ROMA – Uno dei due cittadini americani ventenni in vacanza in Italia fermati ieri per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega ha ammesso le proprie responsabilità affermando di essere lui l’autore materiale dell’accoltellamento. Si tratta della persone con i capelli mesciati apparso in una foto e ripreso da alcune telecamere. Sono arrivati in caserma intorno a mezzogiorno e mezzo dopo essere stati prelevati dalla stanza del loro albergo a quattro stelle da più di 200 euro a notte, l’ Hotel Meridien Visconti a pochi passi dalla Corte di Cassazione, nel pieno centro di Roma.
Per tutto il giorno si sono susseguite piste, teorie, versioni diverse e poco chiare. Anche dall’Arma arrivavano ricostruzioni ufficiali che lasciavano troppi dubbi e pochissime certezze. Solo a sera ormai inoltrata, interrogati per diverse ore dalle pm Nunzia D’Elia e Sabina Calabretta la confessione. I due ventenni sarebbero stati incastrati dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza e da alcune testimonianze. Uno dei due americani, quello con i capelli tinti di biondo, ha confessato di essere l’autore dell’omicidio, si è chiarito cosa fosse successo.
LE INDAGINI
Sin dalle prime ore dell’alba, i carabinieri di via In Selci, incaricati delle indagini, danno la caccia a sei uomini. Probabilmente anche gli inquirenti hanno dubbi sulla dinamica. Due americani e quattro nordafricani, forse i pusher che, però, non sembra fossero a Prati al momento dell’aggressione (e che ieri sera sono stati rilasciati), vengono portati in caserma e identificati.
A incastrarli sono state le telecamere di videosorveglianza della zona, messa a ferro e fuoco dai militari che hanno pure chiuso la strada per qualche ora. Gli investigatori li hanno rintracciati nella loro stanza, al primo piano dell’Hotel Le Meridien. Il carabiniere Andrea Varriale, che si trovava in servizio insieme al vicebrigadiere Mario Cerciello Rega al momento della sua uccisione, non ha esitato un attimo. Appena li ha visti li ha riconosciuti. Quando i pm sono arrivati in caserma, i Carabinieri del nucleo investigativo erano ormai certi che si trattasse di loro. Dopo nemmeno un’ora di interrogatorio, il biondo ha confessato. “Sono stato io”.
LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI
I due stranieri, nella capitale per turismo comprano della droga. Poco dopo si rendono conto che non è cocaina, ma aspirina tritata. Tornano indietro per cercare il pusher e iniziano a discutere. Sono furiosi, pretendono la “roba” che hanno pagato. Lo spacciatore fa il vago, non cede. E loro, per vendicarsi, gli rubano il borsello. Dentro ci sono soldi, probabilmente altre sostanze da vendere, sicuramente il telefonino. Il pusher chiama il suo cellulare e i due rispondono: “So chi siete, se non mi restituite le mie cose vi vengo a cercare e vi ammazzo”. I turisti insistono: vogliono la cocaina. E si accordano per uno scambio, sotto al loro albergo, a pochi metri da piazza Cavour. Droga buona in cambio della borsa. Il pusher a quel punto contatta i Carabinieri. Chiama il 112 ma omette la parte della droga, si presenta come un uomo derubato, racconta dell’accordo. Dice che i rapinatori vogliono 100 euro in cambio dei suoi effetti personali.
A questo punto, all’orario stabilito i due carabinieri, in borghese, si sono recati in via Pietro Cossa nel quartiere Prati. Li’ hanno incontrato i due ragazzi con i quali è scoppiata una violenta colluttazione durante la quale il vicebrigadiere è stato colpito con otto coltellate risultate poi fatali.
Da una prima ricostruzione, il vice brigadiere Mario Cerciello Rega 35anni, originario di Somma Vesuviana, si trovava in servizio con alcuni colleghi ed avevano fermato due uomini ritenuti responsabili di furto e estorsione quando uno di loro avrebbe estratto il coltello ferendolo più volte. I due uomini che lo hanno ucciso con otto coltellate nella notte fra giovedì e venerdì avevano indosso una felpa nera e una felpa viola ed erano incappucciati.
La vicenda è cominciata nella serata di giovedì, quando un italiano, è stato derubato a Trastevere della sua borsa al cui interno ci sono un centinaio di euro ed il telefonino. Nel video che riprende le immagini prima del furto, girato a piazza Mastai, si vede un uomo in canottiera con uno zaino nero e una bicicletta che sta passeggiando e si avvicina a un uomo su una panchina, forse per chiedere un’informazione.
