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6 Febbraio 2025 00:49

Caso Almasri. Nordio: “Pasticcio della Cpi, atto nullo”

Informativa alla Camera. Prima l'intervento del Guardasigilli, poi il titolare del Viminale: "Richiesta d'arresto della Cpi solo il 18 gennaio, espulsione legata ad esigenze di sicurezza dello Stato, l'aereo predisposto a titolo preventivo"

L ‘informativa sul caso Almasri dei ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio nell’Aula della Camera , e dopo al Senato. Sulla vicenda ‘Almasri’ entrambi hanno ribadito concetti già ripetuti: l’esecutivo si è sempre mosso nell’interesse del Paese per difendere la sicurezza nazionale. E’ intervenuto per primo il Guardasigilli, seguito dal titolare del Viminale. Al termine sono previsti gli interventi dei rappresentanti dei gruppi, uno per gruppo. “La comunicazione della questura di Torino è arrivata al ministero ad arresto già effettuato”, ha detto Nordio, spiegando che “nell’atto della Cpi ci sono una serie di criticità che lo rendono nullo”.

Nordio, comunicazione al ministero dopo l’arresto

I banchi del governo sono quasi al completo: al fianco di Nordio, oltre Piantedosi, siede il ministro Pichetto Fratin. Presenti anche il titolare dei rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. E poi, tra gli altri, Adolfo Urso, Roberto Calderoli. Al momento non sono presenti in Aula i due vicepremier Matteo Salvini (impegnato in un convegno a Roma di Assoaeroporti) e il vicepremier Antonio Tajani. Nordio incassa il primo applauso della maggioranza quando precisa di essere persona “indagato. Sono un magistrato” e quindi consapevole quando si riceve un avviso di garanzia, “e non si è iscritti all’associazione dei bocciofili”.

Il 18 gennaio, ha ricostruito Nordio, la Corte Penale Internazionale emetteva un mandato di arresto internazionale nei confronti di Osama Almasri per una serie di reati”, mandato “eseguito dalla Digos di Torino domenica 19 gennaio 2025 alle ore 9,30“. Poi, ha aggiunto il ministro, “una notizia informale dell’arresto veniva trasmessa via e-mail da un funzionario dell’Interpol a un dirigente del Dipartimento degli Affari di giustizia, alle ore 12,37 sempre della domenica 19 gennaio 2025. Si trattava di una comunicazione assolutamente informale, di poche righe, priva dei dati identificativi del provvedimento in oggetto e delle ragioni sottese” e “non vi era allegata richiesta di estradizione”.

E continua: “il 20 gennaio, alle 12,40, il procuratore generale di Roma trasmetteva il complesso carteggio a questo ministero. Successivamente, alle ore 13,57, l’ambasciatore de l’Aja trasmetteva al servizio affari internazionali del ministero e al Dipartimento per gli affari di giustizia, la richiesta di arresto provvisorio del 18 gennaio 2025“. Quindi, ha sottolineato il ministro, “la comunicazione della questura di Torino era pervenuta al ministero ad arresto già effettuato e, dunque, senza la preventiva trasmissione della richiesta di arresto ai fini estradizionali, emessa dalla Cpi, al ministro come prescritto dagli articoli 2 e 4 della legge n. 237/2012“.

Nordio: “Da Cpi pasticcio, chiederò chiarimenti”

“Non sono io che ho rilevato dei difetti” nell’atto della Cpi, “li ha rilevati lei e ha cercato di cambiarli cinque giorni dopo, perché si era accorta che aveva fatto un immenso pasticcio. La ragione di questo pasticcio frettoloso sarà discussa, sarà forse trovata, sarà sospettata in altre sedi, in altre situazioni”, ha detto il ministro Nordio, affermando inoltre che è sua “intenzione attivare i poteri che la legge mi riconosce e chiedere alla Cpi giustificazione” sulle “incongruenze” riscontrate”. Nordio ha ricordato che la Cpi “senza neanche avvertire il nostro Governo della fissazione di una nuova udienza e senza comunicarne l’esito, correggeva, o meglio, ribaltava completamente il precedente mandato di arresto, qualificando il secondo pronunciamento come una mera integrazione formale. Questo nuovo e diverso pronunciamento, per il quale la Cpi si è nuovamente riunita il 24 gennaio 2025 è stato pubblicato sul sito della Corte in lingua inglese, e allo stato attuale non ci è ancora pervenuto ufficialmente

“Tanto più la richiesta proveniente dalla Corte Penale Internazionale è articolata e complessa, tanto maggiore deve essere la riflessione, anche critica, sul suo procedere logico, sulla sua coerenza argomentativa, sui dettagli degli elementi citati e sulla coerenza delle conclusioni cui perviene. Coerenza che manca assolutamente, è un atto, secondo noi, radicalmente nullo“, ha detto il ministro della Giustizia Nordio. “Sin dalla prima lettura dell’atto, che era in lingua inglese senza essere tradotto, il sottoscritto notava una serie di criticità nella richiesta di arresto che avrebbero reso impossibile una immediata richiesta alla Corte d’appello“, ha spiegato il Guardasigilli, evidenziando, in particolare, una “incertezza sulla data dei delitti commessi”, poiché si “oscillava tra il febbraio 2011 e il febbraio 2015“.

