di Franco Bechis
Quando sento dire a molti militanti e anche a qualche portavoce del M5s che sono stati loro a scoprire il caso dei palazzi d’oro affittati alle istituzioni da Sergio Scarpellini, mi verrebbe voglia di lanciare nei loro confronti quel “vaffa” che li portò alla ribalta delle cronache qualche anno fa. Mi viene ancora più voglia leggendo i commenti ad alcuni articoli e video che ho pubblicato negli ultimi giorni critici nei confronti del comportamento tenuto ora da Virginia Raggi. Molti insulti, e i soliti: “e tu dove eri anni fa, quando esplodevano gli scandali?”…
Dove erano loro, invece! Dove erano i militanti del M5s? Dove erano i loro portavoce? Vista la fortunata anagrafe di molti, potrei rispondere in culla, a scuola, forse in università. Certo del tutto ignari di quel che accadeva nel mondo, anche nel piccolo mondo che era accanto loro. Quando loro non erano ancora nati facendo il mio mestiere da giornalista scoprii il caso dei palazzi d’oro di Scarpellini e ne scrissi su Milano Finanza dove lavoravo nel 1997. Ne ho scritto inascoltato o quasi per 18 anni prima che qualcuno del M5s se ne accorgesse. L’ho fatto su quattro giornali: MF, Il Tempo, Italia Oggi e Libero, e un esempio di quegli articoli è visibile nello slide show. Per rispondere a qualche insulto, ecco dove ero prima: a scrivere quello che voi non leggevate.
Non mi stupisce che ci sia in giro qualche presuntuosetto che pensa di potere distribuire a destra e manca patenti e di potere dare lezioni a tutti perché lui ha la verità in tasca. Bene, sappiate che non è stato il Movimento 5 stelle a fare scoppiare il caso dei palazzi d’oro e non è stato il Movimento 5 stelle a fare saltare quei contratti con la Milano ’90 di Sergio Scarpellini. Il primo contratto non rinnovato dalla Camera era semplicemente scaduto dopo 18 anni, tempo in cui ne abbiamo scritto decine di volte inascoltati (dopo un po’ di tempo anche altri colleghi giornalisti come Sergio Rizzo).
Se poi sono saltati tutti i contratti è perché Enrico Letta in un discusso decreto legge ha dato la possibilità di recessione unilaterale dagli stessi. E la maggioranza degli organi dirigenti della Camera dei Deputati e del Comune di Roma – che non erano del M5s (solo allora schierato per la disdetta), ha deciso che si era speso troppo per troppi anni e la cosa doveva finire. A onore di cronaca alcuni esponenti del M5s dopo la disdetta hanno insistito perchè uno o due di quei contratti con Scarpellini fossero riattivati, per dare lavoro a centinaia di dipendenti che altrimenti restavano per strada. Questa è la verità e dalla verità non si può prescindere perché adesso farebbe comodo fosse diversa.
Verità è un termine un po’ pomposo. Forse meglio realtà. Magari è diversa da come l’avremmo voluta, ma bisogna guardarla come è senza pararsi gli occhi. E imparare dalla realtà anche per il futuro. E’ un’amara realtà quella dell’arresto di Raffaele Marra, lo capisco. Ma non la si può anestetizzare dicendo che Marra non era del M5s, ma “1 dei 23 mila dipendenti del Comune di Roma” come ha detto la Raggi. Era un dirigente che ha scelto lei, che ha voluto testardamente al suo fianco, che da furbacchione l’aveva adocchiata già nella scorsa consiliatura offrendo i propri servigi e qualche documento a lei e a Daniele Frongia.
Ricordo quel pomeriggio del dicembre 2014 quando scoppiò Mafia Capitale. Cercai insistemente il gruppo consiliare del M5s allora ospitato nel palazzo affittato da Scarpellini. Per lunghe ore mai nessuno rispose al telefono: non avevano collaboratori nè segreteria, e i 4 erano in giro. Cercavo di averene le dichiarazioni patrimoniali dei consiglieri e assessori comunali, per vedere chi aveva ricevuto finanziamenti da Salvatore Buzzi. Mi sentivo d’istinto di mettere la mano sul fuoco per i grillini, e quindi cercavo un loro aiuto perché l’accesso a quella documentazione era pubblico, ma a me sarebbero occorsi giorni, a loro sarebbero bastati pochi minuti.
