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5 Novembre 2024 01:16

Caro Presidente Mattarella le scrivo….

di Antonello de Gennaro

Egregio Signor Presidente della Repubblica,

Le scrivo questa lettera pubblica nella sua veste di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, che depositerò sotto forma di esposto agli uffici competenti di Palazzo dei Marescialli (sede del CSM n.d.a.) ed al Ministero di Giustizia per informarla e denunciare un grave attentato alla democrazia e libertà di stampa garantita ancor oggi, e spero a lungo, dalla nostra Costituzione.

Chi le scrive è un giornalista che da oltre 30 anni esercita questa professione, regolarmente iscritto all’ Ordine nell’elenco dei Professionisti dal 1985 senza mai ricevere un solo provvedimento di natura disciplinare dagli ordini regionali a cui sono stato iscritto (Puglia, Lazio e Lombardia) nel corso della mia carriera.

Schermata 2016-04-12 alle 21.43.42Per sua informazione ho avuto l’onore e la fortuna di poter lavorare con “statisti” come il compianto On. Bettino Craxi, lavorando nel suo ufficio stampa a Palazzo Chigi accanto al maestro-galantuomo Antonio Ghirelli, già portavoce in precedenza del suo predecessore Sandro Pertini al Quirinale. Successivamente ho avuto la possibilità di lavorare come addetto stampa di alcuni ministri, fra cui il Guardasigilli Claudio Martelli, il compianto ministro Renato Ruggiero, e pertanto sono ben a conoscenza delle prerogative e diritti costituzionali connessi alla mia professione.

Nel corso della mia lunga carriera, non ho mai ricevuto una condanna per “diffamazione a mezzo stampa“, circostanza che comprova il rispetto che ho sempre avuto per le norme di Legge nell’esercizio della mia professione.

Ebbene, da circa due anni, sono tornato (part-time) a Taranto, nella mia città natale, pur vivendo e continuando a vivere dal 1983 nella Capitale,  per occuparmi di informazione e giornalismo, in una città massacrata da problemi di natura occupazionale, economica, ambientale, che le sono sicuramente ben noti avendo apposto la sua firma su alcuni decreti legge che interessano l’ ILVA e quindi la città e la vita di Taranto.

Tornare laddove avevo iniziato la mia carriera accanto a mio padre, fu Franco de Gennaro, socio fondatore e direttore per alcuni anni del Corriere del Giorno fondato nel 1947, è stata una scelta dettata solo e soltanto da motivi di cuore e passione per questo lavoro, e non certamente per prospettive ed attese di carattere economico, data l’attuale  tragica situazione dell’informazione locale, che negli ultimi 3-4 anni ha visto chiudere due quotidiani, un settimanale, una televisione, sorte che sembrerebbe delinearsi,  secondo attendibili voci ricorrenti, purtroppo anche per l’unica tv locale tarantina.

In questi ultimi due anni, spesi e passati fra Roma dove ha sede legale e direzione questo quotidiano online, e Taranto città ove abbiamo un ufficio di corrispondenza, abbiamo pubblicato delle spiacevoli e deplorevoli vicende di natura giudiziaria che hanno visto contrapposti i poteri dello Stato, e una frangia della Magistratura opporsi persino ai decreti legge del Governo, controfirmati dal Presidente della Repubblica.

Schermata 2016-04-12 alle 21.46.00Nella città di Taranto, è stato arrestato un pubblico ministero, Matteo Di Giorgio successivamente condannato a 17 anni di carcere, è stato arrestato in flagranza di reato e condannato un giudice Pietro Vella preso con una “mazzetta” fra le mani. Nella città di Taranto l’attuale procuratore aggiunto Pietro Argentino è stato ritenuto dalla Procura della Repubblica di Potenza e dal Tribunale quale “teste” reticente, inattendibile, e mi risulta sottoposto a procedimento disciplinare dinnanzi al CSM.  Di tutte queste vicende il giornale da me diretto ha sempre dato puntuale completa informazione pubblicando gli atti pubblici integrali dei procedimenti, e quindi dei processi, comprese le sentenze.

Riteniamo che la trasparenza sulla gestione della vita pubblica e della giustizia nell’applicazione corretta delle norme di Legge, siano il vero baricentro della vita democratica di un Paese. Non può esserci democrazia e vita civile, senza la libertà di stampa ed informazione.

Negli ultimi 8 mesi sono stato oggetto di minacce, atti vandalici, ripetuti, e persino con utilizzo di acidi, per fortuna riversati sulla mia macchina e non ancora sulla mia persona. Ma le minacce più gravi, sono quelle che “qualcuno” da Palazzo di Giustizia di Taranto, ha inteso applicare nei miei confronti con una forma di censura sotto mentite spoglie di “misura interdittiva” cercando di impedirmi, senza aver ancora celebrato un eventuale processo, senza aver ricevuto una condanna, senza alcuna sanzione disciplinare dal mio ordine professionale, e quello che è ancora più grave senza consentirmi di avvalermi del mio diritto di difesa alle fantomatiche accuse mosse alla mia persona, da qualcuno che da oltre un anno e mezzo sta cercando di imbastire sul sottoscritto una campagna di fango mediatico (ed ora anche giudiziario) nel vano tentativo di delegittimare il mio lavoro ed impedire la mia attività di giornalista professionista.

CdG LeggePer la Procura di Taranto non valgono i decreti legge del Governo contro i quali si oppongono venendo smentiti dalla Corte Costituzionale, come a lei sicuramente ben noto (vedi caso Ilva) . Per alcuni dalla chiara “matrice politica” non vale la firma apposta dal Capo dello Stato, cioè dal Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, cioè da Lei signor Presidente su quei decreti Legge, firmati dal Presidente del Consiglio dei Ministri, e tutto ciò spiega come in questa procura sia necessario il ritorno al RISPETTO DELLE NORME DI LEGGE.

Pertanto, signor Presidente, nello scriverle questa lettera aperta, che viene inviata al CSM ed alla Vigilanza del Ministero di Giustizia sotto forma di esposto mi permetta di fare un appello: faccia insediare al più presto possibile presso la Procura della repubblica di Taranto il nuovo Procuratore Capo dr. Carlo Maria Capristo, nominato recentemente dal CSM.

La città, le persone per bene, le persone oneste a Taranto hanno bisogno di una “giustizia giusta“, di una “giustizia” senza conflitti d’interesse che invece da anni abbondano all’interno della Procura di Taranto. Occorre una “giustizia” necessaria esattamente quanto il risanamento ambientale di Taranto, dove muoiono di tumore bambini innocenti, così come vengono calpestati i diritti della Legge.

Schermata 2016-04-12 alle 21.49.48

Sono certo e fiducioso che una persona dalla sua storia e dal suo noto garantismo istituzionale vorrà informarsi ed attivarsi sopratutto per garantire la tutela della libertà di stampa ed il rispetto della Legge.

Al Sud non si uccidono i giornalisti solo con la lupara, a Taranto si cerca di ucciderli abusando della legge e con la mala-giustizia.

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Grazie, Antonello de Gennaro

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