di REDAZIONE POLITICA
La Guardasigilli Marta Cartabia ha incontrato per la prima volta i vertici del Dap, il direttore Dino Petralia, il vice Roberto Tartaglia e l’intera struttura del Dipartimento della polizia penitenziaria, nella sala Minervini della grande sede di Largo Luigi Daga. “Come scriveva Calamandrei bisogna aver visto le carceri. E anche io, quando le ho viste, non ho dimenticato i volti, le condizioni, le storie delle persone che ho conosciuto durante le visite fatte con la Corte costituzionale” sono state le prime parole del neo ministro Cartabia seguite dal minuto di silenzio in ricordo ed onore per gli agenti morti, ben tre nel giro di pochi giorni, Giuseppe Matano, Angelo De Pari, Antonio Maiello.
Inevitabile anche il ricordo delle rivolte nelle prigioni avvenute esattamente un anno fa. Ma anche la constatazione che oggi la situazione è più tranquilla anche per l’aumento delle videochiamate con i familiari. Ma ovviamente il Covid, oggi come allora, è sempre lì in agguato. E da qui, è arrivata la prima notizia. Sono partite le vaccinazioni sia del personale, sia dei detenuti negli istituti penitenziari. Per i primi da un paio di settimane, per i secondi da qualche giorno. E nell’elenco figurano le carceri siciliane (a Catania), dell’Abruzzo (a L’Aquila), del Friuli.
La ministra della Giustizia Cartabia ha dedicato a questo tema le sue prime attenzioni spiegando che “proteggersi dal virus è indispensabile ed è essenziale e urgente che le vaccinazioni nelle carceri proseguano velocemente”. “Il governo – ha affermato la Guardasigilli Cartabia – ha fatto tutto quello che aveva in suo potere inserendo tra le priorità del programma vaccinale le carceri insieme agli altri luoghi di comunità” prendendo il formale impegno di “seguire con attenzione l’andamento delle vaccinazioni sul territorio nazionale” rendendo pubbliche tutte le notizie e le informazioni che saranno pubblicate sul sito del ministero della Giustizia, proprio come ogni settimana vengono resi noti i dati del contagio.
“Abbiamo apprezzato le parole dette dal Ministro della Giustizia Marta Cartabia oggi al DAP. Abbiamo in particolare apprezzato l’impegno per trovare soluzioni alle criticità del carcere dal versante del Corpo e del sistema carcere. Il SAPPE vuole dare il proprio contributo costruttivo e per questo auspica di potere incontrare a breve la Guardasigilli, per sollecitare tutele ai poliziotti per contrastare le aggressioni, le colluttazioni e i ferimenti che si verificano tante, troppe, volte all’interno dei penitenziari, anche valutando l’opportunità di sospendere la vigilanza dinamica ed il regime detentivo aperto che sono stati la causa principale della crescita esponenziale degli eventi critici in carcere” dichiara con una nota stampa Donato Capece, segretario generale del SAPPE Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, commentando la visita del neo Guardasigilli Cartabia alla sede del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
“Siamo grati al Guardasigilli per avere ricordato i nostri Caduti, sul fronte Covid e quelli assassinati ed uccisi nel corso degli anni per il loro lavoro di Poliziotti Penitenziari”, aggiunge il segretario del SAPPE. “Riconosce il valore civile dell’opera quotidiana del Corpo di Polizia Penitenziaria come parte della sua identità e del suo contributo alla democrazia e alla civiltà, per l’insostituibile contributo alla diffusione dei valori repubblicani e della civiltà, dei valori della legalità insieme a quelli dell’attenzione al recupero e al reinserimento sociale del detenuto. Attendiamo dunque l’incontro con il Ministro Cartabia pronti a dare il nostro contributo alla risoluzione dei problemi penitenziari”–
Ha commentato con soddisfazione anche il Garante dei detenuti del Lazio e dell’Umbria Stefano Anastasia: “Non avevamo dubbi che la ministra Cartabia avrebbe dato un impulso decisivo alla vaccinazione delle comunità penitenziarie. Ma, a questo punto, aspettiamo un corale e sollecito riscontro da tutte le Regioni, in modo che in poche settimane possano essere vaccinati tutti i detenuti, gli operatori e i volontari impegnati nelle carceri italiane.”