di Mario Gerevini*
A un certo punto all’orizzonte di un boccheggiante Taranto calcio, ultimo in classifica in serie C (con penalizzazione in arrivo) e in grave crisi finanziaria, è comparso il cavaliere bianco Mark Campbell in sella a una società americana apparentemente piena di dollari e dal nome altisonante: Apex Capital Global LLC. Campbell due sere fa va a cena con il sindaco, vicesindaco ecc e poi l’annuncio ufficiale del club: accordo fatto per l’acquisizione del capitale dal maggiore azionista Massimo Giove. “Arrivano gli americani“, “un fondo Usa compra il Taranto“, sognano i tifosi e la città (190 mila abitanti, 550 mila la provincia).
Favola o incubo?
Magari questo non sarà il caso, ma talvolta le favole finiscono ancora prima di cominciare. E la realtà, per adesso, viaggia molto rasoterra, assai meno ricca e “americana” di quel che appare. Mister Campbell forse tirerà fuori dal cilindro miniere d’oro in Perù o risorse nascoste, molto nascoste, che nessuno immagina. Intanto però interpellando varie fonti italiane ed estere, visionando documenti e bilanci societari, il quadro che vien fuori è il seguente.
La palazzina rossa in Delaware
Apex Capital Global LLC non è un fondo di investimento o una holding di partecipazioni ma una società costituita l’anno scorso in una bella palazzina rossa a tre piani a Dover in Delaware. Ma di Apex non è riscontrabile né registrata né nota alcuna attività/bilancio. La classica scatola vuota, per di più in un paradiso fiscale che tiene nascosti i reali proprietari. Questa è prassi comune si dirà: era così, per esempio, l’assetto del Milan di Elliott ed è così quello della Roma dei Friedkin ma, appunto, con gruppi economici solidi e riconoscibili alle spalle. Che cosa c’è invece dietro il veicolo societario che acquista il Taranto?
«Fanatico di calcio»
Va notata la scelta del nome: Apex, proprio come un’altra e ben nota società dal nome quasi uguale “Apex Capital” di Londra che da oltre 30 anni investe nel mondo dello sport. Sono loro? Non pare proprio. Mark Campbell viaggia da solo e nel suo profilo Instagram indica l’anno di nascita (1973) si definisce «imprenditore inglese» di «Apex Capital Global LLC» e «fanatico di calcio». Qualificarsi imprenditore indicando la neonata azienda del Delaware come riferimento è un po’ scarno come curriculum.
Chi è Campbell ?
Verrebbe da chiedergli: signor Campbell cosa fa nella vita? Quali garanzie patrimoniali (in concreto: bilanci e documenti alla mano) offre a città, tifosi e creditori del club? In definitiva, dov’è e in cosa consiste il suo patrimonio? A Londra “vive”, ma più che altro vegeta, la Apex Capital Global Ltd di Mark Colin Campbell nato nel 1973 che, salvo clamorose omonimie, è proprio il neo proprietario del Taranto. Il business è intermediazione finanziaria e nella City spicca per fatturato (zero sterline), dipendenti (zero), patrimonio (sotto zero, -1.886 sterline).
La società con asset per 1,44 euro
Per qualche mese il finanziere apparentemente senza finanze è stato socio anche della Capitis Global che con quel “Global” sembra indicare un ampio raggio d’azione negli affari: infatti nel suo anno d’oro, il 2022, ha messo insieme asset per ben 1,2 sterline pari a 1 euro e 44 centesimi. È stato anche l’unico esercizio di bilancio perché poi la società ha chiuso e questa è una caratteristica delle aziende “frequentate” da Campbell: aprono e chiudono con grande rapidità e facilità. E come ricavi nel migliore dei casi siamo più o meno ai livelli della vecchia pescheria di Taranto “Cicce ‘u gnure”, solo che quella si sapeva cosa vendeva.
Gli interrogativi
Campbell, che già in passato ha provato senza fortuna ad acquistare altri club europei di serie minori, dovrà fugare molte perplessità. È lui, per esempio, il Mark Campbell della Fairway Sports Capital, 100 sterline di totale bilancio, «sport club ownership-New project coming soon» dice su Instagram? E quello della Property Seekers, aperta/chiusa e altrettanto vuota?
I soldi che servono
Lunedì 21 ottobre gli acquirenti, accolti con tutti gli onori dal vertice politico della città, si presenteranno ufficialmente e forse si saprà di quali risorse, eventualmente, dispone l’imprenditore inglese. E, se questi soldi ci sono, non solo sulla carta o sulla parola, quanti saranno destinati al risanamento e alla gestione del club. Perché una squadra di calcio in genere è l’appendice di un’attività imprenditoriale più ampia ma nell’orizzonte di mister Campbell non si capisce quale sia.
Il calcio di Taranto
A Taranto il calcio è una cosa seria, di tifo e di cuore, non a caso lo stadio si riempie anche in C (tranne che negli ultimi tempi con i tifosi che hanno voltato le spalle alla società per la gestione Giove) ed è intitolato a un calciatore amatissimo, Erasmo Iacovone, centravanti, morto 46 anni fa in un incidente d’auto quando da capocannoniere stava portando la squadra in serie A. Poi il Taranto arrivò ottavo e in A non c’è mai stato. Mister Campbell, invece, dove vuole arrivare?
*articolotrattodalCorrieredellaSera
Ecco i documenti che provano il “bluff” di mister Campbell e dei suoi “sostenitori” a Palazzo di Città
APEX-VisuraQuesto l’ assetto societario dell’ APEX di mr. Campbell
APEX-dimissioni-vecchio-direttore APEX-nomina-direttore-1Questo l’ultimo bilancio della società
APEX-bilancio-ZEROPer la cronaca il fantomatico bonifico di mr. Campbell e della sua società di “cartone” previsto dal preliminare di vendita ad oggi, dopo due settimane di attesa non è mai arrivato, quindi nullo. Per dovere di informazione i bonifici anche dall’ estero arrivano entro 48 ore ! Come mai ? Lo spiegheranno mr. Campbell, Melucci ed Azzaro nella conferenza stampa odierna ?
A questo punto resta da chiedersi : chi ha pagato la lauta cena nel ristorante della città vecchia avuta fra Campbell, Melucci, Azzaro e Pelillo ? E chi ha pagato la cravatta e la sciarpa ? Sarebbe da denunciarlo alla Corte dei Conti ed alla procura della repubblica di Taranto !
L’appetito sulla gestione del prossimo nuovo stadio Iacovone
Che il sindaco Melucci abbia degli appetiti sulla gestione dello stadio Iacovone post ristrutturazione pagata dallo Stato, cioè da tutti i contribuenti d’ Italia, è cosa ben nota a tutti, sin da quando voleva farlo realizzare ad un altro “squattrinato” per farci all’interno un ipermercato da 20mila metri quadri ! Sarà bene quindi che le Autorità dello Stato, la Magistratura, la Corte dei Conti e la Guardioa di Finanza aprano gli occhi, sulle operazioni “battezzate” da Melucci.