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5 Novembre 2024 01:19

Blitz delle Fiamme Gialle a Taranto e della Dda di Lecce. 29 arrestati a Statte, compreso il sindaco

ESCLUSIVA. ALL'INTERNO TUTTI I NOMI DEGLI INDAGATI E DEGLI ARRESTATI . Fra gli arrestati oltre al sindaco di Statte anche gli assessori Ivan Orlando e Marianna Simeone e il dirigente di Kyma Ambiente (ex Amiu) Rocco Lucio Scalera

L’operazione avviata questa notte intorno alle 5 dai finanzieri del Nucleo PEF della Guardia di Finanza Taranto con il supporto di personale e di mezzi dello SCICO il Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata della Fiamme Gialle, e l’ausilio operativo dei militari dei Comandi Provinciali di Bari, Lecce, Taranto e Brindisi e della Sezione Aerea di Bari, ha dato esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Lecce su richiesta del pm Stefano Milto De Nozza della Procura della Repubblica -D.D.A. di Lecce , applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 29 soggetti e del sequestro preventivo di beni del valore complessivo di circa 6,4 milioni di euro.

il sindaco di Statte Francesco Andreoli arrestato dalle Fiamme Gialle

Arrestate 26 persone tradotte in carcere e 3 poste agli arresti domiciliari. Fra gli arrestati associati alle carceri il sindaco di Statte Francesco Andreoli insieme agli assessori Ivan Orlando e Marianna Simeone, candidati al consiglio comunale con la lista “Uniti per Statte” a supporto della candidatura a sindaco di Andrioli.  Orlando e la Simeone avrebbero accettato secondo l’ipotesi investigativa il sostegno elettorale dei pregiudicati Davide Sudoso e Giulio Modeo, i quali avrebbero garantito il loro impegno a procurare voti ricevendo in cambio denaro, buoni pasto e favori al clan.

Giulio Modeo è il figlio di Antonio Modeo (noto come “Tonino il Messicano“) che fu al vertice del gruppo di fuoco che avviò contro i fratelli Claudio, Gianfranco e Riccardo Modeo una guerra omicida. Scalera avrebbe garantito un posto a Giulio Modeo all’interno della società partecipata proprio in quest’ultimo concorso che è bloccato dall’intervento della Polizia di Stato e della Procura di Taranto. Giulio Modeo ed il cognato Luigi Scialpi si dividevano il compito di contribuire al mantenimento del controllo del territorio da parte del sodalizio, eliminando eventuali concorrenti nello spaccio di cocaina svolto dall’associazione diretta dal Sudoso, al quale lo Scialpi provvedeva a riportare qualsiasi notizia utile per l’esercizio delle attività criminali, ivi comprese quelle provenienti dal Comandante della Polizia Locale di Statte; con l’ulteriore compito di provvedere all’approvvigionamento di armi da ignoti fornitori in contatto diretto con il Modeo; Scialpi aveva anche con il compito di recuperare i crediti vantati da titolari di attività commerciali che si rivolgevano al sodalizio per ottenerne la restituzione.

Tra le persone denunciate a piede libero nell’inchiesta antimafia condotta dalle Fiamme Gialle e denominata “Dominio” compare anche l’ex comandante (ora in pensione) della Polizia Locale di Statte, Aristide Rotunno, a cui la D.D.A. di Lecce ha contestato la rivelazione di segreti d’ufficio al clan guidato da Davide Sudoso. Rotunno secondo gli atti d’indagine avrebbe rivelato a Luigi Scialpi (, uno degli affiliati alla cosca egemone anche a Statte ed appartenente alla storica famiglia criminale operante negli anni ’90 nel territorio tarantino ), che i Carabinieri della Compagnia di Massafra unitamente ai vigili urbani del Comune di Statte avrebbero eseguito il 5 marzo 2021 un controllo di polizia amministrativa sulle attività commerciali di Statte tra cui quelle riconducibili sia a Scialpi che a Sudoso.

L’ Avviso di conclusione delle indagini

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Gli arrestati sono gravemente indiziati, a vario titolo, delle ipotesi di reato di associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori, estorsione e detenzione illegale di armi. Le pertinenti indagini, anche di natura tecnica, coordinate in ogni loro fase dalla Procura della Repubblica di Lecce-Direzione Distrettuale Antimafia, hanno consentito alle Fiamme Gialle joniche di disvelare la presenza e l’operatività nei Comuni tarantini di Statte e di Crispiano di un gruppo criminale.

Nello specifico, è stato rilevato come gli indagati, tra il 2020 e il 2021, avrebbero fatto parte di un’organizzazione di tipo mafioso, dotata di armi, e si sarebbero resi responsabili di numerose condotte illecite concernenti lo scambio elettorale politico-mafioso, la cessione di partite di stupefacenti, la detenzione di armi e l’intestazione fittizia di beni a “prestanome”, nonché l’esecuzione di efferate attività estorsive, di spedizioni punitive e di attentati incendiari.

