ROMA – La crisi di governo continua ad agitare anche i piani alti del Partito Democratico. L’eurodeputato Pd Carlo Calenda in un’intervista al quotidiano il Foglio avverte: “Se la direzione darà al segretario Zingaretti il mandato di verificare l’ipotesi di un accordo con i 5 stelle, questo vorrà dire che il Pd avrà definitivamente abdicato alla rappresentanza del mondo liberaldemocratico” ed aggiunge “Io questa cosa non la accetterò. Sarà a quel punto inevitabile lavorare a una nuova forza politica che rappresenti quel mondo orfano. Una forza non alleata con il Pd, perché il Pd avrà perso ogni credibilità rispetto alle istanze dell’Italia seria, quella che lavora, studia e produce“.
Carlo Calenda non sta soltanto preannunciando il suo abbandono del Pd e la nascita di un nuovo partito. Sta anche descrivendo il paradosso secondo il quale l’idea originariamente renziana di un partito liberaldemocratico stia incredibilmente sul punto di nascere per contrastare proprio una mossa di Matteo Renzi, cioè l’apertura a quei Cinque stelle che, dice Calenda, “sono incompatibili con qualsiasi idea di modernizzazione e sviluppo del paese. Non si può seriamente pensare di aggiustare i conti pubblici, di mettere in sicurezza l’Italia rispetto alla crisi economico-finanziaria, impastando un accrocchio con chi avversa la competitività e la crescita. E le avversa persino dal punto di vista ideologico. I grillini hanno una visione antimoderna della società. Secondo loro qualunque cosa sia ‘crescita’ è automaticamente anche ‘corruzione’, ‘devastazione ambientale’, se non addirittura qualcosa di ‘moralmente deprecabile’”.
La replica di Matteo Renzi arriva puntuale su Facebook. “Oggi i quotidiani sono pieni di innumerevoli retroscena e scenari. In momenti del genere la politica rischia di dare il peggio di sé” dice ed aggiunge.”E allora parliamo chiaro: la stella polare delle persone serie è il rispetto delle istituzioni e il bene degli italiani. Non gli interessi dei partiti o dei presunti leader. Andare a votare a ottobre con l’effetto di aumentare l’IVA al 25% è folle. Non possono essere le famiglie a pagare le ambizioni di qualche aspirante leader. E non possiamo condannare l’Italia alla recessione. Per questo serve un Governo Istituzionale che pensi al Paese e non ai destini dei singoli partiti”.
“Un Governo Istituzionale che come prima cosa abbia un Ministro dell’Interno degno di questo nome – continua Renzi – e un Governo che pensi a fare il bene degli italiani, non a litigare tutti i giorni. Sono uomini delle Istituzioni coloro che mettono da parte i propri risentimenti personali e pensano a come evitare la crisi economica. Poi torneremo a discutere, litigare, dividerci. Ma prima viene l’Italia, poi vengono gli interessi dei singoli partiti. Ci hanno buttato addosso odio e fango: noi non replichiamo allo stesso modo, ma rispondiamo pensando al bene comune e ai risparmi delle famiglie”.