Concluse le indagini della Procura della Repubblica partite nel novembre del 2014 condotte dal pm titolare dell’inchiesta, dottor Maurizio Carbone , il giudice della preliminare del tribunale di Taranto, dottoressa Valeria Ingenito ha deciso un approfondimento dibattimentale e quindi di mandare a processo i sei imputati coinvolti, lasciando ai colleghi del tribunale il compito di accertare la responsabilità effettiva delle irregolarità che erano state accertate e contestate a suo tempo dalla procura . Fra le contestazioni anche quelle di falso ideologico. Sarà quindi un giusto processo a stabilire la presenza di eventuali reati commessi dagli imputati nella realizzazione di cappelle e strutture funerarie nel cimitero di Talsano che erano state sequestrate nel 2013 in quanto ritenute abusive e non rispondenti nella sostanza ai progetti che erano stati presentati al Comune di Taranto.
Nel processo che partirà in tribunale dal 5 maggio prossimo, sono coinvolti lo stesso costruttore Angelo Bozzetto ex presidente reggente di Confindustria Taranto, il segretario generale del Comune di Taranto Annamaria Franchitto, Nicola Perchiazzi all’epoca dei fatti dirigente dei lavori pubblici del Comune , Gaetano Paladino, capo servizio del settore lavori pubblici, e gli assistenti tecnici addetti ai sopralluoghi Michele Zittucro e Nunzio Cocciolo, .
La vicenda giudiziaria, aveva attivato anche dei contenziosi di tipo amministrativo, a seguito di un contenzioso sorto fra il Comune di Taranto e l’impresa “Erregiesse” controllata da Angelo Bozzetto l’ex presidente reggente di Confindustria. La decisione del Tribunale Amministrativo Regionale di Lecce, aveva dato ragione alla società Erregiesse che era finita sotto i riflettori giudiziari nell’inchiesta sfociata con il sequestro disposto dal giudice per le indagini preliminari dottor Martino Rosati che aveva accolta la richiesta pm Carbone. Sotto sequestro erano finite sessantacinque cappelle gentilizie, quarantaquattro edicole funerarie e centottanta tumuli dell’area “Santa Maria Porta del Cielo”.
Il sequestro disposto dalla magistratura ed eseguito dai Carabinieri aveva coinvolto pure un cantiere, che era stato aperto per la costruzione di ulteriori cappelle cimiteriali, ed i sigilli erano stati apposti anche su delle costruzioni già finite vendute, ed era stata chiesta la facoltà d’uso per evitare disagi ai familiari dei defunti . L’indagine sul cimitero di Talsano condotta dal pm Maurizio Carbone era andata ad incrociarsi con la disputa amministrativa che da tempo vedeva contrapposti la società di Bozzetto e il Comune di Taranto. L’impresa, infatti, aveva ottenuto nel 2004 (giunta di centrodestra, sindaco Di Bello) nell’ambito di un “project financing“, la gestione delle aree cimiteriali risalente che prevedeva l’ampliamento del cimitero di Talsano sui terreni in località “Pazzariello”. Secondo il Comune, quel progetto, non avrebbe incluso la possibilità di realizzare le cappelle e i tumuli che sarebbero stati realizzati da Bozzetto, conseguentemente, senza licenza edilizia. Da questo contrasto la vicenda era culminata nell’intervento della Procura ed i sequestri giudiziari.
Lo scorso febbraio 2015 (leggi QUI )Il Sostituto Procuratore della Repubblica, dott. Maurizio Carbone ha accolto con grande oculatezza e sensibilità, la richiesta di dissequestro delle aree destinate alla costruzione di cappelle sociali e dei campi di inumazione del nuovo cimitero di Talsano “Santa Maria Porta del Cielo”, appello avanzato dal Sindaco, dott.Ippazio Stefàno. Il dr. Carbone, ha accolto le ragioni dell’appello ed ha disposto nel rispetto delle Leggi il dissequestro delle aree destinate alla costruzione di cappelle sociali da parte delle società di mutuo soccorso e dei campi di inumazione, non sussistendo più per quella porzione di suoli esigenze di cautela giudiziaria.