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22 Novembre 2024 03:04

CASO CAPRISTO: LE CAPRIOLE DELLA PROCURA DI POTENZA DOPO LE OMISSIONI SULL’ARRESTO DI LAGHI

Come mai la procura di Potenza non ha approfondito le indagini sulle qualifiche, competenze ed operato del Capristo nella sua carriera ? Se ci siamo riusciti noi del CORRIERE DEL GIORNO, probabilmente potevano riuscirci anche il procuratore Curcio ed i suoi sostituti.

di ANTONELLO de GENNARO

Appena ventiquattro ore dopo la decisione del Tribunale del Riesame di Potenza che ha falcidiato il provvedimento cautelare applicato nei confronti del prof. Enrico Laghi dalla procura guidata da Francesco Curcio , disponendo la sua immediata liberazione dagli arresti domiciliari e la “riqualificazione della sua imputazione relativa agli incarichi professionali conferiti all’ avv. Giacomo Ragno del reato di cui agli artt. 110, 319 quater ed esclusa ogni ulteriore contestazione annullata l’impugnata ordinanza” , e nonostante sia in corso un incidente probatorio che è stato rinviato in quanto sempre la Procura di Potenza aveva depositato un atto pieno di “omissis” che di fatto impedivano una legittima completa informazione propedeutica alla difesa di Laghi, è stato notificato ieri l’avviso di conclusione d’indagine per il successivo troncone d’indagine che ha origine dalla vicenda giudiziaria che ha colpito l’ex-procuratore capo di Trani e Taranto, Carlo Maria Capristo.

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Un provvedimento questo che contiene una serie di anomalie giuridiche e processuali, persino per stessa ammissione della procura di Potenza che vi ha inserito anche delle ipotesi di reato tutte prescritte. Parliamo di anomalie in quanto leggendo gli atti che il CORRIERE DEL GIORNO vi offre la lettura in esclusiva vengono contestati all’e ex procuratore Capristo dei fatti accaduti “in Trani sino al 6.5.2016” le cui eventuali indagini in realtà sarebbero state di competenza della Procura di Lecce e non di quella lucana, che a parere nostro ha esondato nel proprio operato. Per non parlare dei fatti contestati “in Molfetta, Corato, Trani, e zone limitrofe fra il 2011 ed il 2013″, “in Trani fino a tutto il 2016“, “in Trani e Molfetta nel febbraio 2012″.

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Ma non solo. Infatti in capo di imputazione nei confronti del Capristo si unisce la posizione dell’ex magistrato Michele Nardi, per fatti eventualmente accaduti sempre “in Trani, in permanenza dal 2008 fino al 2016” dimenticando che Nardi è già stato peraltro indagato, imputato e condannato dal Tribunale di Lecce, e quindi anche in questo caso non si capisce quale la sia competenza della Procura di Potenza su fatti accaduti su un foro giudiziario per il cui operato è competente sempre la Procura di Lecce.E la stessa cosa vale per Antonio Savasta !

gli uffici giudiziari di Potenza

A questo punto resta da chiedersi quali siano i poteri della Procura di Potenza, che in queste indagini ha operato sentendosi quasi una “Super Procura Nazionale” (senza di fatto esserlo per fortuna !) e dopodichè come mai i magistrati di Potenza non abbiano mai indagato per identificare eventuali connessioni dell’ipotetica “cricca” guidata da Amara e Paradiso con i 15 componenti del Consiglio Superiore della Magistratura che avevano votato in favore della nomina di Carlo Maria Capristo a procuratore di Taranto.

I magistrati di Perugia infatti nell’indagare sull’ex presidente dell’ ANM Luca Palamara hanno identificato e proceduto nei confronti degli altri magistrati del Csm che condividevano strategie e nomine ! Ma evidentemente come si legge negli atti del Tribunale di Potenza, i magistrati di Potenza evidentemente hanno avuto il timore di disturbare i propri consiglieri del Csm ! Sarà forse perchè anche la nomina a procuratore capo di Potenza di Francesco Curcio era “viziata” dalla sua corrente di Area e manipolata al Csm, come accertato dal Tar Lazio e dal Consiglio di Stato ?

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Come mai la procura di Potenza non ha approfondito le indagini sulle qualifiche, competenze ed operato del Capristo nella sua carriera ? Se ci siamo riusciti noi del CORRIERE DEL GIORNO, probabilmente potevano riuscirci anche il procuratore Curcio ed i suoi sostituti.

Non è un caso se il dr. Rosario Baglioni presidente Sezione penale del Tribunale di Potenza, e del collegio giudicante a Potenza nel processo contro Capristo, abbia tuonato e chiarito alla Procura, dopo aver ascoltato le deposizioni dei pm Silvia Curione e Lanfranco Marazia (i due sono marito e moglie n.d.a) che non è intenzione di questo Tribunale occuparsi dell’organizzazione degli uffici di Trani e Taranto ! E guarda caso l’indagine di Potenza nasce proprio da un esposto della Curione, conseguente all’archiviazione di una sua imbarazzante denuncia

Una cosa è certa: da questa magistratura è bene stare lontani, e sopratutto non avere paura, come ha fatto il sottoscritto che non ha esitato un solo attimo a denunciarli dopo le querele intimidatorie e subite per essersi occupato del caso Capristo. Qualcuno deve far capire a certi magistrati che esistono dei limiti di competenza territoriale in ambito giudiziario, e sopratutto che l’art. 21 della Costituzione va rispettato, senza se e senza ma.

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Grazie, Antonello de Gennaro

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