ROMA – Braccio di ferro tra il Csm ed il Consiglio di Stato sul procuratore di Trani. Con una decisione a maggioranza il plenum del Consiglio Superiore della Magistratura ha confermato oggi la nomina di Antonino di Maio, che era stata annullata dai giudici amministrativi di Palazzo Spada. Sedici i voti andati in favore di Di Maio (i consiglieri di Unicost e Magistratura Indipendente, tutti i laici di Lega e Forza Italia e Fulvio Gigliotti del M5s) contro i 5 raccolti dal sostituto procuratore di Bari, Renato Nitti a favore del quale hanno votato i consiglieri “togati” di Area ed il “laico” indicato dal M5S Alberto Maria Benedetti.
Si sono astenuti dal voto Piercamillo Davigo e Sebastiano Ardita, consiglieri togati di Autonomia e Indipendenza .
Per il consigliere togato Giuseppe Cascini , esponente della sinistra di Area che ha parlato di “arroganza istituzionale” da parte del Csm si tratta di una nomina “illegittima” che “elude sfacciatamente” la sentenza del Consiglio di Stato, a cui ha replicato il relatore Antonio Lepre, di Magistratura Indipendente: “Non è ammissibile sentir parlare di elusioni: è una nuova delibera che rimotiva nel permito, tenendo conto dei rilievi del giudice” .
Nitti firmatario del ricorso contro la nomina di Antonino Di Maio a procuratore capo , si era rivolto al Tar del Lazio che il 30 gennaio 2018 lo aveva respinto in primo grado . Successivamente Nitti si era rivolto al Consiglio di Stato che aveva accolto il ricorso ma respinto nella parte in cui lamentava l’inammissibilità della proposta di Di Maio di organizzazione dell’ufficio della Procura ritenendola “generica e inconsistente“, tanto da “dover essere considerata inesistente“.
Il Consiglio di stato lo aveva accolto nella parte relativa al possesso dei titoli utili per il concorso, poiche’ solo tre mesi prima della nomina di Di Maio a procuratore di Trani, lo stesso Consiglio Superiore della Magistratura aveva ritenuto proprio Di Maio “non idoneo” a guidare la Procura della repubblica di Chieti perchè “non ha mai svolto funzioni neppure di fatto direttive e presenta un profilo professionale, piuttosto che indirizzato a temi organizzativi, maggiormente volto all’approfondimento scientifico delle questioni giuridiche“.
Analoga valutazione era stata fatta in precedenza dal Csm per Di Maio , per un altro concorso per ricoprire un incarico semi-direttivo nella Procura (poi soppressa) di Nicosia. Quindi secondo il ragionamento dei giudici amministrativi del Consiglio di Stato “non si intende come un tale profilo possa essere ritenuto in presenza di un concorrente con i titoli documentati dal ricorrente“. “Un tale dato – riportava la sentenza con riferimento alla delibera di nomina di Di Maio del Csm – per la manifestazione di contraddittorietà e discontinuità logica che esprime, manifesta una irragionevole incoerenza nell’attività amministrativa ed e’ pertanto indice rivelatore di un vizio di illegittimità del giudizio e, con esso, del provvedimento finale“. Gli atti sulla nomina del Procuratore di Trani sono quindi tornati al Csm che oggi ha riconfermato la nomina di Di Maio motivandola in modo diverso dal primo atto.