Alle sue spalle ci sono due giovani, con indosso una camicia e una tshirt, che lo seguono: uno è più vicino, l’altro resta a una distanza maggiore. L’uomo con la bicicletta si allontana ed esce dalla telecamera: i due giovani lo seguono. In un altro video, successivo, gli attimi subito dopo il furto: due ragazzi che fuggono nei vicoli di Trastevere. Quello dietro, con indosso la camicia, ha in mano uno zaino nero. L’altro, con la tshirt, lo precede.
Dopo il furto l’uomo rapinato chiama il cellulare nello zaino. Gli rispondono altre persone (non gli autori del furto) con accento nordafricano, che gli dicono: “se vuoi indietro la borsa, paga”. Lui accetta e i due gli danno appuntamento la stessa notte, dopo le 2, in via Pietro Cossa, una piccola strada che collega via Cicerone al Lungotevere, a meno di cento metri da piazza Cavour dove ha sede la Corte di Cassazione. Ma l’uomo, prima di andare, avvisa i Carabinieri che hanno organizzato un’operazione per bloccare i banditi e vanno con lui appostandosi.
Un intervento effettuato con più pattuglie fra le quali anche quella della stazione Trastevere composta dal vice brigadiere e un collega, in borghese. Al loro arrivo, con la vittima, all’appuntamento non c’era nessuno. Dopo aver messo al sicuro il cittadino rapinato che stava con loro, i due carabinieri – appoggiati nei dintorni da altri colleghi pronti a intervenire – hanno notato i sospetti incappucciati o comunque con il volto semi coperto in un angolo e hanno deciso di identificarli e controllarli. Da qui la reazione dei due, uno dei quali ha estratto il coltello con il quale in pochi attimi si è avventato su Rega mentre il collega Andrea Varriale ( ancora sotto choc) tentava di aiutarlo, mentre veniva accoltellato più volte in varie parti del corpo con 8 coltellate. Una di queste all’altezza del cuore e anche una alla schiena. “Mario era in una pozza di sangue, ho cercato di soccorrerlo, ma era già gravissimo“. Il giovane carabiniere, sebbene lievemente ferito, ha immediatamente partecipato alle indagini per rintracciare i due criminali in fuga.
L’INDAGINE PROSEGUE CON ALTRI SOSPETTATI
Nelle ore precedenti al loro fermo dei due ragazzi americani sono stati identificati tre marocchini e un franco-algerino, il cui ruolo al momento è rimasto misterioso. Acquisite tutte le immagini disponibili della videosorveglianza, passati al setaccio i tabulati telefonici, mentre gli esperti del R.I.S. dei Carabinieri hanno effettuato gli esami del Dna. Perché otto colpi dati con estrema violenza possono ferire chi li infligge e le tracce di sangue recuperate costituiscono una prova molto forte contro l’assassino.
Poi, è arrivata la confessione, anche se la vicenda continua ad avere molti aspetti non chiari. I Carabinieri Cerciello e Varriale sono intervenuti in una zona che non sarebbe stata di loro stretta competenza. D’estate, però – viene spiegato dall’ Arma dei Carabinieri – ci sono le ferie e i turni vengono rivoluzionati. Nonostante ciò sembra che, dietro questa storia, ci sia ancora qualcosa da scoprire: qualcuno parla di un’indagine più ampia su una banda che, attraverso furti e ricettazioni, finanzia altri traffici illeciti. Una delle tante operazioni di “intelligence” e sorveglianza del territorio. Qualcosa che il vicebrigadiere Cerciello poteva aver cominciato a seguire e che purtroppo non potrà finire.
Il comandante: «Un ragazzo d’oro, anche volontario a Lourdes»
“Mario era un ragazzo d’oro, non si è mai risparmiato nel lavoro. Era un punto di riferimento per l’intero quartiere dove ha sempre aiutato tutti. Era un volontario per l’Ordine dei Cavalieri di Malta dove faceva il barelliere e accompagnava i malati a Lourdes e a Loreto. Tutti i martedì andava alla stazione Termini per dar da mangiare ai bisognosi”.
