In casa dell’ex super latitante sono stati trovati abiti femminili, diverse pillole di viagra ed una parrucca Considerato che gli inquirenti hanno escluso che si possa trattare di suoi travestimenti, ora stanno scandagliando il paese di Campobello di Mazara alla ricerca delle amanti di Matteo Messina Denaro che potrebbero consentire l’apertura di nuove piste investigative.
I due numeri di telefono trovati su un bigliettino corrisponderebbero ai cellulari di due donne di Campobello, che i Carabinieri hanno già perquisito ed interrogato. Sarebbero delle presunte amanti (anche se le donne in questione negano) di Matteo Messina Denaro: tutte e due cinquantenni, una bionda con i capelli corti e l’altra mora con i capelli lunghi, entrambe occupate. La seconda, è proprietaria di un’auto di lusso, un SUV da 70mila euro che parcheggiata sotto casa. Ma un familiare sostiene che “non è stato un regalo di nessuno, l’ha comprata lei un anno fa sfruttando un’occasione” cercando di allontanando l’ipotesi investigativa che fosse stato un regalo di Messina Denaro.
La donna, una piccola imprenditrice, questa settimana è stata vista uscire dalla caserma dei Carabinieri di viale Risorgimento in compagnia di un’amica: “È andata a dare qualche chiarimento“, ha confermato ieri il parente ben informato al Corriere della Sera . Gli inquirenti, secondo quanto appreso, si sarebbero già recati a casa sua “a scattare qualche foto agli ambienti” e lo stesso avrebbero fatto perquisendo la casa dell’altra donna, quella bionda coi capelli corti, di professione commerciante.
L’ imprenditrice dai capelli neri e lunghi è stata vista entrare in questi mesi, solitamente intorno alle 11, dai commessi del negozio adiacente a vicolo San Vito, che infastiditi dicono : “Che significa? Qui ci viene tutta Campobello a comprare creme e profumi, perché vi meravigliate?”.
Analoga meraviglia fuori esce dai carabinieri della locale stazione di Campobello di Mazara : “Noi non l’abbiamo riconosciuto? Vero, ma eravamo in 14 a vigilare su un paese di 11 mila anime che diventano 40 mila d’inverno con i raccoglitori di olive e 60 mila d’estate con i turisti. Senza considerare i tanti, tantissimi, che qui rientrano dalla Svizzera, dall’Austria, dalla Germania per godersi le loro pensioni. Facce nuove tra cui bene poteva confondersi il boss sessantenne“.
Le cene del “boss”
Il motivo per cui Matteo Messina Denaro conservasse nei suoi covi a Campobello di Mazara le ricevute anche dei ristoranti è un rebus ancora tutto da chiarire. Di ricevute in casa di Messina Denaro però ce n’erano diverse, ed infatti i ristoratori di Campobello di Mazara non possono escludere di aver avuto come cliente il latitante, almeno nel corso degli ultimi mesi. Il boss sarebbe stato cliente almeno un paio di volte di una pizzeria aperta a pranzo, tra le poche che offrono pasti per chi lavora in zona. Ma di tutti i ristoratori disposti a parlare di Campobello, nessuno dice di essere riuscito a riconoscerlo. Di certo c’è una ricevuta che tra le altre ha acceso la curiosità degli inquirenti, cioè quella ricevuta da 700 euro per una cena.
Un conto come quello da 700 euro però dovrebbe restare ben impresso nella memoria di un ristoratore di quelle zone, ed infatti il titolare del ristorante “L’ Ancara“, Davide Fontana, spiega: “Non escludo che possa essere venuto a mangiare una volta anche da noi, ma quel conto non può essere che di un locale di Mazara del Vallo. Conti del genere li facciamo per tavolate di molte persone ed io ricordo bene tutti i clienti che mi pagano cifre del genere“. È in quella località che si trovano una decina di ristoranti diventati ormai locali “importanti” e seguaci del rinomato “Gambero rosso“, come lo sarebbe stato anche il boss mafioso.
