovo nome in un set molto particolare, al Testaccio, quartiere di Roma, sabato mattina, alla città dell’altra Economia. “Fuori dal Palazzo”, è il messaggio simbolico di un’operazione che ha occupato i giornali dell’ultima settimana con la storia dei gruppi, dei pezzi persi e dei tormenti dei singoli: “Vanno divisi i due momenti – dice uno dei “registi” dell’operazione – nel senso che prima facciamo l’iniziativa pubblica a Testaccio, poi all’inizio della prossima settimana i gruppi, perché la politica non è solo Parlamento. E si parte dalla politica, non dai gruppi parlamentari”.
Democratici e progressisti, quindi. Un nome che non affascina, scelto soprattutto dalla “Ditta” bersaniana. Massimo D’Alema aveva suggerito di chiamarla “Articolo 1”, nel senso di articolo 1 della Costituzione: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Ad Arturo Scotto era piaciuto, ma qualche “compagno” ha spiegato che democratici e progressisti è il nome dei gruppi, ma quello del nuovo partito va ancora definito.