Il “controllo del territorio” sarebbe stato esercitato da alcuni degli indagati anche attraverso il presunto condizionamento delle elezioni amministrative tenutesi a Statte (comune in provincia di Taranto) nell’ottobre del 2021. In questo contesto sarebbe difatti emerso che uno degli indagati, attraverso propri fiduciari, si sarebbe concretamente adoperato per la raccolta di voti in favore di alcuni candidati, oggi amministratori di vertice del Comune, ottenendo in cambio somme di denaro, buoni pasto e schede carburanti, nonché l’impegno a favorire la concessione di autorizzazioni e di commesse pubbliche a imprese compiacenti.

il dirigente Kyma Ambiente (ex-Amiu) Rocco Lucio Scalera

Avrebbe contribuito all’illecita raccolta di voti anche Rocco Lucio Scalera dirigente amministrativo della società municipale di Taranto Kyma Ambiente (ex Amiu spa) A questo proposito sarebbe difatti emerso che Scalera, per il tramite di un fiduciario incensurato, Angelo Laneve avrebbe interessato un componente dell’ associazione mafiosa del clan Modeo perchè reperisse preferenze elettorali, promettendogli in cambio l’assunzione nell’azienda di servizi e l’affidamento di commesse. Scalera, fratello del consigliere regionale, già coinvolto nell’inchiesta sul concorso sospetto all’ AMIU “bloccato” dalla Polizia di Stato e dalla Procura di Taranto nel quale risulta indagato, in questa indagine risponde di scambio elettorale politico mafioso.

Dalle indagini eseguite nell’ambito del presente procedimento penale è emerso che Rocco Lucio Scalera ha offerto, in più occasioni ed in forza della sua veste di dirigente amministrativo dell’A.M.I. U. di Taranto (ora Kyma Ambiente) , “la propria disponibilità al pregiudicato Giulio Modeo per il soddisfacimento di richieste a suo diretto interesse o in favore di terzi soggetti, in cambio di un costante apporto di voti da parte del pregiudicata di Statte, riscontrando tale circostanza in occasione delle elezioni amministrative di Statte tenutesi nel 2021 ed anche con riferimento alle elezioni regionali della Puglia del 2020, ragioni per le quali è apparso necessario agli inquirenti che lo stesso venisse raggiunto da misura cautelare massima, ritenendosi l’unico strumento adegua to per interrompere la prosecuzione delle sue condotte delittuose“.

Rocco Lucio Scalera , dirigente amministrativo dell’ azienda municipalizzata della città di Taranto denominata “A.M.I. U. S.p.a.” (oggi “Kyma Ambiente”) nella quale prestano servizio numerosi pregiudicati tarantini in grado, quindi, di offrire un imponente sostegno elettorale, aveva il compito, per il tramite di Angelo Laneve anch’egli dipendente dell’azienda municipale del Comune di Taranto, non solo di raccogliere i voti ma anche di gestire i rapporti e le comunicazioni tra Andrioli e Giulio Modeo al fine di evitare che durante la campagna elettorale, Andrioli potesse essere visto o fotografato con un esponente della famiglia Modeo). Lo Scalera firmatario del bando del 27.8.2020 di selezione pubblica per l’assunzione a tempo indeterminato di n. 41 operatori ecologici, prometteva al Modeo medesimo la sua assunzione presso la suddetta azienda, e ciò non solo al fine di offrire al predetto una ricompensa per il sostegno elettorale a favore dell ‘Andrioli, ma anche “al fine di restituire al Modeo il favore per l’appoggio elettorale ricevuto in occasione delle elezioni amministrative regionali indette per il settembre 2020 a cui il fratello SCALERA Antonio Paolo, partecipava in qualità di candidato consigliere, risultando eletto anche a seguito di ricorso al TAR“.

Per eludere l’applicazione di misure di prevenzione patrimoniali alcuni indagati avrebbero intestato fittiziamente a “prestanome” imprese, beni mobili e immobili ubicati a Taranto e a Statte. A riscontro delle evidenze acquisite attraverso le indagini tecniche, nel novembre e dicembre 2021 il Nucleo PEF Taranto della Guardia di Finanza ha sottoposto a sequestro a carico di alcuni indagati ingenti quantità di sostanze stupefacenti, del tipo hashish e cocaina, somme in contanti per oltre 50 mila euro e diversi orologi Rolex di notevole valore economico.

In applicazione del provvedimento cautelare sono stati inoltre sottoposti a sequestroper sproporzione”, (ai sensi dell’art.240-bis c.p.p.), anche beni di ingiustificata provenienza riconducibili ad alcuni indagati del valore complessivo di circa 6,4 milioni di euro, tra i quali appartamenti, locali commerciali e box, nonché quote societarie e compendi aziendali di imprese, con sedi a Taranto e in provincia, attive nei settori economici della ristorazione e del commercio di automobili e di frutta e verdura. Contestualmente sono state eseguite perquisizioni locali e personali nei confronti di 30 soggetti, interessati dalle indagini in ordine alle ipotesi di reato di associazione mafiosa, scambio elettorale politico-mafioso, traffico di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi.

L’ordinanza degli arresti cautelari

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