Così Sandro Ottaviani il comandante della stazione Carabinieri di Piazza Farnese , ricorda la vittima e racconta: “Era tornato dal viaggio di nozze lunedì scorso, per festeggiare nella capitale il suo compleanno. Non aveva ancora nemmeno disfatto i bagagli“. “Ho provato io stesso a rianimarlo mentre era in pronto soccorso ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. Ho perso un carabiniere ma soprattutto un amico” aggiunge il comandante della stazione dei carabinieri di piazza Farnese dove prestava servizio il vice brigadiere ucciso a coltellate. Sorprendente la conclusione: “Sono in servizio da 37 anni e anche oggi posso dire che fare il carabiniere è una gioia“, dice con le lacrime agli occhi.
Il vice brigadiere Mario Cerciello Rega si era sposato da poco più di un mese con Rosa Maria Esilio, 33 anni. Sul profilo Facebook del carabinierie compaiono le foto delle nozze, celebrate lo scorso 19 giugno, in cui è ritratto sorridente con la moglie, che ieri straziata dalle lacrime sfogava la sua disperazione “Me lo hanno ammazzato“. fuori dalla camera mortuaria dell’ Ospedale Santo Spirito a Roma. “Lei viveva per lui, è una tragedia“, racconta un amico in lacrime. “Ancora non ci posso credere“, ripete un fratello della vittima. Presenti fuori la camera mortuaria dell’ospedale romano almeno 100 tra amici e parenti arrivati dalla Campania, terra d’origine di Mario Rega Cerciello.
Gli striscioni dei romani : “Eroe della patria, giustizia per Mario”, “I cittadini hanno fiducia nei carabinieri, i cittadini perbene hanno rispetto dei carabinieri, onore al carabiniere Mario. Onore a te, la città di Roma ti onora”, “Un uomo di Stato non può morire così”. “Meno politica, meno chiacchiere e più carabinieri”. Sono questi i testi dei tre cartelli affissi da alcuni cittadini del rione Trevi, nella Capitale, sulla facciata della Stazione Carabinieri di piazza Farnese dove prestava servizio il vicebrigadiere ucciso ieri notte.
All’angolo con via Federico Cesi di fronte alla farmacia che è rimasta chiusa per tutta la mattina fino alle 13 nell’area delimitata dai nastri bianchi e rossi dei Carabinieri ci sono mazzi di fiori bianchi adagiati prima da due bambini venuti con il loro papà a rendere un “doveroso omaggio a una persona che ha trovato la morte facendo il suo lavoro“. Ad aggiungere delle rose bianche e una bandiera italiana ci pensa poco dopo un avvocato civilista che ha lo studio in via Lucrezio Caro.
Il cordoglio delle istituzioni
“Ho appreso con profonda tristezza – scrive in una nota il capo dello Stato Sergio Mattarella – la notizia del decesso del Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega , ferito mortalmente mentre era impegnato in un controllo di polizia. Nel confidare che si arrivi rapidamente alla cattura dei criminali responsabili, desidero esprimere a lei, signor Comandante Generale, e all’Arma dei Carabinieri, la mia solidale vicinanza , rinnovando i sentimenti di considerazione e riconoscenza per il quotidiano impegno degli operatori dell’Arma a servizio dei cittadini. La prego di far pervenire ai familiari del militare le espressioni della mia commossa partecipazione al loro dolore e gli auguri di pronta guarigione al carabiniere Andrea Varriale rimasto ferito“.
“Stanotte il Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega è stato accoltellato mentre era in servizio” così il ministro della Difesa Elisabetta Trenta “Stringo in un forte abbraccio sua moglie, la sua famiglia e i suoi cari. Sono vicina all’Arma dei Carabinieri e a tutti agli uomini e le donne che quotidianamente mettono a rischio la loro vita per garantire la nostra sicurezza. Chiedo tolleranza zero per i delinquenti che hanno commesso questo vile atto!“.
“Caccia all’uomo a Roma per fermare il bastardo che stanotte ha ucciso un carabiniere a coltellate” ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini.“Sono sicuro che lo prenderanno e che pagherà fino in fondo la sua violenza: lavori forzati in carcere finché campa“.
