Nelle cinquecento pagine dell’ordinanza firmata dal Gip Francesco Maccagnano, su richiesta del pubblico ministero Vittoria Petronella che ha coordinato le indagini, per l’operazione “Nettuno” della Polizia di Stato a Taranto, il magistrato delinea la presenza di una “vera e propria consolidata joint- venture criminale” contestata dagli investigatori ai tarantini Gabriele Guarino, 23 anni, ed Antonio Cardone, di 26 anni. che sulla base dell’ impianto accusatorio formulato a loro carico, avrebbero compiuto un vero e proprio salto di qualità, riuscendo ad inserirsi da perfetti trafficanti nel mercato del narcotraffico. Cocaina, hashish, eroina e marijuana arrivavano dalla Spagna e dal Barese, per poi essere smerciate nel capoluogo jonico.
Ieri all’alba i poliziotti della Mobile hanno chiuso il cerchio di una vasta attività antidroga avviata ben tre anni fa. Un’ indagine capillare con il quale si è concentrati a far luce sul fiorente business del traffico e dello spaccio della droga, che oramai l’affare principe della malavita tarantina. Un gruppo di pusher annientato dai poliziotti della Squadra Mobile guidata dal dirigente guidata dal dirigente Luigi Vessio, spacciava ecstasy anche all’interno della discoteca “Sound Department” di S. Vito (alle porte di Taranto), chiusa alcuni giorni fa per la mancanza di norme di sicurezza e per l’arresto di alcuni giovani per possesso di droga e del gestore Marco (“Marcolino”) Manzulli trovato con una pistola dalla matricola abrasa, con un caricatore e 15 colpi nel cassetto dell’ufficio per il quale si trova attualmente agli arresti domiciliari.
Il Questore Massimo Gambino, dopo quest’ultima operazione ha firmato l’ordinanza di chiusura della struttura per la violazione di diverse norme di sicurezza, ha spiegato durante la conferenza stampa che non si è trattato di un intervento legato formalmente alle indagine, ma che dimostra di fatto come l’attività spaccio non si sia affatto fermata a distanza di tempo dalla fine delle indagini .
Le figure di spicco emerse quali presunti fornitori delle sostanze stupefacenti sono due soggetti originari del Quartiere Tamburi e di Oria (BR): avvalendosi di un intermediario, avrebbero riversato la sostanza stupefacente in molte piazze di spaccio cittadine ed, in particolare, nella zona di Piazza Messapia. I presunti collaboratori dell’attività illecita in quella zona sono stati individuati in due uomini i quali, a loro volta, si sarebbero avvalsi della collaborazione di altre 5 persone cui era affidato il compito di custodire e distribuire lo stupefacente. Complessivamente risultano indagati nel procedimento cui è stata data esecuzione in data odierna, 51 persone. iIeri gli agenti sono piombati nella abitazione del brindisino Giuseppe Mazza 51enne originario di Francavilla Fontana attualmente residente a Oria. per notificargli l’obbligo di firma, ma la perquisizione si è rivelata fatale. I poliziotti cinofili hanno s covato dosi di droga e circa 500 euro in banconote di vario taglio, ritenuti il ricavato dello spaccio. E’ quindi stato arrestato ed è finito in carcere con gli altri. “Una dimostrazione evidente – ha detto il questore Massimo Gambino durante la conferenza stampa con accanto il dirigente della Squadra Mobile Luigi Vessi – di quanto questa indagine sia attuale “.
Tale gruppo poteva contare anche su altre fonti di approvvigionamento riconducibili, da una parte a persone collegate al Quartiere Salinella, dall’altra ad un terzo soggetto residente all’estero. Le investigazioni hanno anche disvelato una fiorente attività di spaccio che aveva come centro un circolo ricreativo nella zona di via Icco.
In carcere sono stati associati Antonio Cardone, Massimo Catapano, Michele D’Elia (42 anni) che risponde anche di “ricettazione” per aver firmato un assegno da 5mila euro per coprire l’incasso illecito proveniente da una partita di stupefacenti, Alessandro Masella, Gabriele Guarino, Cataldo Inerte, Luciano Nuccio, Damiano Ranieri, Iraldo Sammartino.
nettuno-occ_compressed-1-250Agli arresti domiciliari sono finiti invece Francesco Attolino, Raffaele Brunetti, Ivan Damiano Ranieri,, , Francesco Martinese, Nicola Masella, Marco Speranza, Simone Zacometti e Lorenzo Ventrella
E’ stata adottato l’obbligo di firma presso gli uffici di polizia giudiziari per altri 5 indagati: Alessio Caracciolo, Giuseppe Mazza, Andrea Presta, Cataldo Simonetti e Girolamo Masella.
nettuno-occ_compressed-251-500È stata riconosciuta anche la grave presenza di indizi di reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso in quanto un indagato, Damiano Ranieri, tarantino 58enne, già condannato per associazione per delinquere di stampo mafioso, forte della sua caratura criminale, si interponeva con la complicità del 43enne Alessandro Masella al fine di consentire la riscossione di un debito dovuto al mancato pagamento di una partita di stupefacenti. Un’intimidazione che secondo il il GIP di Taranto dr. Maccagnano deve essere valutata dalla Direzione distrettuale Antimafia di Lecce alla quale è stato trasferito questo segmento dell’indagine per competenza al GIP di Lecce.
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