Anche chi è originario di Castelvetrano e dice di aver visto in faccia il boss mafioso da ragazzo. Che si possa trattare di un locale di Mazara del Vallo sembra certo anche il proprietario di una pizzeria vicina a vico San Vito, la strada del covo di Messina Denaro: “Si fa presto a raggiungere quella cifra – spiega – con un chilo di gamberoni rossi, circa una ventina, un antipasto di pesce crudo e un’altra portata di pesce si arriva facilmente a 250 euro a persona. Se poi ci bevi bene sopra si possono anche superare i 700 euro in due”. Difficile da immaginare che due persone possano mangiare così tanto, e che in quel paese si possano trovare vini di così elevata qualità e prezzo.
Su quel documento vi è il totale riserbo degli investigatori dei carabinieri, e cresce la certezza che un conto del genere in realtà sarebbe stato speso nel centro storico della vicina Mazara del Vallo. Quel conto da 700 euro che meritava evidentemente una certa attenzione potrebbe portare a delle importanti rivelazioni utili per le indagini, cominciando da chi sedeva al tavolo insieme al boss mafioso.
La vita privata di Messina Denaro ed i suoi amori
La gente di Campobello di Mazara ha iniziato a parlare: “Messina Denaro era molto più grande di età, però dicevano fosse innamorato pazzo di lei – racconta un’impiegata comunale parlando della donna con il Suv -. Alla fine degli anni Ottanta andavamo tutti a ballare al Blues, un locale di Campobello che ormai non c’è più, il biglietto d’ingresso costava tanto, 40 mila lire. Lui entrava coi suoi cappotti lunghi, gli stivaletti, sempre elegantissimo. Poi restava in disparte con la sua comitiva, non dava confidenza a noi del popolo“.
Sarebbero state almeno 6 le donne della latitanza di Matteo Messina Denaro, ed una figlia su cui è noto ben poco. C’è ancora tanto da ricostruire sugli ultimi anni della vita privata del boss arrestato dopo 30 anni di latitanza, mentre i carabinieri stanno già riscontrando qualcosa dalle carte trovate nel primo covo di Campobello di Mazara affidate ad una sorta di diario all’interno del quale sono state ritrovate riflessioni sulla vita e sull’amore, le date degli incontri con la figlia, brani di lettere ricopiati ancora tutti da interpretare.
I conflitti di famiglia di Messina Denaro
Dalle discussioni familiari emergono le difficoltà testimoniate di un uomo perennemente in fuga: “Devi dire a tuo fratello che ha una figlia che a dicembre ha compiuto 11 anni e che è arrivato il momento che qualcosa pure a lei la scriva, perché adesso la ragazzina inizia a fare domande sul padre e lui non può continuare a ignorarla come ha sempre fatto, dimenticandosi anche del compleanno della figlia“. Il fratello tenta di trovare scuse alle mancanze di Matteo: “Si vede che nel posto in cui si trova non può scrivere, non può mandare nulla“. E’ lui stesso del resto a difendere le sue scelte, in un’altra missiva nella quale rivendica per sé perfino il ruolo di difensore di una “giusta causa“.
“Devo andare via e non posso spiegarti ora le ragioni di questa scelta. In questo momento le cose depongono contro di me. Sto combattendo per una causa che oggi non può essere capita. Ma un giorno si saprà chi stava dalla parte della ragione…”. Nella corrispondenza sequestrata in casa di Filippo Guttadauro, cognato e ufficiale di collegamento tra il boss latitante e il suo mondo, ci sono anche le appassionate lettere d’amore inviate a Matteo Messina Denaro da Maria Mesi una delle donne alle quali è stato legato sentimentalmente: “Ti amo e ti amerò per tutta la vita. Dal profondo del mio cuore ti amo, ti mando tantissimi baci. Tua per sempre“. E un’altra missiva, questa volta inviata alla donna, il boss svela una passione inedita quella per i videogiochi: “Desidero tanto farti un regalo. Sai, ho letto che è uscita la cassetta di Donkey Kong 3 e non vedo l’ora che sia in commercio per comprartela. Quella del Secret of Mana 2, ancora non è arrivata…“.
