MENU
22 Luglio 2024 13:44
22 Luglio 2024 13:44

Blitz nell’ufficio intercettazioni della Procura di Roma, che vendeva i “segreti” dei pm

I Carabinieri del nucleo Investigativo di Roma, hanno anche perquisito oltre alle abitazioni, proprio i locali dove avvengono gli ascolti e si svolgono le procedure per le intercettazioni, all’interno della cittadella giudiziaria di piazzale Clodio.

Iscritti nuovi indagati nell’inchiesta su Camilla Marianera, la praticante avvocato che otteneva informazioni riservate dall’Ufficio intercettazioni della procura di Roma e, insieme al fidanzato, Jacopo De Vivo, le rivendeva agli indagati. Oltre a quelli di cinque funzionari, altri nomi sono stati iscritti dai pm Francesco Cascini e Monica Guccione coordinati dall’ aggiunto Paolo Ielo, l’ipotesi su cui si indaga è sempre quella di corruzione.

Camila Marianera

I sospettati sono sia personale di polizia giudiziaria che dipendenti amministrativi, i quali lavorano tutti nell’ufficio dove vengono attribuiti i cosiddetti “Rit”, ossia i numeri identificativi del registro delle intercettazioni autorizzate, che comprende le singole captazioni per utenza telefonica o postazione ambientale o audio/video.

Nell’ufficio, in cui si cerca la “talpa” o probabilmente le “talpe”, viene gestita la documentazione amministrativa di supporto all’esecuzione delle intercettazioni, i pagamenti dell’attività svolta e intrattenuti rapporti con le società che materialmente le eseguono. I Carabinieri del nucleo Investigativo di Roma, hanno anche perquisito oltre alle abitazioni, proprio i locali dove avvengono gli ascolti e si svolgono le procedure per le intercettazioni, all’interno della cittadella giudiziaria di piazzale Clodio.

Una situazione imbarazzante, ma necessaria, che rende le indagini sulla talpa ancora più complicate. Il dipendente non ha lasciato tracce, si intrecciano gli orari di ingresso nel sistema con le interrogazioni su Luca Giampà, l’indagato per droga al quale la Marianera aveva rivelato informazioni specifiche sulle indagini che lo riguardavano, con quanto è emerso dalle conversazioni della stessa aspirante avvocatessa sul suoi ingressi in Tribunale.

Nel frattempo sono stati scoperti ed accertati altri dettagli sul modo in cui l’indagata, finita in carcere nei giorni scorsi, si muoveva negli uffici e che proprio Giampà, anche mentre era ai domiciliari, ha contattato Jacopo De Vivo, suo amico, per avere altre informazioni. 

TAGS

Sostieni ilcorrieredelgiorno.it: il tuo contributo è fondamentale

Il tuo sostegno ci aiuta a garantire la nostra informazione libera ed indipendente e ci consente di continuare a fornire un giornalismo online al servizio dei lettori, senza padroni e padrini. Il tuo contributo è fondamentale per la nostra libertà.

Grazie, Antonello de Gennaro

Articoli Correlati

Bancarotta fraudolente aggravata ed autoriciclaggio. Le Fiamme Gialle di Taranto eseguono una misura cautelare personale
La DIA di Milano arresta 2 imprenditori contigui ad un "clan" di Cosa Nostra. Sequestri per 5 milioni di euro
Lucia Morselli accusata di associazione per delinquere dalla Procura di Taranto
Giovanni Canio Mazzaro, ex della ministra Santanchè, condannato a due anni e mezzo.
Trovato il covo trapanese di Messina Denaro, fermato un suo fiancheggiatore
Alla ricerca del covo trapanese di Matteo Messina Denaro
Cerca
Archivi
Biden si è ritirato dalla corsa alla Casa Bianca
Il Csm, il vero porto delle nebbie della giustizia italiana
Giorgia non è stata una vera democristiana
Tutto quello da sapere sulle Olimpiadi 2024 a Parigi
Bancarotta fraudolente aggravata ed autoriciclaggio. Le Fiamme Gialle di Taranto eseguono una misura cautelare personale

Cerca nel sito