di REDAZIONE POLITICA
La Procura di Arezzo ha chiesto l’archiviazione per il caso del vaccino somministrato il 19 marzo 2021 al giornalista Andrea Scanzi, accusato di aver “saltato la fila” nel tardo pomeriggio del 19 marzo scorso all’hub vaccinale allestito al Centro Affari e Fiere della città toscana. Il giornalista toscano, secondo il pubblico ministero Marco Diorni, all’epoca in cui avvenne la somministrazione, Scanzi non aveva alcun diritto di anticipare la propria vaccinazione non rientrando in alcuna categoria vaccinale e quindi non aveva diritto ad anticipare la dose, ma dal punto di vista legale, con la sua “furbata” Scanzi non ha commesso un reato. Conseguentemente il gesto di Scanzi, nonostante sia discutibile eticamente, non è perseguibile in ambito giuridico, data la mancata sussistenza del reato di abuso di ufficio.
La richiesta del pubblico ministero adesso è stato trasmesso al giudice per le indagini preliminari e sarà quest’ultimo a decidere se accogliere la richiesta di archiviazione su Scanzi.
Scanzi aveva commentato l’accaduto lo scorso 22 marzo sui social , sostenendo di aver ricevuto il vaccino perché “riservista”, “panchinaro” e in qualità di caregiver familiare dei genitori scatenando critiche e offese, che lo portarono alla sospensione per tre settimane dai programmi tv Rai e La7 in cui veniva invitato. In realtà quanto sosteneva Scanzi in realtà non era vero ed ha mentito..
La probabile archiviazione non è una pietra tombale su questa vicenda: ieri infatti il deputato Massimiliano Capitanio, capogruppo della Lega in Commissione Parlamentare du Vigilanza Rai, ha ricordato che la tv pubblica “ha atteso la pronuncia del pm per convocare il Comitato Etico e prendere una decisione circa la condotta del giornalista”.“Scanzi ha fatto il furbetto”, ha commentato anche la leghista Elena Maccanti, componente della commissione di Vigilanza Rai. Secondo i deputati toscani leghisti Manuel Vescovi e Rosellina Sbrana, Scanzi si è comportato “come i peggiori raccomandati“. Sulla stessa posizione, il deputato Michele Anzaldi di Italia Viva, segretario della commissione di Vigilanza Rai, che si chiede se “è eticamente accettabile che una trasmissione Rai retribuisca chi si è macchiato di un comportamento riprovevole“.
Dopo l’annuncio della richiesta di archiviazione, nè Scanzi nè il FATTO QUOTIDIANO giornale dove lavora e scrive hanno ancora rilasciato alcuna dichiarazione al riguardo.