L’ Ordine dei Cavalieri di Malta ha espresso il proprio “profondo cordoglio” per il vice brigadiere Mario Cerciello Rega che dal 2009 prestava servizio come volontario per la delegazione romana dell’ Ordine di Malta, distribuendo pasti ai senzatetto ed alle persone in difficoltà alla Stazione Termini e dalla Stazione Tiburtina di Roma. Per questo suo impegno umanitario nel 2013 gli era stata conferita un’onoreficenza al merito. Il vicebrigadiere dell’ Arma partecipava inoltre ai pellegrinaggi dell’Ordine di Malta a Lourdes e a Loreto, insieme alla moglie anch’essa volontaria dell’Ordine, dove si dedicava all’assistenza ai malati.
“È stato sempre partecipe agli interventi su strada programmati due volte a settimana nella tarda serata, in aree critiche Capitoline come le maggiori stazioni ferroviarie ove è più solito trovare persone bisognose ed emarginate” si legge nella motivazione relativa al conferimento di una medaglia di bronzo con spade dall’allora Gran Priore di Roma, Fra’ Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto, attuale Gran Maestro dell’Ordine di Malta. “Una perdita terribile per tutta la comunità. Perdiamo tutti un uomo generoso, leale, animato da un profondo senso di responsabilità. L’Ordine di Malta si stringe alla famiglia di Mario Cerciello Rega e condanna questo vile atto di violenza” ha dichiarato il Gran Maestro.
La solidarietà della Polizia di Stato per la morte del Carabiniere Mario Cerciello Rega, è stata manifestata dagli uomini delle Volanti che con decine di macchine sono andati a posizionarsi sotto il Comando Generale dell’ Arma in viale Romania dove hanno innestato le sirene in segno di rispetto e vicinanza ai colleghi carabinieri.
Il Comandante generale dell’ Arma Gen. Giovanni Nistri è voluto scendere dal suo ufficio per ringraziare i poliziotti stringendo loro la mano uno ad uno. L’account Twitter dell’Arma dei Carabinieri ha condiviso il gesto di solidarietà di un gruppo di poliziotti dopo l’uccisione di Mario Cerciello Rega, “Volanti della Polizia di Stato, a sirene spiegate, davanti al Comando Generale dei Carabinieri, per solidarietà all’Arma che oggi perde uno dei suoi uomini. Un momento pieno di emozione che ci sembra giusto condividere, ringraziando i colleghi della Polizia per il gesto“.
Subito dopo il Questore di Roma Carmine Esposito ha parlato via radio a tutte le Volanti per ringraziarli del loro gesto di vicinanza all’ Arma dei Carabinieri, che è stato ripetuto da tutte le Questure d’ Italia. “Un gesto partito dal basso – ha detto il Questore della Capitale – da chi sta per strada e da chi ogni giorno rischia la propria vita. Grazie ai colleghi per questo gesto che passerà alla storia come il miglior gesto di solidariera tra forze di Polizia“.
Il prefetto Franco Gabrielli, capo della Polizia di Stato si è detto “Profondamente addolorato per la morte del vice brigadiere dell’Arma” ed ha espresso il suo cordoglio al Comandante Generale Nistri e la “profonda vicinanza ai familiari della vittima che hanno perso il loro congiunto nell’efferata aggressione“. “Ancora una volta – ha aggiunto Gabrielli – un uomo delle Istituzioni viene colpito, pagando con la vita, il proprio impegno per la tutela della legalità e del vivere civile“.
Oggi intanto sarà svolta l’autopsia sul corpo del vicebrigadiere, mentre i funerali per volere della famiglia, saranno celebrati lunedì, a Somma Vesuviana. Nella stessa chiesa dove lo scorso 13 giugno il vicebrigadiere aveva sposato la sua Rosa Maria.
Il quotidiano dell Capitale, il Messaggero ha deciso di lanciare una sottoscrizione a nome e a beneficio della vedova del vicebrigadiere: la signora Rosa Maria Esilio, che il vice brigadiere Cerciello aveva appena sposato. Il conto corrente è già attivo e aperto al contributo di tutti gli italiani ( che ringraziamo sin d’ora ) che intendono rendere omaggio con un gesto concreto al sacrificio di questo servitore dello Stato che ha perso la vita per la sicurezza di Roma. Dare un colpo all’indifferenza non solo è possibile ma è anche necessario. Ed anche il CORRIERE DEL GIORNO ha deciso di aderire a questa giusta iniziativa di solidarietà e vicinanza umana. Invitiamo tutti i nostri lettori ad aderire. Queste le coordinate bancarie:
IL MESSAGGERO PER ROSA MARIA ESILIO
IBAN IT 40 V 03087 03200 CC0100060434
c/o Banca Finnat Spa