Il processo di primo grado relativo all’inchiesta Consip si chiude con otto assoluzioni e solo due condanne. I giudici dell’ottava sezione collegiale del tribunale di Roma hanno assolto l’ex ministro Luca Lotti, l’ex parlamentare Italo Bocchino, Tiziano Renzi (genitore dell’ex premier Matteo), gli imprenditori Alfredo Romeo e Carlo Russo, l’ex generale Emanuele Saltalamacchia e Filippo Vannoni, ex presidente di Publiacqua, e per Stefano Massimo Pandimiglio.
Le due condanne sono invece arrivate per Gianpaolo Scafarto l’ex ufficiale del Noe Carabinieri (un anno e mezzo di reclusione) e del colonnello Alessandro Sessa (tre mesi di reclusione), entrambi con il beneficio della sospensione della pena e della non menzione ma con una provvisionale di 50 mila euro in favore del Ministero della Difesa. Una sentenza destinata più alla storia, che alla giustizia, come aveva detto il pm Mario Palazzi considerando l’imminente prescrizione.
Al termine della requisitoria nella precedente udienza il sostituto procuratore di Roma Mario Palazzi (esponente della corrente sinistrorsa di Area, candidatosi al Csm nelle ultime lezioni senza riuscire ad essere eletto) aveva sollecitato per Lotti e Bocchino condanne a un anno di reclusione.La procura di Roma aveva chiesto, inoltre, una condanna 2 anni e 6 mesi per l’imprenditore Alfredo Romeo e di 5 anni per l’imprenditore Carlo Russo. Richieste che non sono tenute in considerazione dal Tribunale di Roma. Per l’ex ufficiale del Noe Gianpaolo Scafarto era stata chiesta una condanna a 1 anno e 10 mesi, mentre per il colonnello Alessandro Sessa è stata sollecitata una condanna a 3 mesi: nei loro confronti era caduta l’accusa di depistaggio.
L’inchiesta risale al il 20 dicembre 2016 allorquando Luigi Marroni, ex amministratore delegato di Consip, rivela al pm di Napoli Henry John Woodcock di aver saputo dell’esistenza dell’inchiesta sull’appalto Fm4 da 2,7 miliardi di euro, bandito centrale acquisti della pubblica amministrazione. Marroni aveva sostenuto che a rivelare l’esistenza dell’indagine, sarebbero stati l’ex ministro dello Sport Luca Lotti, il generale dei Carabinieri Emanuele Saltalamacchia e l’ex presidente di Publiacqua Firenze, Filippo Vannoni. Nel registro degli indagati era stato iscritto anche il nome di Tiziano Renzi, padre dell’allora premier Matteo, tirato in ballo da un’intercettazione. Accuse che sono cadute in sede processuale , generando una serie di assoluzioni.
“Vi ricordate il caso Consip? Dopo sette anni di massacro mediatico oggi è arrivata la sentenza. E sapete come è finita? Tutti i miei amici assolti. Tutti! E sapete chi è stato condannato? Quei pubblici ufficiali che hanno tramato contro di noi facendo falsi pur di attaccarci. I miei amici invece assolti”, scrive il leader di Italia viva Matteo Renzi sui social . “Sette anni, i titoloni di tutti i giornali, i talk, un danno reputazionale infinito. E il danno politico, morale, umano. E per qualcuno addirittura la custodia cautelare. Poi oggi arrivano le assoluzioni per tutti“, aggiunge l’ex premier.
“Tra gli assolti un uomo che si chiama Tiziano Renzi, mio padre. Assolto anche stavolta. Ti voglio bene, babbo. Abbraccio tutti gli altri imputati assolti di cui in gran parte conosco il dolore e la rabbia. E abbraccio le loro famiglie che in questo momento stanno piangendo di gioia. C’è un giudice a Roma dopo sette anni. Ma ci sarà qualcuno nelle redazioni, in Parlamento, nella classe dirigente di questo Paese che avrà finalmente il coraggio di chiedere scusa? Ma vi rendete conto di quanto il presunto scandalo Consip ha inciso per distruggere la nostra azione politica e ora scopriamo che era tutto regolare? Ho nel cuore allo stesso tempo una felicità incontenibile e un dolore che non si cicatrizza“, aggiunge Matteo Renzi.
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