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3 Luglio 2024 03:33
3 Luglio 2024 03:33

Canfora e gli insulti spacciati per libertà

"Giorgia Meloni è neo-nazista nell'animo", disse sicuro Luciano Canfora durante una lezione tenuta il 12 aprile 2022 agli studenti del liceo Fermi di Bari
di Alessandro Sallusti*

“Giorgia Meloni è neo-nazista nell’animo”, disse sicuro Luciano Canfora durante una lezione tenuta il 12 aprile 2022 agli studenti del liceo Fermi di Bari. A distanza di due anni l’anziano professore si ritrova a dover rispondere penalmente di quell’affermazione falsa e offensiva davanti a un tribunale. Non essendo nazista, Giorgia Meloni lo ha lasciato in vita, non gli ha scatenato contro squadre di picchiatori, si è limitata a querelarlo come da diritto costituzionale. Il 16 aprile Canfora si dovrà presentare in aula e già si sta scaldando il tribunale del popolo in servizio permanente per intimorire la corte legittima: trenta associazioni di sinistra e 250 intellettuali d’area hanno firmato un documento in difesa sua e della “libertà di espressione”.

Più che a un caso politico siamo di fronte a un caso umano, quello di un ultra-comunista ultra-ottantenne sconfitto dalla storia, trombato alle uniche elezioni in cui si è presentato, che sta scaricando a terra le ultime gocce di bile che gli sono rimaste in corpo. La vera notizia è che, purtroppo, uno storico e filologo (lo studio linguistico dei testi) che travisa la storia e la lingua può restare, come è, professore emerito di un’università italiana (quella di Bari) e membro della commissione scientifica dell’Enciclopedia Treccani, cofondata da Giovanni Gentile e ancora oggi una delle massime istituzioni culturali del mondo.

Senilità a parte, come si fa ad affiancare Giorgia Meloni non dico al fascismo, che già sarebbe una bestemmia, ma addirittura al nazismo? Con che coraggio lui e i suoi accoliti possono sostenere che la frase “Meloni neo-nazista nell’animo“, pronunciata per di più in luogo accademico, debba essere tutelata dalla “libertà di espressione“, diritto sacrosanto che deve però contemplare verità e rispetto ?

Provo pena per questo vecchio signore, non per chi oggi scommetto – sosterrà che nella querela della Meloni c’è la prova del suo non essere democratica. No, non dovrebbe fare parte della democrazia tenere uno come Canfora in luoghi l’università, la Treccani il cui compito è trasmettere e tramandare cultura, onestà e rispetto. Canfora è un disonesto e chi firmerà l’appello in sua difesa si metterà sul suo stesso piano.

*direttore del quotidiano IL GIORNALE

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