di Valentina Taranto
Nella giornata di ieri il N.A.S. Carabinieri di Taranto, in collaborazione con il Comando Provinciale di Brindisi, ha eseguito un’ordinanza con cui il G.I.P del Tribunale di Brindisi, su richiesta del pm Valeria Farina Valaori della Procura della Repubblica di Brindisi, ha disposto l’applicazione di nr. 10 misure cautelari personali e nr. 46 perquisizioni locali e domiciliari emesse nei confronti di dipendenti della “SANITASERVICE ASL BR S.r.l.” (società partecipata dell’A.S.L. di Brindisi), addetti alla movimentazione di farmaci presso la farmacia del Presidio Ospedaliero “A. Perrino” di Brindisi e di loro sodali, tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di furto aggravato, peculato, ricettazione, truffa aggravata e continuata.
Dalla meticolosa attività d’indagine è emerso che numerosi dipendenti della “Sanitaservice”, società che svolge servizio di ausiliariato e pulizie all’interno del “Perrino” di Brindisi, strumentalizzando le proprie funzioni ed avendo la disponibilità materiale di farmaci, presidi medici e materiale sanitario vario, destinato ai reparti del predetto nosocomio, con azioni reiterate se ne appropriavano indebitamente. La merce trafugata, veniva venduta ai ricettatori, che avevano organizzato una vera e propria attività di commercio del materiale di provenienza illecita.
Lo sviluppo dell’attività investigativa, svolta con l’ausilio di indagini tecniche e con mirati servizi di osservazione e pedinamento, ha consentito, altresì, di accertare una truffa aggravata e continuata commessa da nr. 4 dipendenti della “Sanitaservice”. Gli stessi, durante ogni turno di lavoro, si allontanavano ripetutamente ed arbitrariamente (senza timbrare il badge nell’apposito orologio marcatempo) dalla sede di servizio, così traendo in inganno l’A.S.L. di Brindisi e la Regione Puglia, che continuava a corrispondere gli stipendi per l’intera giornata lavorativa.
In tutto sono 46 gli indagati nell’inchiesta. Ad acquistare la merce trafugata non solo persone comuni ma anche, a quanto emerso dalle indagini, uno studio medico e un ristoratore che figurano nell’elenco delle 36 persone che hanno ricevuto stamattina un decreto di perquisizione e sequestri. A quanto stimato, il danno provocato alla Asl, il cui direttore generale Giuseppe Pasqualone ha formulato denuncia nel febbraio 2016 dando così il via alle indagini, sarebbe quantificabile in circa 100mila euro nel periodo d’inchiesta, 40mila soltanto negli ultimi tre mesi.