Le storie di Messina Denaro
Una delle donne di cui si sa di più è Maria Mesi, che venne arrestata per favoreggiamento. Fu lei che nel 1995 fece consegnare a Messina Denaro una lettera: “Ti prego non dirmi di no, desidero tanto farti un regalo. Ho letto sulla rivista dei videogiochi che è uscita la cassetta di Donkey Kong 3 e non vedo l’ora che sia in commercio per comprartela. Quella di Secret Maya 2 ancora non è arrivata. Sei la cosa più bella che ci sia”. Quella volta i due si videro ralmente – Messina Denaro era un grande appassionato di videogiochi – tanto che la Polizia sfiorò la cattura in un covo a Bagheria, in via Milwaukee 40. Quando gli agenti entrarono, il boss si era già dileguato.
E poi la biondissima Andrea Haslener che Matteo Messina Denaro chiamava “Asi”, con cui il boss è stato fidanzato quattro anni dal 1989 al 1993. Lei lavorava come receptionist all’hotel Paradise Beach di Castelvetrano. Poi nel 1995 una storia con Franca Alagna, da cui nacque sua figlia Lorenza, costrette entrambe di fatto a una vita da recluse. Nel 2013 la figlia e la madre chiesero di poter lasciare Castelvetrano e il boss diede il suo assenso. Lorenza ha avuto anche un figlio, il “nipotino” del boss, nato lo scorso anno.
La memoria ritrovata
Dopo trent’anni passati in silenzio con omertà mafiosa in tanti adesso hanno ritrovato la memoria e si sono presentati agli investigatori a raccontare i loro rapporti, le frequentazioni, gli incontri, a volte occasionali, con il boss Matteo Messina Denaro. Una vera e propria passerella di testimoni, tra Palermo, Campobello, Trapani, timorosi probabilmente di finire tra i sospettati di collusioni e connivenze mafiose con il boss mafioso di Castelvetrano.
Nei cellulari del capomafia e nella sua agenda sono stati trovati numeri di telefono e messaggi che provano la rete di relazioni e “coperture” vissute nel lungo periodo di latitanza. Non è stato complicato per i carabinieri identificare chi ne facesse parte, e quindi per prevenire conseguenze legali spiacevoli in molti hanno anticipato le mosse degli investigatori ed hanno deciso di presentarsi spontaneamente e parlare. Inoltre, come già raccontato nei giorni scorsi, nei covi del boss sono state trovate anche altre carte d’identità intestate a prestanomi, da fonti investigative risulterebbero cinque , che Matteo Messina Denaro avrebbe utilizzato nel corso della latitanza.
Dai pazienti che Messina Denaro ha incontrato alla clinica Maddalena di Palermo dove è stato arrestato lo scorso 16 gennaio, con i quali il boss faceva la chemio e condividevano una chat, alle persone che l’avevano incontrato in un negozio, proprietari di ristoranti, il concessionario di auto che gli ha venduto l’Alfa Romeo Giulietta, trovata dalla Polizia. Una donna ha dichiarato di aver vissuto con il padrino una relazione amorosa di qualche mese, senza sospettare che il suo amante fosse il ricercato italiano “numero uno”. La donna al momento non sarebbe indagata. Il denominatore comune delle molte testimonianze, tutte tardive, è che nessuno avrebbe conosciuto la reale identità di Massimo Messina Denaro considerando che il boss, durante la latitanza, aveva identità false. Adesso sarà compito degli investigatori capire se tutti raccontano la verità.
L’inviata di Striscia la Notizia Stefania Petyx aggredita a Campobello: la solidarietà del sindaco Lagalla
“A nome dell’amministrazione comunale esprimo solidarietà e vicinanza alla giornalista palermitana di Striscia La Notizia Stefania Petyx e alla sua troupe, aggrediti mentre stavano girando un servizio a Campobello di Mazara. Un gesto di violenza ingiustificabile e da condannare fermamente” ha dichiarato il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, dopo che l’inviata di Striscia La Notizia, ieri, mentre stava girando un servizio è stata aggredita da un uomo di Campobello di Mazara, il paese dove è stato catturato Matteo Messina Denaro, che addirittura ha cercato di investirla e picchiare l’operatore video.