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23 Novembre 2024 03:06

BUON COMPLEANNO LASSU’ CARO GINO !

“Il giornalista? Professione, mestiere o missione, senza alcuna prevalenza per la tipologia, non priva di responsabilità e di rischi fisici e materiali. Un mestiere, come spesso si sente definirlo in ricordo dei tempi passati, una missione. Nella società democratica giornalisti e giornali sono elementi indispensabili, come ha affermato Thomas Jefferson e ribadito Joseph Pulitzer nella seconda metà dell’Ottocento, che ha molto contribuito allo sviluppo del giornalismo americano”.

di ANTONELLO de GENNARO

Esattamente una settimana fa il mio vecchio amico e collega Gino Falleri, classe 1926, deceduto nella notte tra il 18 e il 19 marzo del 2019 in una clinica romana, avrebbe festeggiato i suoi 95 anni Molti se lo ricorderanno, era chiamato e definito da tutti noi come “il pubblicista del secolo”. E’ stato probabilmente uno dei giornalisti più gentili, seri, garantisti e cortesi che abbia mai conosciuto nei miei 40 anni di attività giornalistica in lungo e largo per il nostro Paese. Qualcuno lo ha definito giustamente come una “leggenda” del giornalismo contemporaneo.

Laureato in Giurisprudenza, si era iscritto all’Albo dei giornalisti del Lazio, elenco pubblicisti, dal 1957. Personaggio “storico” del giornalismo libero ed indipendente, ha iniziato la sua carriera come volontario a Il Messaggero di Roma e successivamente al Popolo di Roma. Ha scritto anche con il Momento Sera, Il Giornale d’Italia, Italia Sera, l’Opinione, Il Globo, Il Resto di cui è stato il garante del lettore, nonché con l’agenzia ASCA e il GR2.È stato direttore di TeleTerni dal 1974 al 1977, Capo ufficio stampa dell’Ente nazionale per la prevenzione degli infortuni dal 1971 al 1982, e consulente per i media del direttore generale dell’ISPESL fino al 31 dicembre 1988. È stato, anche, addetto stampa del Presidente della Commissione bicamerale d’inchiesta sulla cooperazione (1994-1995).

Gino Falleri è stato un “professionista” con i fiocchi che ha voluto sempre condurre la sua esperienza però nell’ambito dei giornalisti pubblicisti, con una dedizione speciale alla figura dell’addetto stampa, di cui rimane figura eminente, nobilitata dall’Onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica di cui andava giustamente fiero. Ho scoperto la sua dolcezza, la sua profonda passione per la legalità, il suo garantismo, in una spiacevole vicenda che mi aveva visto contrapposto con il vertice dell’ Ordine dei Giornalisti del Lazio, di cui Gino Falleri era vicepresidente, e che mi ha visto successivamente vincitore dinnanzi al Consiglio Nazionale dell’ Ordine dei Giornalisti, presieduto all’epoca dei fatti da un altrettanto valido ed autorevole collega come Enzo Jacopino, ed successivamente vincitore anche dinnanzi ad un Tribunale vero, quello di Roma, e non ad uno pseudo “tribunale” disciplinare, sindacalizzato e lottizzato, che opera senza conoscere il diritto, cioè la Legge.

Non potrò mai dimenticare l’ultimo nostro incontro nel suo ufficio all’ Ordine dei Giornalisti del Lazio , insieme al mio amico ed avvocato Giuseppe Campanelli, nel corso del quale Gino Falleri confermò ancora una volta la sua serietà e correttezza, e sopratutto competenza giuridica che altri non hanno mai avuto. E mai potranno avere. Amava come i cani e quando ci sentivamo telefonicamente, quando negli ultimi tempi restava a casa e non andava più all’ Ordine , dato il suo precario stato di salute, non faceva altro che chiedermi notizie del mio amato labrador, avendone anche lui uno in famiglia.

Indimenticabile la frase che ripeteva continuamente a chi era un caro amico, ai colleghi che stimava ed ai suoi studenti che frequentavano i Corsi delle varie Scuole di Giornalismo, davvero intere generazioni di cronisti: “Il giornalista? Professione, mestiere o missione, senza alcuna prevalenza per la tipologia, non priva di responsabilità e di rischi fisici e materiali. Nello stesso tempo non interessa molto se ancora non sia stato definitivamente sciolto il nodo se è una professione, comunque transeunte in quasi tutto il mondo occidentale, un mestiere, come spesso si sente definirlo in ricordo dei tempi passati, o una missione. Nella società democratica giornalisti e giornali sono elementi indispensabili, come ha affermato Thomas Jefferson e ribadito Joseph Pulitzer nella seconda metà dell’Ottocento, che ha molto contribuito allo sviluppo del giornalismo americano”.

Sono onorato di averlo potuto avere come vero “amico” potendone apprezzare ancora meglio le sue doti, nonché l’umanità, la concretezza e la lealtà di dirigente della professione. Buon compleanno, caro Gino, stai pur certo che il tuo ricordo, il tuo sorriso, i tuoi occhi intelligenti e curiosi, da bravo giornalista, è sempre presente tra di noi che ti abbiamo apprezzato e stimato , e che seguendo il tuo esempio cerchiamo di fare tutto il possibile per onorare il suo amore verso la categoria e il suo impegno in difesa dei più deboli.

Caro Gino, mi mancano le nostre chiacchierate, il cui contenuto conservo gelosamente nella mia memoria, ed anche il tuo sorriso ed i tuoi consigli da “fratello” maggiore. Ma un giorno ci rivedremo e continueremo a ridere insieme. Ci manchi. Mi manchi.

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Grazie, Antonello de Gennaro

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