ROMA – La CEDU, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha reso noto l’ammissibilità del ricorso contro la sentenza all’ergastolo emessa il 21 febbraio del 2017 dalla Corte di Cassazione nei confronti di Sabrina Misseri e di sua madre Cosima Serrano ritenute responsabili dell’omicidio della quindicenne di Avetrana Sarah Scazzi, che venne strangolata il 26 agosto del 2010 e gettata in un pozzo dove fu rinvenuta dopo 42 giorni di ricerche delle Forze dell’ Ordine.
Secondo i giudici della Suprema Corte di Cassazione che hanno confermato le sentenze dei due precedenti gradi di giudizio, Sabrina Misseri e sua madre Cosima Serrano “non meritano sconti di pena per le modalità commissive del delitto” sopratutto per la “fredda pianificazione d’una strategia finalizzata, attraverso comportamenti spregiudicati, obliqui e fuorvianti, al conseguimento dell’impunità”.
I difensori delle due donne, hanno sempre sostenuto la colpevolezza di Michele Misseri, padre di Sabrina e marito di Cosima il quale dopo avere incolpato la figlia, si è successivamente autoaccusato di ogni responsabilità del delitto, non venendo però più creduto dai giudici. Michele Misseri attualmente sta scontando nel carcere di Lecce i suoi otto anni di carcere per la soppressione del cadavere di sua nipote Sarah Scazzi.
La decisione di accogliere il ricorso presentato dagli avvocati Franco Coppi di Roma e del collega Nicola Marseglia del foro di Taranto, rappresenta una nuova speranza per le due condannate all’ergastolo. I tempi per la trattazione non sono rapidi. “Esiste un colpevole ed invece ci sono due innocenti che stanno scontando la pena al suo posto, queste donne sono due sventurate” hanno dichiarato i legali.
In questa fase processuale l’ammissibilità del ricorso, attesta esclusivamente la regolarità e rispetto delle rigide procedure da rispettare, ma sopratutto la concretezza delle motivazioni indicate nel ricorso. I giudici della Corte Europea al momento, chiaramente non sono ancora entrati nel merito. Statisticamente l’ottanta per cento circa delle domande di revisione processuale presentate alla CEDU viene rigettato o per inosservanza dell’iter o perchè la la richiesta viene ritenuta inopportuna.
Da quanto appreso, il ricorso presentato dei legali di Sabrina Misseri si fonda sulla presunta violazione del diritto all’equo processo per carenza di contraddittorio e per la menomazione del diritto di difesa. La Corte europea adesso dovrà stabilire se assegnare la trattazione alla Grande Camera, che è costituita dal presidente della Corte, dai vicepresidenti e da altri quattordici giudici per un totale di diciassette componenti per l’esame dei casi particolarmente complessi, o in alternativa ad una delle cinque sezioni.
A differenza di una sentenza pronunciata dalle singole Camere che lo diventa esclusivamente alla scadenza dei termini per l’impugnazione, cioè allorquando sono scaduti tre mesi dalla pronuncia, senza che sia stato presentato un ricorso alla Gran Camera, la sentenza emessa dalla Gran Camera è sempre definitiva.