di Alessandra Monti
Sono 81 le studentesse afghane che fra pochi giorni avrebbero dovuto iniziare i corsi all’Università di Roma “La Sapienza”. Con loro anche alcuni bambini. Le ragazze erano sulla lista italiana degli afghani da recuperare, ma non sono riuscite a entrare nell’aeroporto a causa dell’attentato dell’ISIS. L’allarme del prorettore agli affari internazionali dell’ università romana Bruno Botta in una intervista al Gr1 : “Rischiano rappresaglie. Attendiamo che qualcosa avvenga, l’Unità di Crisi ha detto che non avrebbero assolutamente abbandonato le ragazze e i ragazzi della Sapienza”.
Il rettore dell’Università Eugenio Gaudio ha aggiunto che con il prorettore Bruno Botta, si sta lavorando a 360 gradi “per sostenere gli studenti afghani iscritti alla Sapienza attraverso fondi con la Fondazione Roma-Sapienza”, aggiungendo che con il prorettore agli affari internazionali Bruno Botta, si sta lavorando a 360 gradi “per sostenere gli studenti afghani iscritti alla Sapienza attraverso fondi con la Fondazione Roma-Sapienza“.
La preoccupazione maggiore è per le studentesse che da Herat hanno raggiunto Kabul per imbarcarsi: “Se dovessero tornare indietro, rischiano rappresaglie” avverte Botta. La speranza ora è che il gruppo possa viaggiare su voli di altri Stati, quando ce ne saranno“. “C’è impegno – ha detto l’ex Rettore che è anche presidente della Fondazione Roma Sapienza – per aiutare questi studenti in difficoltà“.