di REDAZIONE POLITICA
Massimo Cassano, nominato recentemente da Michele Emiliano a direttore dell’ Arpal, l’Agenzia regionale pugliese per le politiche del lavoro, di cui era stato nominato commissario nel 2019, è stato inserito nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari notificato dalla Procura di Bari per la bancarotta da 8 milioni di euro della società Work Sistem, che gestiva un deposito franco doganale nel porto di Bari. I reati contestati dalla Procura di Bari riguardano esclusivamente la sua attività imprenditoriale. Le altre quattro persone che nel corso degli anni si sono avvicendate con Cassano come amministratori della società l’accusa è invece di concorso in bancarotta fraudolenta in quanto “omettevano sistematicamente il pagamento dell’Ires, dell’Iva e dell’Irap sino a raggiungere debiti per otto milioni anche per effetto di sanzioni e interessi che erodevano completamente il patrimonio societario“.
I presunti illeciti contestati dalle Fiamme Gialle sono relativi al mancato pagamento dell’Iva per diversi anni da parte della società, di cui Massimo Cassano è stato amministratore dal 2002 al 2008. L’indagine della Procura di Bari tende a far luce su presunti illeciti legati al mancato pagamento IVA da parte della società. L’imprenditore-politico ha militato a lungo inizialmente nelle file di Forza Italia successivamente nel Nuovo Centrodestra di Alfano, per finire a fare il sottosegretario nei Governi guidati da Matteo Renzi e Paolo Gentiloni. Cassano spostatosi a sinistra ha fondato nel 2018 il movimento civico Puglia Popolare.
Sono cinque le persone finite al centro dell’inchiesta condotta dalla guardia di finanza e coordinata dal pm Giuseppe Dentamaro. tra i quali compare anche il ragionierie Francesco Noviello, 62 anni, di Bitonto, liquidatore della Work Sistem, che viene chiamato a rispondere dell’ accusa di bancarotta per distrazione. Nel capo di imputazione si legge che Noviello oltre ad aver fatto scomparire circa 130mila euro dai conti correnti “per nascondere la gestione opaca e dolosa della società fallita sottraeva e distruggeva (anche mediante omessa istituzione) i libri e le altre scritture contabili obbligatorie (…) e tutto il resto della contabilità da luglio 2016 sino al fallimento“.
“L’audizione dell’altro ieri in Commissione del direttore generale dell’ARPAL, Massimo Cassano, – commenta con una nota Fratelli d’ Italia – ci ha ancora più convinti che le nostre critiche non nascono da pregiudizi politici, ma da presupposti concreti. Per questo presenteremo in Consiglio regionale una mozione perché vengano bloccate le 236 assunzioni a tempo e interinali, non essendovi più l’urgenza, visto che il bando risale a giugno scorso, e – in attesa del maxi-concorso per oltre 1.000 persone – il personale necessario per il funzionamento dei Centri per l’Impiego (così come prevede la legge!) essere assunto attraverso lo scorrimento delle graduatorie concorsuali negli enti locali”.
Il Gruppo di Fratelli d’ Italia alla Regione Puglia ha commentato “La notizia dell’indagine per bancarotta fraudolenta che vede lo stesso Cassano indagato ci trova garantisti come sempre: noi non useremo mai un’indagine penale per chiedere le dimissioni del direttore generale Arpal. Per la verità, questo è quello che il presidente Emiliano ha fatto nella passata legislatura più volte, chiedendo e ottenendo le dimissioni dei suoi assessori se indagati. E francamente, ci sembra assordante il silenzio dei cinque consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle: per molto meno hanno gridato allo scandalo, oggi stanno zitti. Forse è il prezzo che si paga quando si fanno accordi di poltrone: tuttavia ci appare strano che mentre ieri, a Roma, i grillini di governo prendevano sdegnati le distanze dall’indagato Lorenzo Cesa, oggi a Bari non seguano la stessa linea con l’indagato Cassano“.
“Noi di Fratelli d’Italia, coerentemente, abbiamo contestato e continuiamo a contestare la nomina di Cassano prima come commissario straordinario dell’agenzia del lavoro (illegittima perché non prevista dalla legge istitutiva) e ora come direttore generale (convinti che, su basi oggettive, altri curricula presentati per il ruolo hanno più titoli). Da tempo denunciamo il mercimonio politico che sta alla base di ogni attività posta in essere da Cassano con la ‘benedizione’ del presidente Michele Emiliano. Senza mezzi termini abbiamo più volte evidenziato che la sua nomina è di natura politica e non tecnica, e ricompensa l’apporto elettorale di Cassano a Emiliano con la lista Popolari con Emiliano” continuano i consiglieri regionali di Fratelli d’ Italia.
“Aver ridotto il lavoro, in momento di crisi come questo, a un affaire politico è stato e continua ad essere davvero una delle pagine più brutte della politica pugliese” conclude Fratelli d’ Italia.