Nordio “deluso dai magistrati”, tensioni in Aula con le opposizioni

Momenti di tensione in Aula della Camera verso la fine dell’intervento del Guardasigilli Carlo Nordio che, abbandonati i fogli dell’informativa sul caso Almasri, parla a braccio e si rivolge alla magistratura: “Mi ha un po’ deluso l’atteggiamento di una certa parte della magistratura che si è permessa di sindacare senza aver letto le carte”, atteggiamento “che non può essere perdonato a chi per mestiere le carte dovrebbe leggerle”. La maggioranza applaude. “A questa parte della magistratura dico che questo loro modo di intervenire, per certi modo sciatto rende il dialogo molto molto molto difficile”. Nordio prosegue: “Se questo è un sistema per rallentare le nostre riforme…La magistratura ha compattato la maggioranza e andremo avanti fino in fondo”. Lungo applauso finale della maggioranza.

“Il ruolo del ministro non è quello di passacarte. Non è un organo di transito delle richieste della Cpi, ma un organo politico che deve meditare sul contenuto di queste richieste, anche in contatto con gli altri ministeri e con le altre istituzioni e gli altri organi dello Stato”, ha detto il Guardasigilli.

Piantedosi, richiesta d’arresto della Cpi solo il 18 gennaio

“È solo alle 22,55 del 18 gennaio (cioè tre giorni dopo il controllo del 15, nella notte tra sabato e domenica) che la Corte penale internazionale chiedeva al Segretariato generale Interpol di Lione di sostituire la nota di diffusione ‘blu’ (sola richiesta dii informazioni, ndr) con una nota di diffusione ‘rossa’ (ovvero contenente indicazioni per l’arresto) rivolta, solo a questo punto, anche all’Italia, unitamente agli altri Paesi che al contrario erano stati già in precedenza investiti”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nella sua informativa alla Camera sul “caso Almasri“.

“Sempre nella notte tra sabato e domenica, e precisamente alle 2,33 del 19 gennaio – ha proseguito il titolare del Viminale – il segretario generale Interpol validava la nota di diffusione rossa per l’arresto provvisorio e la successiva consegna alla Corte penale internazionale del cittadino libico. A tale flusso informativo, tutto concentrato in poche ore, ha fatto seguito la tempestiva attività delle articolazioni centrali e territoriali della Polizia di Stato. La notevole professionalità e la spiccata capacita’ operativa del personale impegnato, che ringrazio, hanno consentito il rapido rintraccio e l’arresto di Almasri“.

Piantedosi, l’aereo predisposto a titolo preventivo

La predisposizione dell’aereo, già nella mattina del 21 gennaio,rientra tra quelle iniziative a carattere preventivo, e quindi aperte a ogni possibile scenario (ivi compreso l’eventuale trasferimento in altro luogo di detenzione), che spettano a chi è chiamato a gestire situazioni che implicano profili di tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico di tale rilevanza”, ha spiegato Piantedosi. “Ribadisco, pertanto – ha aggiunto – che, una volta venuta meno (su disposizione della Corte d’Appello di Roma) la condizione di restrizione della libertà personale, l’espulsione, che la legge attribuisce al ministro dell’Interno, è stata da me individuata quale misura in quel momento più appropriata per salvaguardare, insieme, la sicurezza dello Stato e la tutela dell’ordine pubblico“.

“La sicurezza dello Stato e ordine pubblico sono beni fondamentali che, insieme, costituiscono espressione di quella concezione dell’interesse nazionale la cui tutela è prerogativa e dovere di ogni governo e che noi consideriamo cruciale difendere in ogni campo. Dalla complessa gestione dei flussi migratori alle correlate iniziative di cooperazione allo sviluppo, dalla tutela degli interessi economici nazionali in quadranti geopolitici strategici alla, non da ultimo, sicurezza personale dei nostri concittadini all’estero”, ha detto il ministro dell’Interno. “Su questa linea, è bene saperlo – ha concluso il titolare del Viminale – il governo è fermo e continuerà ad agire, all’occorrenza, allo stesso modo: con determinazione, responsabilità e orgoglio, sempre e solo nell’interesse dell’Italia e dei suoi cittadini“.

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Grazie, Antonello de Gennaro

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