ROMA – La norma che ha previsto la sanatoria per le cartelle di pagamento anche in materia di bollo auto per tutti gli anni compresi tra il 2000 ed il 2017 c’è già: è il Decreto fiscale 2019 denominato anche “strappacartelle” mediante il quale il Fisco cancella le minicartelle di importo fino a mille euro cancellando quindi i debiti arretrati.
La sanatoria del bollo auto quindi è già in vigore da mesi, ma le vecchie abitudini sono dure a morire e così l’eliminazione di questi vecchi debiti adesso arriva anche dai giudici che con una recentissima sentenza hanno stabilito che la cartella di pagamento per bollo auto con importo inferiore a mille euro rientra nella pace fiscale.
Lo stralcio dovrebbe operare in via automatica senza costringere i contribuenti a farlo dichiarare dal giudice a seguito di ricorso: il Decreto fiscale prevede che i debiti di importo residuo fino a mille euro (comprensivi di capitale, interessi e sanzioni) risultanti dai singoli carichi affidati agli Agenti della riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2010, sono automaticamente annullati. Quando ciò non avviene e il Fisco continua a notificare cartelle di pagamento oppure ci sono giudizi in corso su cartelle notificate prima dell’entrata in vigore della pace fiscale – nel caso deciso dai giudici l’importo era di 930,60 euro e riguardava la tassa automobilistica per l’anno 2001 richiesta da una Regione – il contribuente ottiene piena ragione e il suo debito viene cancellato perché così prevede la legge.
Vero è che la norma non parla espressamente del bollo auto, ma la pace fiscale è di applicazione generale e non consente deroghe in base alla natura del tributo iscritto a ruolo. Nel caso esaminato, l’annullamento automatico infine era arrivato e così il Collegio ha concluso il processo dichiarando cessata la materia del contendere. Ricapitolando: per vedere cancellati i bolli auto dal 2000 al 2017 compreso per importi fino a mille euro non c’è bisogno di fare richiesta. I ruoli dovrebbero essere depennati automaticamente, già dalla fine dell’anno scorso. Se la cancellazione non fosse avvenuta o se c’è una causa in corso per questo tipo di cartelle, allora i giudici stabiliranno l’annullamento del debito.
Se non è l’Agenzia Entrate Riscossione a cancellare le micro cartelle sanate di recente dal Governo, allora state sereni che ci pensano i giudici. Lo dice chiaramente la Corte di Cassazione che, con la propria sentenza n. 11410/2019 del 30.04.2019., ha depennato una cartella esattoriale dovuta da un contribuente per numerosi arretrati del canone Rai. Le mini cartelle cancellate dai giudici sono quindi già realtà, anche per chi è già in giudizio e magari ha presentato ricorso per Cassazione. Ma facciamo un piccolo passo indietro e vediamo a chi spetta anche questo diritto.
Sul finire del 2018, il Governo ha approvato un decreto collegato alla Legge di Bilancio, più noto come “decreto fiscale 2019”. In esso, tra le varie misure volte a risolvere il problema della riscossione esattoriale e del recupero delle imposte non versate, ha trovato spazio la nuova rottamazione e il cosiddetto “saldo e stralcio” delle cartelle. La misura più attesa è stata la cosiddetta sanatoria delle micro cartelle. In forza di tale misura , i ruoli di importo fino a 1.000 euro, emessi e notificati dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2010, sono stati cancellati completamente e non solo scontati e depurati di interessi e sanzioni
Lo stesso vale anche per chi ricevuto una cartella per una multa stradale presa tra il 2000 e il 2010 e ancora sei alle prese con le aule giudiziarie, sappi che il tuo piccolo incubo è finito: il giudice di pace deve chiudere il giudizio essendo venuta meno la cartella. Ed allo stesso tempo se il Comune bi aveva notificato una richiesta di Imu, Tasi o imposta sui rifiuti dovuta per gli anni tra il 2000 e il 2010, di importo non superiore a mille euro e, dopo l’accertamento, hai ricevuto la cartella esattoriale di Equitalia (all’epoca era quest’ultima la società deputata alla riscossione esattoriale), anche in questo caso si ha diritto a beneficiare della pace fiscale.
Anche il canone Rai rientra automaticamente nella sanatoria, essendo ogni singolo ruolo inferiore a mille euro; sicché chi non ha pagato tale imposta tra il 2000 e il 2010 è definitivamente graziato. Nel caso in questione, la Suprema Corte ha stabilito che bisogna dichiarare la cessazione della materia del contendere, anche senza istanza di parte, se l’atto impugnato è una cartella di importo fino a mille euro e rientra nello stralcio introdotto con il decreto fiscale. Va infatti applicata in via automatica, senza cioè un’istanza da parte del contribuente coinvolto, la nuova norma sullo stralcio delle cartelle.