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22 Dicembre 2024 17:08

Catherine Spaak l’attrice volto elegante della tv che ha raccontato le donne è morta

Attrice e conduttrice, è morta a 77 anni dopo una lunga malattia. Era nata in Belgio ma aveva conosciuto la fama in Italia a partire dagli anni ‘60 con film come «La voglia matta» e «Il sorpasso». In tv era stata conduttrice di «Harem»
di Marisa Cardinale

«L’attrice di tanti meravigliosi film, la brillante conduttrice, la scrittrice, soprattutto la donna che ha vissuto sino all’ultimo con eleganza e carattere, ci ha lasciato stasera a Roma. Ci mancherà tantissimo», ha scritto la famiglia in una nota, indicando come i funerali si svolgeranno«in forma strettamente privata». Nata in Belgio, aveva conosciuto la fama in Italia: aveva debuttato a soli 15 anni, nel 1960, nel film «Dolci inganni» di Alberto Lattuada. La fama era arrivata due anni dopo con «La voglia matta» e subito dopo con «Il sorpasso» di Dino Risi. In televisione aveva condotto dal 1988 al 2002 la popolare trasmissione Rai «Harem» talk show al femminile . Era stata sposata quattro volte, due anni fa era stata colpita da una emorragia cerebrale. I terremoti sentimentali, dopo le nozze giovanili con Capucci (dal ’63 al ’71), la vedono moglie di Johnny Dorelli dal 1972 al 1978, dell’architetto Daniel Rey dal 1993 al 2010, infine di Vladimiro Tuselli dal 2013, anche se il 2 giugno 2020 dichiarava in tv di essere tornata single.

Nata in Belgio, a Boulogne Billancourt, il 3 aprile 1945, era figlia del famoso sceneggiatore Charles Spaak e di Claudie Clèves, attrice come la sorella Agnes, nipote di un primo ministro, Catherine Spaak è stata la vera “diva” ma anche la pecora nera di una famiglia borghese della quale aveva minato le certezze, trasferendosi con tutte le sue irrequietezze in Italia.

Nel suo salotto televisivo ospitava attrici, donne manager, scrittrici, disposte a raccontarsi tra vita privata e carriera; lei, che teneva le fila della conversazione, spesso veniva accusata di snobismo: “È soltanto il mio modo di fare. Adesso sicuramente è un modo di fare fuori moda, ma questo è il mio carattere: è riservatezza, pacatezza. E quindi non è una cosa costruita”. Le spettatrici curiose la seguivano,tra le tante ospiti, Catherine Deneuve, Monica Bellucci, Ornella Muti Marina Ripa di Meana, Margherita Buy, Franca Valeri, Isabel Allende  nessuna le diceva di no. Curiosa delle donne, spiegava come l’avessero colpita: “Tutte mi sorprendono in maniera diversa e dicono cose inaspettate. Spesso anch’io mi sorprendo a scoprirmi diversa“.

L’attrice-conduttrice aveva chiesto alle spettatrici di scrivere. “Abbiamo ricevuto tantissime lettere, i temi più comuni sono sempre legati alla vita privata, ai sentimenti. Le donne hanno ancora poco potere, sono poco ascoltate, per me questa parità di cui tanto si parla non c’è” raccontava. Lo stile ovattato che caratterizzava la trasmissione nasceva “dall’atmosfera che si crea in studio. Io non incontro mai prima le mie ospiti, non anticipo le domande che farò. La voglia di parlare, di raccontare anche le cose più intime, nasce spontaneamente. Succede quasi sempre, ma non credo sia merito mio, penso che chiunque disposto ad ascoltare inviti alla confidenza. Sono una conduttrice attenta, disponibile, mai volgare e per questo molti mi accusano di essere rigida”.

Qualche anno fa l’attrice aveva raccontato a La vita in diretta di essere andata in Rai per proporre uno speciale di Harem: “Sono stata diverse volte in Rai a proporre una rivisitazione di Harem, ma mi è stato detto con molto franchezza che sono troppo vecchia. Aspettiamo ancora un po’ allora…”, aveva ironizzato la Spaak con il suo piacevole sarcasmo intelligente.

Aveva fatto una considerazione sui tempi che cambiano. “Oggigiorno forse le presentatrici, le attrici sono molto più disinvolte, sono diverse ed è giusto perché cambiano i tempi”, aveva spiegato. “Sin dagli anni Sessanta avevo dentro di me la convinzione, che poi si è anche rivelata giusta, che una donna deve essere indipendente ma non solo nella mente o nel cuore ma proprio dal punto di vista economico. Il lavoro e l’indipendenza economica sono stati i punti fermi della mia vita e della mia dignità, perché essere donna non era facile in quegli anni così come non lo è nemmeno oggi, però più che mai nell’arco di questi cinquant’anni l’indipendenza economica per una donna ha significato libertà e autonomia che consentiva, e che consente, alla donna di fare le sue scelte e di non avere bisogno di un uomo“.

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