Quando finalmente li trovai, mi dissero timidi timidi che a quell’ora del venerdì non se la sentivano di disturbare il segretario generale del comune, a cui avrebbero dovuto fare la richiesta. Mi sembrarono spaesati e ancora del tutto sulle nuvole, e mi colpì quel timore reverenziale nei confronti di quella struttura che avrebbero semmai dovuto combattere. Alle 8 di sera chiamai l’unico altro su cui avrei potuto mettere la mano sul fuoco, il radicale Riccardo Magi ed ebbi quello che cercavo in pochi minuti.
Non sono preparati, non sanno muoversi nei palazzi del potere, sono spesso assai ingenui. Però ho imparato ad apprezzare i grillini con il tempo, perché li ho visti studiare e imparare come mi era capitato solo nel 1994 con la prima infornata di leghisti, naive ma lavoratori come loro. Oggi in Parlamento molti di loro sono i più preparati nelle commissioni, e sono fra i pochi in grado di migliorare le terribili leggi che arrivano da Palazzo Chigi, quasi sempre scritte con i piedi. Molti altri parlamentari questo lavoro non lo fanno, preferiscono inseguire la dichiarazione volante o la comparsata in tv, ma non capiscono nulla di quello che dovrebbero dire e nulla di quello che debbono votare. A 3 anni di distanza la truppa grillina è la più preparata in Parlamento.
Siccome è l’esatto contrario di quel che si scrive e dice in giro, spesso ho preso le loro difese di fronte ad attacchi politici e di stampa del tutto strumentali, perché la realtà era un’altra e dalla realtà non si può prescindere mai. Mi è evidente anche in queste ore l’esagerazione con cui si tratta il caso del Comune di Roma: da giorni e giorni sbattuto in prima pagina, ancora lunedì oggetto di maratone televisive su “Colomban sì, Colomban no”, o “Lombardi contro Raggi”, “correnti divise”. Piccoli episodi che se si fosse trattato di altri partiti avrebbero faticato a trovare quattro righe in cronaca. Mi è chiara la strumentalità mediatica di questo caso. C’è anche il desiderio di vendetta per essere stati messi all’indice molte volte in altri casi dal Movimento 5 stelle.
Posti gli evidenti errori compiuti dalla Raggi, che non è colpevole del delitto del secolo, ma di avere sbagliato la scelta dei collaboratori e di testardaggine per avere difeso quella scelta quando anche tutti i suoi amici la mettevano in guardia, una mia spiegazione di quel che è accaduto ce l’ho. Una spiegazione che ha in sè un consiglio al M5s che viene dal profondo del cuore. La spiegazione è semplice: Roma è una città tremenda. Che ti avvolge come una spirale, e ti soffoca. Non è facile sfuggire a questi tentacoli del potere e dalle strategie di un sottobosco del potere che ha visto passare papi e re ed è convinto di potere fottere chiunque, perché quelli appunto passano e loro alla fine restano.
Ho visto personaggi che erano inquietanti alla fine degli anni Ottanta quando arrivai a Roma e che sono ancora lì, pronti ad avvolgere nelle spire i nuovi malcapitati. Marra era uno di questi sempre pronti a riciclarsi e bravissimi a rendersi utili sembrando del tutto disinteressati. La Raggi è cascata come una pera nella trappola. Ma non è stata la sola. Ho visto altri personaggi che hanno già vissuto altre stagioni e ben altre compagnie politiche a fianco di alcuni leader del M5s. Qualcuno è perfino riuscito ad entrare nei loro staff. Sembrano amici, sembrano convertiti alla buona battaglia, ma sono quelli che alla fine vi fregheranno come è accaduto al Comune di Roma.
Il consiglio non richiesto che mi sento di potere dare ai grillini è di starne alla larga. Fate da soli, sbaglierete lo stesso ma non in malafede. Dagli errori si può ripartire, ma i guai che vi provoca chi all’ultimo si unisce per secondi fini a voi potrebbero essere irreparabili. Non imbarcate nessuno a bordo. Non fidatevi di nessuno, perché sono lì solo per usarvi. Siete inesperti? Lo siete come chi vi ha votato. Si sbaglia e si riparte da capo. Ci si mette di più, e pace. I guai veri che stanno alle vostre spalle consentiranno tanto perdono alla vostra inesperienza. E tutti hanno ancora le ferite aperte dai vari governi degli esperti, dei professori, dei tecnici.
Dovete imparare a resistere a quella Roma che fa fuori con leggerezza papi, re, dittatori e imperatori. Ma per farlo dovete guardare la realtà senza nascondervela, e imparare soprattutto dai vostri errori.
*commento tratto dal blog di Franco Bechis