ROMA – Il maggiore dei Carabinieri , Gianpaolo Scafarto, precedentemente in servizio al NOE tornerà in servizio. Il Tribunale del Riesame di Roma con una propria decisione, a seguito dell’ istanza avevano presentato istanza presentata dai legali di Scafarto, Giovanni Annunziata e Attilio Soriano, ha annullato ieri la misura cautelare interdittiva dal servizio per l’ufficiale dell’ Arma coinvolto nell’inchiesta Consip. “Siamo soddisfatti di questo risultato – commentano i difensori – ed auspichiamo che ne possa conseguire per tutti una maggiore serenità di giudizio“.
Il militare dell’Arma era stato raggiunto dal provvedimento il 25 gennaio scorso su disposizione del gip a dicembre 2017 che lo sospendeva dal servizio per il periodo un anno poi annullata per un vizio di procedura: il mancato interrogatorio dell’indagato, che si era svolto il 20 dicembre, quindi dopo l’annullamento del provvedimento. In quel caso la sospensione riguardava anche il colonnello e vicecomandante del Noe, Alessandro Sessa, che però si è autosospeso dal servizio. Nei suoi confronti, quindi, il giudice non aveva emesso una nuova ordinanza.
Secondo l’accusa nei confronti di Scafarto, rappresentata del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del pm Mario Palazzi, l’ufficiale dei Carabinieri doveva essere sospeso perché avrebbe provato a cancellare, nel corso delle indagini, prove utili agli inquirenti manipolando il cellulare del colonnello Sessa per eliminarle dal suo whatsapp. Nella chat venivano scambiate informazioni sull’inchiesta e il tutto sarebbe avvenuto quando Scafarto era già indagato e il suo telefonino era già stato sequestrato dagli inquirenti nel corso del primo interrogatorio.
Per quanto riguarda il filone di inchiesta sulla fuga di notizie aperto dalla Procura di Roma , gli inquirenti di piazzale Clodio ascolteranno nei prossimi giorni nei prossimi giorni con un confronto all’americana il “grande accusatore” e cioè l’ex amministratore delegato della Centrale unica d’acquisti della Pa, Luigi Marroni e il ministro dello Sport, Luca Lotti indagato per il reato di “favoreggiamento” e “violazione del segreto istruttorio” a seguito delle dichiarazioni di Marroni che, aveva dichiarato nel dicembre del 2016 ai carabinieri del Noe e ai magistrati di Napoli che era stato avvertito da Lotti, oltre che dal presidente di Publiacqua Firenze, Filippo Vannoni e dal generale Emanuele Saltalamacchia comandante regionale in Toscana dei Carabinieri , della presenza di cimici ambientali nel suo ufficio. Lotti ascoltato già in due occasioni dai pm di Roma, ha sempre negato di avere parlato con Marroni dell’esistenza di una indagine su Consip di cui “non era a conoscenza”.