Abitazioni abusive ed altrettanto abusivamente abitate da persone legate alla criminalità organizzata barese parenti ed affiliati agli esponenti del clan Campanale. Sui tetti dei palazzi delle case popolari nel quartiere di San Girolamo, realizzati abusivamente persino degli attici con vista mare, utilizzando i locali tecnici previsti sui tetti dei palazzi., scoperti dall’alto Nucleo elicotteri della Polizia di Stato. Quando i poliziotti, vigili e funzionari dell’Arca Puglia Centrale e del Comune di Bari sono arrivati ai piani alti degli stabili, si sono trovati davanti tetti in lamiera e antenne paraboliche. Terrazze arredate con piante, ed aree attrezzate per i barbecue. Esterni realizzati con legname con pertinenze recintate da staccionata, interni in cartongesso piastrellato e vetro strutturale, con servizi e allacci già predisposti per gas, acqua e fogna. ( ma come hanno fatto le società ad allacciarle se erano abusive ?)
L’ avvocato Piero De Nicolo, attuale amministratore unico dell’Arca Puglia Centrale, dopo aver raccolto una serie di esposti e proteste, ha subito informato la Polizia. ” Voglio ringraziare il questore Giovanni Signer che ha accolto le nostre segnalazioni e si è attivato immediatamente con la Squadra mobile. Abbiamo proceduto in soli 20 giorni alle verifiche. dalle quali sono emerse cinque situazioni di abusivismo, una delle quali era già nota, mentre le altre quattro sono emerse nel corso delle ispezioni degli stabili, e verranno prontamente denunciate”
“Gli amministratori di condominio adesso dovranno spiegarci – continua l’ avv. De Nicolo – perché non si sono mai accorti di niente. Sono convinto che in un paio di mesi al massimo gli abusi verranno eliminati. Ci hanno fatto molto piacere i complimenti ricevuti in tempo reale da alcuni inquilini stanchi di subire soprusi e di farsi carico delle spese anche per conto degli abusivi”.
Nel capoluogo pugliese, sono pressochè quotidiane le denunce di assegnatari di case popolari di Arca Puglia che raccontavano di aver trovato persino gli appartamenti abitati ed a loro assegnati, occupati abusivamente da famiglie malavitose che utilizzando delle pesanti intimidazione in alcuni casi avevano impedire ai legittimi assegnatari di denunciarli.
Dieci anni fa, nel luglio del 2013 gli investigatori della Squadra Mobile di Bari affiancati dalle Fiamme Gialle del Gruppo pronto impiego e dai Carabinieri del Reparto operativo del Comando Provinciale di Bari, nel corso delle perquisizioni effettuate nei confronti di 16 nuclei familiari legati alla “malavita” di San Girolamo, disposte dalla Direzione Distrettuale Antimafia, scoprirono l’esistenza, scoprirono sui tetti delle palazzine C/1 e C/2, nella zona compresa tra strada San Girolamo, via Van Westerhout, via don Cesare Franco e Lungomare IX Maggio l’esistenza una dependance con una piscina a disposizione della famiglia Campanale.
Per arrivare agli appartamenti “popolari” all’ultimo piano , si fa per dire , del boss locale Leonardo Campanale ras del quartiere di San Girolamo, attualmente detenuto in carcere e di suo figlio gli agenti dovettero prima rimuovere dalla rampa delle scale una porta di accesso dotata di vetri antiproiettile e tutte le irregolarità rilevate vennero segnalate all’ Arca Puglia.
L’operazione di ieri ha origine da una serie di verifiche incrociate, che hanno consentito di accertare che nel corso degli anni sui tetti dei palazzi di San Girolamo erano cambiate troppe cose, puntualmente illegali senza rispettare le regole di assegnazione e le norme di Legge. Attici realizzati in legno sui terrazzi condominiali laddove in realtà avrebbero dovuto esserci esclusivamente locali tecnici o, al massimo, dei locali di lavanderia.
In tre delle quattro case ispezionate sono stati identificati i proprietari, mentre per una abitazione non è stato possibile identificarlo, ed è stato scoperto un appartamento sotto l’attico vuoto nel quale erano in corso lavori di ristrutturazione, che lo stavano trasformando in un’abitazione di lusso in “stile Gomorra”. per la quale non si è riusciti a risalire alla persona che lo stava ristrutturando e che avrebbe dovuto occuparlo.
Il “blitz” congiunto della Polizia di Stato, affiancata dalla Polizia Locale ed il personale tecnico dell’Arca e dell’Ufficio tecnico comunale, ha consentito di accertare e portare alla luce molteplici situazioni illegittime e quindi illegali. Quando gli investigatori hanno chiesto i documenti alle persone che occupavano le abitazioni vista mare occupate abusivamente si sono trovati davanti in un caso Severina Cifarelli, la moglie del boss malavitoso barese Leonardo Campanale attualmente detenuto in carcere, figlio del boss Felice Campanale ucciso in un agguato mafioso nell’agosto 2013 .
Un’altro caso di abusivismo edilizio è stato contestato ad un uomo che è stato ritenuto affiliato in passato al “clan Campanale” e che attualmente scontando una condanna per omicidio agli arresti domiciliari in quanto gravemente malato, che aveva fatto installare delle lastre d’acciaio sul pianerottolo per impedire ai condomini dello stabile l’accesso sul terrazzo che era diventato il suo suo attico “personale”.
Tutti gli accertamenti proseguiranno con ulteriori verifiche concordate tra il Comune di Bari assegnatario delle case popolari e l’ Arca Puglia Centrale che le gestisce, a cui spetterà eliminare gli abusi edilizi ed occupazionali, grazie alle necessarie ordinanze di demolizione degli eventuali manufatti abusivi accertati da parte dei competenti uffici comunali.